Mentre esplode la primavera e rondini e rondoni finalmente rallegrano i nostri cieli, sia pure in numero ridotto e con il ritardo di circa due settimane rispetto agli anni scorsi, le notizie ufficiali, divulgate dall’ISTAT, su nascite e decessi in Italia nel 2020, confermano la gravità dell’inverno demografico italiano. Senza mezzi termini, l’ISTAT sintetizza una situazione complessa fino ad apparire angosciosa: 1) nascite in Italia al minimo storico nel 2020; 2) decessi in forte aumento rispetto al 2019; 3) Matrimoni dimezzati. In questo oscuro scenario, la pandemia ha avuto il suo peso, ma non sono da trascurare condizioni strutturali della modernità, fondata sulla crescita esponenziale dell’individualismo intriso di edonismo, che si traduce in pessimismo sul futuro.
Mentre esplode la primavera e rondini e rondoni finalmente rallegrano i nostri cieli, sia pure in numero ridotto e con il ritardo di circa due settimane rispetto agli anni scorsi, le notizie ufficiali, divulgate dall’ISTAT, su nascite e decessi in Italia nel 2020, confermano la gravità dell’inverno demografico italiano. Senza mezzi termini, l’ISTAT sintetizza una situazione complessa fino ad apparire angosciosa: 1) nascite in Italia al minimo storico nel 2020; 2) decessi in forte aumento rispetto al 2019; 3) Matrimoni dimezzati. In questo oscuro scenario, la pandemia ha avuto il suo peso, ma non sono da trascurare condizioni strutturali della modernità, fondata sulla crescita esponenziale dell’individualismo intriso di edonismo, che si traduce in pessimismo sul futuro. Ma veniamo ai dati che allarmano maggiormente.
Nel 2020, sono nati 404.104 bambini – ivi compresi i figli di stranieri che vivono stabilmente in Italia –, dunque 16.000 in meno rispetto al 2019. Per contrasto, le persone decedute nello stesso periodo sono state 746.146, cioè 112.000 in più rispetto al 2019: un record negativo sia per le nascite che per i decessi. Evidenti per questi ultimi gli effetti disastrosi del Covid-19. I dati negativi sulla popolazione nel Bel Paese, che attualmente ammonta a 59.257.566 persone, non si fermano qui. Sì, perché nel 2020, annota l’ISTAT, i matrimoni religiosi e civili celebrati in Italia sono stati complessivamente 96.687, cioè meno 47,55% rispetto al 2019. Questi dati impressionanti sono stati letti alla luce della pandemia e della mancanza di lavoro per i giovani. Purtroppo, questa lettura del fenomeno centra solo in parte il bersaglio.
Un sondaggio della Fondazione Donat Cattin alle cause classiche del crollo dei matrimoni: mancanza di lavoro, disinteresse della politica per la famiglia e impatto negativo della pandemia, ne aggiunge altre non meno allarmanti. Da questo sondaggio risulta infatti che il 50% dei giovani non vuole figli, non crede nel matrimonio e neppure nelle relazioni stabili. Commentando questi dati su “Famiglia Cristiana”, don Mazzi, che ha dedicato la sua vita «per accendere anche nei giovani più sbandati la speranza e la voglia di vivere, di amare, di perdonarsi, di sognare», ha espresso profonda amarezza. «Ma voglio sperare», ha concluso. Non ci resta che condividere la sua speranza. Attivamente.
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