“Universa universis patavina libertas”, il motto dell’Università di Padova sottolinea, fin dal XIII secolo lo spirito di libertà, di cosmopolitismo, di cultura, di apertura al nuovo che caratterizza anche oggi, la città di Padova. Era il 1222 quando alcuni studenti e professori lasciarono l’università di Bologna per approdare in un libero Comune dove l’attività di studio e di ricerca godeva di una grande libertà accademica.
L’Università di Padova divenne dal ‘Trecento in poi, punto di riferimento per la diffusione della cultura al pari delle grandi città europee come Parigi, Praga, Vienna. La vocazione europeista della città del Santo si fa sentire già a partire da questo periodo, facilitata dal clima di libertà e tolleranza religiosa favorita dalla Repubblica di Venezia da cui Padova dipese dal 1405 al 1797. A studiare a Padova giunsero da tutta Europa.
L’Unesco ha iscritto otto luoghi del Veneto nella lista del Patrimonio dell’Umanità: le Dolomiti, Venezia e la sua laguna, la città di Verona, Vicenza e le ville del Palladio, i Siti Palafitticoli, le colline del Prosecco, le Opere di Difesa veneziane, l’Orto Botanico di Padova e, lo si saprà solo a giugno ma è abbastanza sicuro, anche la Cappella di Giotto e i cicli pittorici del ‘Trecento di Padova. Con il ciclo di Giotto e dei giotteschi, Padova ha rappresentato l’Italia nel 2020 come candidata italiana Unesco. Con 210.000 abitanti, Padova può essere definita una città di medie dimensioni ma proprio questo, facilita la socialità, l’amicizia, il buon vivere. È una di quelle città di “15 minuti”, come proposto dal sindaco di Parigi Anne Hidalgo e fatta propria anche da Milano: una città dove è facile muoversi e raggiungere a piedi o in bici il teatro, l’ospedale, il supermercato, le piazze.
La città del Santo è, da sempre, all’interno dei progetti di sostenibilità dell’ambiente per ridurre l’inquinamento atmosferico. Ma non solo: ha aderito e sta lavorando ai 17 punti del programma di azione a sostegno del pianeta, sottoscritta dai governi membri dell’ONU da attuare entro il 2030. Padova percorre questa strada, con impegno e progettualità, con uno sguardo ai giovani. Come comune nella rete Eurodesk, lo sportello che informa i giovani sull’Europa, ha presentato la sua candidatura a diventare un punto informativo Europe Direct, per promuovere la partecipazione dei cittadini alla conoscenza dell’Europa.
La città ha fatto suoi tutti gli input europei, forte di una lunga e forte tradizione. Capofila per i Diritti Umani, fa parte della rete di città che accolgono i perseguitati politici. E lavora a tutto tondo dicendo sì a tutte le occasioni europee e facendo suoi i grandi temi riguardanti ambiente, cultura, volontariato, accoglienza. Padova è stata Città del Volontariato, nel 2020. Il ponte con l’Africa è nato nel 1950 con la nascita del CUAMM-Medici con l’Africa, il continente dove l’organizzazione è presente con operatori distribuiti in ospedali, scuole, università. Padova è città della musica (qui è stato inventato il pianoforte), città della lettura e del libro, un progetto valorizzato anche dall’iniziativa “La fiera delle parole” che da anni porta in città il meglio degli scrittori da ogni parte del mondo, con grande presenza e successo di pubblico. A Padova, Galileo Galilei ha passato i «suoi anni più belli», come scrisse lui stesso. E così la pensano i padovani che ci vivono!