In questo ultimo anno, che ha cambiato la vita di tutti noi, sottoponendo tutte le filiere produttive a cambiamenti che non avremmo mai immaginato, abbiamo voluto ascoltare un settore di grande importanza, a nostro avviso: il mondo della scuola inteso come insegnanti e studenti. Ci siamo chiesti come hanno vissuto tali cambiamenti, cosa questa pandemia ha cambiato nella quotidianità delle loro vite, professionali e di relazioni umane.

Le nostre domande per gli insegnanti :

La didattica a distanza quanto ha cambiato il suo sistema di insegnamento, quanto ha facilitato o meno il passaggio delle informazioni e delle tematiche della sua materia ai giovani.

ha trovato difficoltà nel passare dalla gestione di 20 ragazzi in una classe a un contatto a distanza attraverso uno schermo di un computer.

ritiene che la valutazione finale, ma anche quotidiana, delle singole prove, della conoscenza della materia da lei trattata, abbia la stessa valenza della didattica in presenza come fino ad un anno fa.

Quanto a suo avviso riesce a recepire della sua materia , a farla propria , uno studente con la didattica a distanza rispetto a quella in presenza.

 

Insegnante Liceo Scientifico di Parma – Docente Scienze naturali e Fisica

La didattica a distanza, a mio avviso, deve essere considerata un surrogato di quella in presenza, e come tale presenta certamente una qualità inferiore. Manca il coinvolgimento emotivo che permette alle menti dei ragazzi di esprimere in pieno le potenzialità di comprensione e di memorizzazione, insomma è abbastanza noiosa e riesce molto più difficile mantenere adeguato interesse ed attenzione da parte degli studenti. Il mio sistema di insegnamento già in condizioni normali faceva uso della proiezione di slides attraverso la LIM, quindi molto del materiale didattico che già utilizzavo è stato usato per le lezioni a distanza.  Abbiamo comunque tutti imparato meglio ad usare le possibilità che il pc e internet offrono e questo ci permetterà di migliorare anche in condizioni ordinarie la qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento.

Le difficoltà sono state soprattutto tecniche, legate alla connessione internet; poi ci sono state le difficoltà nel controllo della effettiva presenza degli studenti e della loro reale attenzione alla lezione, infine le difficoltà nella valutazione di prove sia orali che scritte poco attendibili perché facilmente falsificabili.Quindi evidentemente la valutazione risulta senza dubbio falsata e poco attendibile.

Gli studenti maturi e volonterosi non hanno avuto problemi a seguire le lezioni a distanza traendone sufficiente profitto, anzi in diversi casi migliorando il proprio metodo di lavoro. Anche alcuni studenti facilmente distratti dalla presenza dei compagni, o molto timidi hanno tratto vantaggio dalla barriera costituita dallo schermo del pc. In generale gli studenti che già avevano difficoltà hanno  recepito meno la materia e porteranno con sé lacune ed incertezze  colmabili con difficoltà.

La D.A.D. è comunque stata quanto di meglio si potesse mettere in campo in una situazione di tale emergenza. Credo si possa usare con dovuta parsimonia anche in tempi ordinari in determinate situazioni come: studenti sportivi impegnati in gare, studenti con problemi di salute, particolari emergenze come quelle meteo (nevicate, ecc.) , ma anche per permettere il recupero delle ore di lezione in caso di settimana breve ( i rientri pomeridiani in presenza possono risultare molto gravosi per gli studenti residenti in provincia).

Insegnante Scuola Elementare di Parma

La DAD quest’anno non mi ha colta impreparata, in quanto già da settembre avevo predisposto metodologia e materiale del quale mi sarei avvalsa in caso di chiusura della scuola. Ho saputo trarne vantaggio attivando approfondimenti e giochi ludico-didattici improntati sia alla valorizzazione della capacità relazionale dei bambini che al ripasso di quanto già affrontato in presenza.

Non ho avuto alcuna difficolta organizzativo-gestionale in quanto ho trasmesso poco regole ma chiare, del “ Galateo in DAD”. Mi sono rapportata a loro come in classe, coinvolgendoli a turno e non trascurando nessuna loro necessità comunicativa ed informativa. Li ho trovati collaborativi, rispettosi e recettivi, e ho mantenuto alto il loro entusiasmo coinvolgendoli anche con favole che ho narrato per loro,  attraverso audio-video, in momenti pomeridiani durante ore asincrone, aggiuntive.

Ritengo di essere in grado, in base alla mia esperienza ultra-ventennale, di saper cogliere e valutare il grado di interiorizzazione del sapere, dei miei alunni, in base al modo di esporre e di compiere collegamenti logici, analogici ed interdisciplinari.

Il mio modo di spiegare e di rapportarmi agli alunni rimane invariato tra DAD e presenza, ciò che cambia è il percosso che io stessa scelgo in base alle modalità nelle quali ci troviamo ad operare, in DAD lavoro maggiormente sul ripasso, sull’approfondimento e sulla logica.

Insegnante Religione di un Liceo di Parma

Insegnando religione ho cercato di coltivare entrambe le possibilità: i ragazzi hanno da subito partecipato al 100% alle lezioni mostrando la necessità di trovarsi in una situazione “non giudicante”, di dialogo, approfondimento dei sentimenti, paure, sensazioni. Ma hanno anche apprezzato la possibilità di conoscere contenuti, di appoggiare la loro esperienza su “giganti” della fede, dell’arte, della letteratura. Quindi ho dato forse più contenuti di quanto avrei potuto fare nella normale ora di lezione in aula, spesso caratterizzata dai “corpi in contatto” e disturbatori.

