Tutti conoscono le tre repubbliche baltiche Lituania, Lettonia, Estonia e la maggior parte dei cultori della geografia politica sapranno anche abbinarvi correttamente le tre città capitali, rispettivamente, Vilnius, Riga e Tallin ma non tutti sanno che oggi, senza esagerare, l’Estonia rappresenta la frontiera europea più avanzata in termini di innovazione digitale e semplificazione amministrativa.
Entrando a Tallin, dall’autostrada che collega l’aeroporto internazionale di Tartu Maantee alla capitale, si ha subito l’abbagliante colpo d’occhio dello skyline del quartiere finanziario: grattacieli a specchio, che enfatizzano le forme geometriche di ogni prospetto, dominano dall’alto una Città Vecchia dove ancora svettano fiere le guglie e i campanili rigorosamente gotici, che insieme alle viuzze suggestive del centro storico, alle mura medievali e ai palazzi delle corporazioni, sono sito Unesco dal 1997.
Di lingua e tradizione Ungarofinnica, la nazione più ad est dell’Europa è registrata ufficialmente quale paese “nordico” e, se non fosse sulla sponda sud del Mar Baltico, sarebbero tutti ben lieti di appartenere alla Scandinavia.
Tra le repubbliche baltiche l’Estonia è stata la prima ad aderire all’€uro nel 2011, dando così maggiore stabilità alla moneta, continuità alla crescita economica che vive ormai da decenni (crisi del 2008 a parte) e confermandosi terra prediletta per gli investitori stranieri, in particolare scandinavi, anche grazie alla totale detassazione degli utili d’impresa.
L’Estonia è stata, ed è ancora, terra di innovazione digitale, non a caso patria del colosso Skype, pioniera del voto online alle elezioni politiche da ormai oltre 15 anni e con una semplicità delle procedure amministrative che sarebbe disorientante per noi italiani.
A proposito di innovazione digitale, abbiamo chiesto a due giovani talenti italiani, che da anni vivono a Tallin, come sono la vita e il lavoro a quelle latitudini: «Lavoro a Tallin per una multinazionale estone, come direttore vendite nelle Americhe», ci racconta Marco E. originario della provincia milanese e laureato in Economia del turismo in Bicocca, «mi trovo a mio agio con i climi nordici e mi adatto facilmente ai cambiamenti.
Tra le tante offerte di lavoro vagliate nel post laurea scelsi l’Estonia, e Tallin, che già avevo visitato da ragazzo, per il clima di ottimismo che si respira in città e la dinamicità del mercato del lavoro. Certamente ho portato un po’ di Italia nel mio ambiente di lavoro, dove sono il più estroverso e sempre il primo a proporre suggerimenti e cambiamenti alla direzione. Insomma se non proprio un rappresentante sindacale, mi sento il più “battagliero” del gruppo».
A Claudio R., pugliese doc, con una preparazione universitaria politico-economica conseguita tra Bari e Londra, abbiamo chiesto due aggettivi per descrivere l’Estonia: «Efficiente e meritocratica certamente» ci dice con entusiasmo, «il mio feeling con Tallin, sviluppatosi già in periodo universitario, si è concretizzato in una scelta di vita compiuta non senza vagliare interessanti occasioni di lavoro in patria, ma i ritmi calmi del luogo, la vita resa più semplice dai servizi offerti ai cittadini e dalla burocrazia quasi assente mi hanno indotto a trasferirmi a più alte latitudini, dove lavoro nel settore del digital advertising come senior media buyer. Mia moglie e mio figlio completano la mia vita nella meravigliosa Tallin. Dell’Italia, però, non ho abbandonato la cucina, in cui anzi mi diletto con buon profitto e per la felicità dei nostri amici estoni. La gente qui è molto riservata ma anche schietta e sincera e soprattutto c’è un grande senso di comunità, dove ognuno si impegna per la crescita del proprio Paese».
Insomma l’Europa unita si conferma sempre spazio di crescita e confronto, personale e professionale. Con l’auspicio che le politiche economiche espansive post-Covid possano definitivamente consolidare la fiducia dei cittadini europei nel sistema politico-economico continentale, guardando al futuro senza scetticismo.