In un tempo di necessaria essenzialità c’è bisogno del sostegno di beni primari, di beni comuni. Ma, nonostante il brainstorming che tutto propone come scontato, a tutt’oggi l’elemento acqua non è acclarato e indiscusso bene primario comune. Uno scandalo nel Paese delle acque minerali che attraversano la penisola e decretano il curioso fenomeno per cui un bolzanino è spinto commercialmente a bere il prodotto siciliano e, omologamente, il cittadino insulare magari quella del Triveneto. Sarebbe una spinta al veganesimo a esempio ricordare quanto costa al genere umano la commercializzazione di un chilo di carne bovina in termini di valore idrico? La pretesa di una crescita esponenziale si scontra con una terra che si scalda sempre di più, con ghiacciai in disfacimento, con gradienti termici in aumento di 1,5 gradi annui. Il pianeta scoppia e le prospettive di sopravvivenza globale non vanno oltre il 2045. C’è un valore che misura le quantità di emissioni di ogni nostra scelta alimentare. Lo registra lo scontrino ambientale che esprime alla cassa il valore di CO2 annui e lo sviluppo in metri cubi d’acqua. Sono indicazioni quasi penitenziali su cui non è il caso di infierire. Mezzo chilo di carne rossa vale 7.700 litri d’acqua e 3 kg di anidride carbonica. L’olio d’oliva pesa come 13.000 litri d’acqua. Sono dati che, se acquisiti dal consumatore, potrebbero sensibilmente migliorare la sua sensibilità ambientale. Scelte consapevoli che, a un certo punto del nostro sviluppo, diventano necessarie e indispensabili.
La politica si fa anche a tavola, parte dal carrello della spesa e si sposa con un corretto uso dell’acqua. Gli italiani hanno in parte assimilato l’uso preferenziale della doccia rispetto al tradizionale bagno. Ma la dispersione idrica degli acquedotti è un fattore nocivo. A Roma questa dispersione è calcolata in 45% secondo l’Istat (Il 29% secondo la Raggi): incuria, scarsa manutenzione istituzionale le cause della disfunzione. Il World Resource Institute (WRI) ha calcolato che la domanda globale del consumo di carne e latticini è destinata a impennarsi del 70% rispetto al 2010. Piano inclinato di uno sviluppo non più sostenibile. L’obesità degli americani è un riflesso di questa dissennata alimentazione. Il 22 marzo scorso è stata la giornata mondiale dell’acqua. Chi se ne è accorto? Intanto nel dicembre del 2020 per la prima volta nella sua storia l’acqua è stata quotata in Borsa diventando un bene finanziario. Fateci caso, non è bene comune ma può essere oggetto di rischiose speculazioni legate all’innalzarsi delle tariffe per la sua gestione. Parlare della cronica mancanza di acqua in Africa vuol dire ricordare che il 50% di tutti i casi di mal nutrizione è associato a diarrea ripetuta o infezioni da vermi intestinali per il risultato diretto dell’inadeguatezza di acqua, servizi igienico-sanitari e, più in generale, scarsa igiene. Su un altro piano come è possibile esportare i vaccini in quel continente quando trasporti e temperature di mantenimento non posso essere mantenuti? Le previsioni dicono che l’Italia vivrà una condizione di grave stress idrico tra 19 anni. Ma chi si preoccupa del futuro con una politica che non guarda al di là del marketing del giorno dopo?
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