La riforma del fisco, annoso problema politico italiano, troverà una soluzione? Parte integrante della ripresa economica, così l’ha definita Mario Draghi, non viene trattata nel dettaglio nel Recovery Plan italiano. È stabilita, però, una tabella di marcia: entro la fine di luglio il governo intende presentare i “pilastri” della riforma.
A che punto siamo?
Ne parliamo con il vice presidente della commissione parlamentare Finanze della Camera, Alberto Gusmeroli, dottore commercialista, che mi riceve nel suo ufficio di vice sindaco di Arona, ridente cittadina sul Lago Maggiore, di cui per due mandati è stato sindaco.
Onorevole Gusmeroli: molti non sanno cos’è una commissione parlamentare. Ce lo può spiegare?
È l’art. 72 della Costituzione che prevede le commissioni parlamentari: si tratta di organi collegiali espressione del Parlamento che ha poteri consultivi, ispettivi sulle interpellanze parlamentari, poteri legislativi “indiretti”, per così dire: la commissione Finanze, in particolare, in questo periodo sta elaborando un progetto di legge di riforma fiscale da sottoporre al governo.
Qual è la composizione della commissione Finanze?
Ogni forza politica ha il proprio rappresentante, che fa la propria proposta di riforma che viene dibattuta all’interno della commissione.
Il confronto all’interno della commissione come avviene?
Ogni forza politica rappresentata, dal Pd, alla Lega, a Forza Italia e Fratelli d’Italia, ha depositato una propria proposta di riforma: tutta la commissione le vaglia, le discute e trova un punto di sintesi sul quale vi sia l’accordo di tutti. Ma non si lavora solo sulle proposte dei partiti: il lavoro della commissione consiste anche in un vasto confronto con le forze sociali. Abbiamo fatto audizioni, per esempio, con ANCI; OCSE, FMI, associazioni di categoria: in totale oltre 65 audizioni e da tali confronti la commissione ha potuto avere un quadro completo delle esigenze del paese.
Tutto ciò è nello spirito di massima trasparenza: le audizioni sono tutte pubblicate.
Poi si passa al confronto tra le diverse proposte dei partiti…
Certamente, che tengono conto dei risultati delle audizioni: lo spirito con cui lavora la commissione è quello di trovare elementi in comune tra le diverse proposte sul tavolo. Su taluni temi vi è piena concordanza di opinioni: tutti sono d’accordo che è necessaria una netta semplificazione del sistema fiscale, che porta con sé una semplificazione contabile e burocratica. Siamo d’accordo che è ormai improcrastinabile il riordino delle deduzioni fiscali, troppo numerose, e che l’attuale ordinamento fiscale, composto da circa 800 leggi, che talvolta si sovrappongono e accavallano, va rivisto non con leggi “correttive”, ma con una visione di ampio respiro.
Il fisco viene vissuto spesso come un nemico da combattere e il contribuente visto come un “furbetto”…
È necessario, invece, un fisco amico e un contribuente amico: questo si può ottenere anche rendendo realmente efficace e rafforzando lo Statuto del Contribuente, troppo spesso disatteso. L’obiettivo è quello di mettere in condizione i privati e le imprese di far fronte all’onere fiscale nel bene del paese. Il tutto in un’ottica costituzionale. La riforma deve essere assolutamente portata a termine: ricordiamo che la Banca Mondiale annovera l’Italia tra i paesi dal sistema fiscale più complicato al mondo e con una pressione fiscale tra le più elevate.
Allude al principio di proporzionalità dell’imposizione fiscale?
Certo: ricordiamo che l’art. 53 della Costituzione stabilisce che l’obbligo di pagamento delle imposte deve rispettare la capacità contributiva del cittadino e ciò non in astratto ma facendo riferimento alla sua effettiva possibilità economica. Tale risultato si può ottenere in diversi modi, che la commissione sta vagliando. Non dimentichiamo – anche – che l’art. 47 della Costituzione incoraggia esplicitamente l’accesso del risparmio per la proprietà della prima casa. Sono diversi gli aspetti da considerare sotto il profilo costituzionale.
Il lavoro della commissione è, come vede, delicato e estremamente importante.
Che tempistica ha la commissione?
Entro il 30 giugno la commissione della Camera e quella del Senato avranno ultimato i propri lavori. In tal modo, rispettando il timing che il governo si è dato, prevediamo che la legge delega possa essere varata entro il 31 luglio.
Che tempi sono previsti, invece, per la legge definitiva di riforma?
L’obiettivo è a 15 mesi dalla legge delega. La commissione lavora avendo ben presente quale sia l’obiettivo. E da ultimo, ci tengo a dire, che una delle nostre finalità è di far sì che, in un’epoca di grande spinta alla digitalizzazione, che sarà caposaldo del futuro del paese e anche del fisco che interessa tutta la popolazione, vorremmo che le semplificazioni non vengano “vanificate” da una un’informatizzazione “estrema”, che allontanerebbe i cittadini e creerebbe anche problemi ai professionisti, che li affiancano nei loro rapporti con il fisco.
Onorevole Gusmeroli: è ottimista? Ce la faremo?
Di carattere sono ottimista. Un amministratore pubblico e rappresentante eletto dal popolo ha il dovere di esserlo. Ottimismo, competenza e azione prudente. Questi sono i miei “pilastri”.
Ringraziamo molto il vice Presidente della commissione Finanze per le spiegazioni chiare e anche noi vogliamo essere ottimisti.