Non ho trovato difficoltà, ho cercato di imparare subito la tecnologia del mezzo mediatico, ho proiettato film, fatto lavorare a gruppi, dialogato, fatto presentare ai ragazzi loro esperienze, ho invitato testimoni…il mezzo computer ha molte opportunità. La difficoltà è monitorare cosa succede al di là dello schermo quando i ragazzi tengono chiusa la telecamera. Questo il vero problema.

Un docente capisce abbastanza bene chi sa cosa, senza eccessive valutazioni. A distanza è oggettivamente più complesso valutare lo scritto, ma non l’orale.

Nella mia materia penso paradossalmente meglio a distanza, almeno sul momento. La memorizzazione e interiorizzazione nel tempo dei contenuti è problematica comunque, sia a distanza che in presenza.

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Le nostre domande per gli studenti :

Come hai vissuto la DAD, cosa ti è cambiato nella quotidianità dei contatti umani ?

In assenza di contatti quotidiani con i tuoi compagni di scuola e con i tuoi professori, hai mantenuto rapporti con loro al di fuori dell’orario normale di insegnamento e di frequentazione

L’insegnamento a distanza, dietro uno schermo di un computer, riesce a darti la stessa preparazione e tranquillità di formazione culturale rispetto alla didattica in presenza.

 

Studentessa, terza liceo scientifico Edoardo Amaldi –  Roma

La quotidianità è cambiata completamente, come ovvio stare 6 ore davanti al personal computer non è la stessa cosa che avere rapporti con professori e compagni di classe. Innanzitutto è stancante per gli occhi e per la mente, perché non c’è nemmeno un po’ di riposo, di interruzione, alla fin fine parlando anche con gli altri compagni ci rendiamo conto che finita la giornata davanti al personal computer ci addormentiamo. Inoltre questa nuova situazione ha fatto sì che i professori aumentino le quantità di compiti da fare a casa, il che non è sempre né semplice né fattibile. Un po’ perché alcuni di noi hanno cercato di mantenere un tipo di vita normale, il che vuol dire qualche piccolo hobby, un allenamento, qualcuno ha un piccolo lavoretto, il che impedisce poi di rendere quanto si dovrebbe.

Questo nuovo modo di fare scuola ha stretto ancora di più i rapporti fra compagni, soprattutto dopo la lezione. Ci sentiamo spesso per commentare, per fare delle valutazioni, per scambiarci pensieri e spesso delle domande. Quanto al discorso del mantenimento dei rapporti alcuni professori sono completamente assenti, finita la lezione stop!  Altri invece ti sostengono in qualche modo, logicamente a distanza.

Parlare di preparazione, di assorbire quanto ti viene insegnato è abbastanza difficile. Perché le distrazioni sono tante, seppure cerchi di “escluderti” dall’ambiente, stando in casa non sei come in classe, di conseguenza un fratello, la mamma, un telefono che squilla ..di distrazioni ce ne sono tante.

Per quanto riguarda la preparazione rispetto alle materie insegnate durante l’orario giornaliero dipende molto dalle materie. Per le materie scientifiche forse è più semplice, per noi che siamo allo scientifico, però sento che chi fa materie classiche, come l’italiano o la storia o la filosofia, ha maggiori difficoltà. Delle volte sembra di sentire una voce che viene dal muro e se interveniamo di parlare col muro.

Con il fatto che, come prima dicevo, ci caricano di compiti spesso e volentieri è difficile mantenere la stessa voglia di studiare nel pomeriggio. Io penso di essere molto corretta e onesta e quindi capita spesso che studio fino a tardi da sera, per cercare di mantenermi in linea con le materie trattate, ma diventa faticoso ed estraniante.

Studente delle medie di Parma

All’inizio ero felice di stare nella tranquillità della mia casa, ma presto mi sono accorto che i momenti che avevo passato con i miei compagni erano stati una parte fondamentale per la mia felicità ed è proprio perdendoli che mi sono accorto della loro importanza.

Sì! Sono rimasto in contatto tutti i giorni con alcuni dei miei compagni di classe, ben oltre le ore che avrei passato con loro a scuola. Questo mi ha permesso di rafforzare la nostra amicizia nata da poco. Posso dire che tutto ciò è stato un aspetto positivo della DAD.

Certamente no, stare in presenza in aula permette di apprendere in modo migliore e più stimolante.

Sì! Sono riuscito a studiare in autonomia , ma la mancanza del confronto tra alunni e professori che avviene in classe durante le spiegazioni, a volte ha reso le materie più difficili da comprendere.

 

Studente 3° Liceo Scientifico di Parma

Ho vissuto la DAD come un enorme cambiamento nella mia quotidianità, ma la percepisco come una buona cosa in un momento così difficile per non avere contatti con persone che potrebbero avere il covid. Mi è cambiato il fatto di incontrare e relazionare con nuove persone anche al di fuori della scuola, e di avere molti meno contatti con persone che già conoscevo.

Si ho mantenuto rapporti, prima delle verifiche studiamo insieme e distanza o comunque ci scriviamo per sapere come stiamo.

Sono abbastanza tranquilla perchè è stato uno degli anni in cui mi sono impegnata di più e ho studiato tanto quanto avrei fatto in presenza, i professori si sono impegnati anche se magari con alcune materie è più complicato. Sono dell’idea che se una persona voglia impegnarsi lo faccia indipendemente dalla presenza o la distanza.

Si lo faccio e con tanta organizzazione e concentrazione riesco a studiare tutto quello che mi sono prefissata in modo accurato.

 

 

Foto di apertura di PublicDomainPictures da Pixabay