Andreina Contessa è direttrice regionale del Museo Storico e del Parco del Castello di Miramare a Trieste e degli altri musei regionali del Friuli Venezia Giulia, da poco riconfermata nell’incarico. La sua gestione del patrimonio culturale regionale, finora brillante, ha per fortuna fatto dimenticare quella del suo criticatissimo predecessore.
In recente articolo (Il Piccolo, quotidiano di Trieste, 3 giugno 2021). Contessa ha evidenziato come, in un momento di ripartenza come l’attuale, di cui si hanno incoraggianti segnali anche nel settore turistico, sia opportuno intervenire sul rapporto tra cultura, infrastrutture e trasporti nella consapevolezza che il patrimonio culturale storico-artistico-architettonico-archeologico è uno dei maggiori punti di forza dell’economia del Paese.
Contessa incoraggia a cogliere l’occasione degli accordi economici con l’estero per trainare la comunicazione culturale e turistica, coinvolgendo, assieme alle imprese, le istituzioni culturali del territorio interessato dagli investimenti.
Ogni città e regione d’Italia è ricca di attrattive culturali. Contessa esorta a promuoverne la conoscenza e la fruizione di tutto quanto può offrire nel campo della cultura nel momento stesso in cui si tenta di attrarre investimenti stranieri di tipo industriale o commerciale.
Nell’associarci a quella sollecitazione, diciamo che non si può più, non si deve più considerare la Cultura come un valore aggiunto, ma come uno dei principali fattori di traino dell’economia locale e nazionale.
L’Italia ha la fortuna di possedere un patrimonio culturale unico al mondo, ovunque invidiato all’estero. Occorre valorizzarlo maggiormente, ai fini non solo dello studio e della ricerca scientifica, ma anche economici, in particolare ai fini dello sviluppo turistico, come si fa con le opportunità di investimento industriale e commerciale, e con i prodotti enogastronomici.
Il potenziamento delle attività promozionali richiede che si mobilitino, a fianco delle istituzioni preposte, anche gli investitori privati, con il coinvolgimento di tutti coloro che fanno cultura nel territorio, e che si investa di più nel settore delle infrastrutture stradali, ferroviarie, aeroportuali, digitali, e in quello della mobilità urbana. Inoltre, richiede la creazione di un nesso di collegamento tra le stazioni d’arrivo dei turisti, i musei, le aree archeologiche, gli hotel e i templi dell’enogastronomia. Principalmente, occorre che gli investimenti privilegino il settore delle infrastrutture, il cui sviluppo è d’importanza fondamentale per incrementare la capacità competitiva.
Occorre inoltre che i musei e le aree archeologiche si attrezzino per comunicare meglio con i visitatori, mettendo a disposizione, ogni sorta di informazioni utili, anche e soprattutto per via digitale, sviluppando anche i collegamenti smart, per una migliore fruizione dei beni culturali conservati, e per attrarre nuovi visitatori.