Ogni giorno sempre più riusciamo a percepire che il futuro è già presente, e il ruolo dell’architetto è notevolmente cambiato rispetto al passato. In primo luogo sono cambiate le competenze richieste e necessarie, non più solo applicazioni accademiche ma molte altre sono le conoscenze che dovranno diventare parte integrante del processo di progettazione del progetto architettonico.
Come ci ricorda anche Ursula Von Der Leyen, per attuare il Green Deal europeo e portare l’Europa ad essere il primo continente ad impatto climatico zero nel 2050, il ruolo dell’Architettura si deve porre come contributo irrinunciabile in un nuovo progetto culturale, in un cambiamento sistemico caratterizzato da un’impronta estetica dove convergano nuovi stili e maggior sostenibilità, si tenga conto degli ecosistemi fin dalla progettazione, mediando tra vincoli strutturali, sostenibilità e riutilizzabilità degli edifici. Le intuizioni progettuali dovranno essere elaborate con simulazioni informatiche, utilizzando gli strumenti delle valutazioni di impatto ambientale e dell’efficienza delle risorse dei materiali, al massimo riciclabili, visualizzando, prima che vengano costruite, tutte le caratteristiche degli edifici e delle città vivibili e in sintonia con la natura, ricordando sempre che natura e architettura non sono opposti ma complementari.
La nuova prospettiva dell’Architettura dovrà dunque assicurare il risparmio di suolo, contrastare gli effetti o adeguarsi ai problemi prodotti dal cambiamento climatico e trovare soluzioni per soddisfare l’esigenza di una maggiore sostenibilità per l’ambiente. Lo spazio sulla Terra diventa sempre più prezioso, e una delle soluzioni sostenibili sarà vivere in verticale. È prevedibile che le città del futuro avranno uno sviluppo verticale piuttosto che orizzontale, cosa che in molte situazioni si rivelerà necessaria per permetterci di fronteggiare l’incremento della popolazione mondiale. La progettazione anche di un’agricoltura in verticale consentirà inoltre alle colture di crescere con un minore impatto sull’ambiente. Soluzioni interessanti sono già state proposte, molte sono in progetto.
Uno straordinario esempio di interazione di tecnologie strutturali avanzatissime in un complesso villaggio verticale è stato progettato dallo Studio di Ole Scheeren a Singapore e sarà una sicura fonte d’ispirazione per fantastici futuri progetti architettonici. E ormai ovunque ci si orienta verso le “case smart”. Tutte le nuove, ma anche le vecchie costruzioni, dovranno aspirare a un’efficienza energetica, a sistemi di coibentazione che riducano al minimo le dispersioni termiche, a soluzioni per la riduzione dei consumi e dell’inquinamento, con tecnologie in grado di ottimizzare i valori di ventilazione e di luminosità. Una priorità dell’architettura verso l’ambiente dovrà riguardare anche la gestione dei cantieri edili, riservando una particolare attenzione alla riduzione della quantità dei rifiuti prodotti.
Le nuove tecnologie costruttive e l’automazione dovranno garantire una maggiore e migliore produttività e un minor inquinamento. La domanda della nuova architettura è dunque variegata, riguarda la nuova concezione degli spazi, la flessibilità, la necessità di integrare il verde nel tessuto urbano, la capacità di innovare i servizi per una maggior efficienza, soprattutto per quelli sociali e sanitari, deve sostenere la nuova domanda del retail alimentare, e nel complesso si definirà nella domanda sincretica di una città sostenibile.
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