Maria Cristina Pisani è la presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, l’organo consultivo cui è demandata la rappresentanza dei giovani nella interlocuzione con le istituzioni per ogni confronto sulle politiche che riguardano il mondo giovanile, istituito con Legge n.145/ 2018. Tra i suoi compiti, il CNG può essere sentito dal presidente del Consiglio dei Ministri o dall’autorità politica delegata, su materie e politiche che abbiano impatto sulle giovani generazioni; può esprime pareri e formulare proposte su atti normativi di iniziativa del governo su materie che interessano i giovani; collabora con le amministrazioni pubbliche elaborando studi e predisponendo rapporti sulla condizione giovanile, utili a definire le politiche per i giovani.
Da alcuni mesi, la nostra rete TUTTI 2030 collabora con il CNG nella realizzazione di momenti d’approfondimento sulla condizione giovanile e sulle prospettive per il futuro delle nuove generazioni.
Abbiamo, dunque, raggiunto telefonicamente la presidente Pisani per una breve intervista, al fine di contribuire al dibattito che si è acceso in questi giorni sulla possibile nuova ridefinizione del PNRR.
Presidente Pisani, quest’anno di pandemia è stato davvero duro per tutti ma, come spesso accade, i giovani sembrano essere i più colpiti dalle misure adottate dal governo. La bozza del Piano di Ripresa e Resilienza presentata cosa prevede per le giovani generazioni?
Dallo studio condotto insieme alla Fondazione Bruno Visentini emerge che il totale delle risorse previste dall’attuale proposta di PNRR per gli interventi in favore dei giovani ammonta a 4,53 miliardi di euro per i prossimi sei anni, pari al 2% del totale. È un dato indubbiamente insufficiente anche alla luce delle nuove linee guida della Commissione europea che hanno ridefinito il sesto pilastro dedicandolo alle politiche per i giovani e, soprattutto, considerando che la maggior parte delle risorse saranno attinte a debito sulle spalle delle giovani generazioni. Per questo, abbiamo più volte chiesto – sia al governo Conte prima che al governo Draghi ora – una revisione del PNRR e la definizione, appunto, di un pilastro unico dedicato ai giovani, con un adeguato incremento delle risorse rispetto a quanto attualmente previsto, perché le politiche pubbliche per le giovani generazioni non sono più soltanto una priorità trasversale, bensì una priorità assoluta del NextGenerationEU. Il programma di rilancio dell’UE richiede, infatti, l’impiego di specifici indicatori dell’impatto generazionale per monitorare l’andamento della spesa, la qualità dei servizi e il numero degli effettivi beneficiari delle misure, assolutamente in linea con l’indirizzo sistematico e strutturale che come CNG abbiamo indicato come fondamentale se si vuole davvero cambiare rotta.
Se dovesse indicare una priorità assoluta per Pilastro Giovani, su quale aspetto focalizzerebbe l’attenzione?
L’impiego efficace delle risorse del Recovery Plan non può non tenere conto, a nostro avviso, degli obiettivi dell’Agenda 2030 per ridurre definitivamente la percentuale di giovani NEET e superare l’attuale divario generazionale attraverso la definizione di una strategia per l’occupazione giovanile di cui il nostro Paese è carente ormai da troppo tempo.
Il Covid-19 ha certamente cambiato le nostre vite. Cosa preoccupa maggiormente i nostri ragazzi e le nostre ragazze?
L’Italia è destinataria di circa 200 miliardi di euro di risorse. Di questi, 65,7 miliardi di euro sono sussidi mentre la stragrande maggioranza delle altre risorse saranno attinte “a debito”. In
sintesi, saranno proprio i bambini, gli adolescenti ed i giovani di oggi a pagare, negli anni a venire, per le spese sostenute in questa crisi. Ciononostante, come già detto, il totale delle risorse previste dall’attuale proposta del Piano per gli interventi in favore dei giovani è pari soltanto al 2% del totale. Stando così le cose, non si comprende come si potrà giungere all’elaborazione nel nostro Paese di misure, fino a oggi mancate, per affrontare problemi strutturali e garantire un futuro sostenibile alle prossime generazioni. Su lavoro, istruzione e possibilità di rendersi indipendenti dalle proprie famiglie dobbiamo assolutamente scongiurare l’ipotesi che, a causa dei contraccolpi legati alla pandemia da Covid-19, possa aumentare lo svantaggio dei giovani italiani rispetto ai coetanei del resto d’Europa.
Come dimostrano i dati Istat, il tasso di disoccupazione giovanile nel 2020 è stato del 29,7% ed ha avuto un impatto asimmetrico, colpendo molto più le donne e i giovani del sud, dove le problematiche sono triplicate, per la ormai storica assenza di infrastrutture, di opportunità e di interventi di coesione sociale. Il CNG, dunque, continuerà ad essere in prima linea per chiedere al governo che le istanze del mondo giovanile siano centrali nell’agenda politica italiana.
Foto di apertura di Gerd-Altmann-da-Pixabay