Molti miei amici, ottimi democratici, fautori dei fondamentali della sinistra, hanno accolto con favore – addirittura con entusiasmo – l’avvento di Enrico Letta alla segreteria del PD. E come non essere d’accordo con loro? Io, come tanti altri, mi riconosco certamente nelle sue idee, nel modo di esprimerle e persino nel suo physique du rôle. Il nuovo segretario ha subito riaffermato i valori della sinistra, come per esempio lo ius soli come politica di integrazione delle persone di origine straniera nel nostro paese.
Però il mio applauso, e quello dei miei amici non dovrebbe entusiasmare un partito come il PD. La sua grande sfida attuale non è quella di ottenere il voto dei gruppi privilegiati, colti e ben pensanti, ma di parlare a quei gruppi dimenticati e marginali cui parlano Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Questi gruppi si sono moltiplicati da quando le classi medie si sono molto impoverite, perdendo sempre più fiducia nelle classi dirigenti, e persino nei valori democratici.
Per poter rilanciare e diffondere i valori della sinistra occorre dedicare ogni sforzo al difficilissimo obiettivo di rendere credibili sfide che per loro natura, sono difficili da accettare per una crescente maggioranza di cittadini.
I principini della sinistra, come per esempio Paolo Gentiloni o intellettuali come Corrado Augias, sono coloro cui si deve la perdita del contatto con il grande elettorato che era un tempo quello della democrazia cristiana e del partito comunista. Del resto abbiamo assistito al moltiplicarsi di altri piccoli gruppi politici creati da altri principini, come per esempio Carlo Calenda: l’importante è essere leader di qualcosa, per i giornali e la TV, poco importa poter incidere sul funzionamento del paese. Non basta certo che Enrico Letta abbia cominciato con un incontro a Testaccio: occorre un colpo di reni molto più forte.
Gli amici di TUTTI mi perdoneranno un’antica storiella, forse un po’ volgare, ma molto significativa.
Il direttore di un bordello notava un importante calo delle entrate e aveva convocato una riunione di altri proprietari di analoghe strutture, per trovare la soluzione per rilanciare il casino. La discussione andava avanti. Poi la donna delle pulizie che faceva il suo lavoro li intorno non seppe resistere e alzò la testa. “Quando il casino non funziona bisogna cambiare le signorine”.
Avrà veramente intenzione Enrico Letta di candidare i pochi veri attivisti che rimangono, come la piccola, grande Nella Converti che percorre in lungo e in largo Tor Bella Monaca sfidando le occhiatacce degli spacciatori che comandano in quel quartiere? Riuscirà il nuovo segretario a non candidare alle prossime elezioni una signora perché è la moglie del ministro Franceschini?
Perché Enrico Letta avrà scelto di lasciare la direzione della più importante università di Francia per condurre il PD?
Siccome comunque ne ho una grande stima spero che non si tratti di una rivalsa ma di un impegno che tenga conto della gravissima assenza di visione e di capacità attrattiva della nostra vecchia sinistra, con meno principini e più Nella Converti.