Alla Marina sono stese ad asciugare le reti,
due pescatori dal volto scarno e mal rasato
riparano le nasse e, fra lunghi silenzi, parlano
di nuvole e calamari, di luna e basse maree.
Rapido il tramonto cambia i colori del cielo,
la luce sfuma in ombre incerte, fra le case
il mare si insinua con le sue liquide dita;
i vicoli esaltano il profumo di salsedine.
Scorre il traffico verso il Ponte di Pietra;
nella piazza l’antico orologio della torretta
è fermo sempre alla stessa ora, ingannando
chi guarda con un’illusione di eternità.