La Giornata Internazionale della Donna, meglio conosciuta come Festa della Donna, viene festeggiata in tutto il mondo l’8 marzo, per ricordare a tutti le lotte che le donne hanno dovuto affrontare per avere un ruolo nella società, le lotte sociali e politiche che le donne hanno dovuto affrontare affinché la loro voce venisse ascoltata.

Un po’ di storia: il 28 febbraio 1909 si celebrò il primo “Woman’s Day” negli Stati Uniti, a seguito delle rivendicazioni per l’estensione del diritto di voto alle donne. Questa festa è stata fissata nella giornata dell’8 marzo per due avvenimenti storici molto importanti. Uno risale al 1911, ed è quello che tutti identificano come l’origine di questa festa. L’8 marzo di quell’anno un gruppo di operaie di una industria tessile di New York, la Triangle, scioperò contro le terribili condizioni in cui si trovavano a lavorare. Lo sciopero andò avanti per giorni, fino a quando appunto il 25 Marzo i proprietari dell’azienda bloccarono le uscite della fabbrica, impedendo alle operaie di uscire. Scoppiò un incendio e 129 di loro morirono. https://it.wikipedia.org/wiki/Incendio_della_fabbrica_Triangle  

Tra queste donne c’erano molte immigrate (anche italiane) che cercavano solo di migliorare la propria condizione di

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vita. Il secondo evento storico allo stesso modo dimostra l’impegno delle donne per i propri diritti e la propria libertà ed è legato alla Rivoluzione di febbraio in Russia, durante la Prima Guerra Mondiale. Nella giornata dell’8 marzo 1917, oltre a tutti gli uomini in rivolta, anche molte operaie russe scesero in strada a protestare e perciò questa data viene ricordata come determinante per la storia del genere femminile.

 

Quel che bisogna ricordare è che essere donne non è mai stato facile ed è per questo che l’8 marzo è bello omaggiare le donne della propria vita (le compagne, le mamme, le maestre) con dei mazzolini di mimose, che sono diventate dal 1944, in Italia, il simbolo di questa festa. https://it.wikipedia.org/wiki/Noi_donne

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E parliamo ora delle “scarpe rosse”, meglio zapatos rojos, perché è una storia che viene da lontano : è stata la artista messicana Elina Chauvet a raccontare per prima , attraverso una invasione di scarpe rosse, il femminicidio. Questo è veramente il dramma che si ripete da tanti anni e che ancora oggi, troppo spesso si ripresenta a tutte le latitudini.

Il suo progetto “Zapatos rojos” fu realizzato per la prima volta nel 2009 a Ciudad Juarez, la città di frontiera nel nord del Messico dove è nato il termine “femminicidio”. Là dal 1993, centinaia di donne sono state rapite, stuprate e uccise con quasi sempre la totale impunità degli assassini, con i più svariati motivi e spesso, e si prova vergogna solo a pronunciarlo, il termine giustificazioni. Per questo, ormai da molti anni, in tante piazze si creano installazioni di centinaia di scarpe rosse, dei più vari stili e modelli, che stanno lì…mute,

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immobili, testimoni di vite violate. La donna va amata, rispettata e considerata come l’elemento forte di una famiglia, di una società, di qualunque gruppo che la veda partecipe della vita e del lavoro.

Che l’8 marzo duri 365 giorni l’anno e per tutta la vita deve essere l’imperativo categorico per tutti gli uomini, che si ritengano degni di essere chiamati uomini.

 

 

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