La Conferenza sul futuro dell’Europa è un’operazione molto ambiziosa, dalla governance complessa e dagli esiti per ora non prevedibili» esordisce così l’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci in un’intervista concessa in esclusiva al sito “TUTTI europa ventitrenta” dopo essere stato nominato co-presidente, insieme all’ex ministro Paola Severino, del Comitato scientifico, istituito con un decreto dal governo italiano per coordinare la partecipazione dell’Italia alla Conferenza sul futuro dell’Europa.
Lo scenario in cui è nata la Conferenza sul futuro dell’Europa è relativamente favorevole dice Nelli Feroci «in particolare rispetto alle condizioni in cui si trovò l’Europa dopo la gestione della crisi economica e finanziaria».
Oggi invece il modo in cui l’UE ha gestito soprattutto le conseguenze economiche della crisi pandemica è stato valutato in modo globalmente positivo dalle opinioni pubbliche nazionali ed è un momento positivo di crescita dell’immagine dell’Europa presso i cittadini europei. Naturalmente ci sono stati sviluppi anche in contro tendenza per esempio per la gestione della campagna vaccinale ma comunque questo è un momento positivo».
«Certo il sentimento e il grado di entusiasmo cambia molto da paese a paese – prosegue Nelli Feroci – e ci sono le incertezze sui prossimi esiti elettorali in alcuni paesi, senza dimenticare che alcuni Stati sono molto restii ad accettare gli stessi standard in materia di stato di diritto e hanno una visione esclusivamente utilitaristica della loro appartenenza a questa Unione. Le incognite quindi permangono ma globalmente non è un momento dei peggiori».
Attuale presidente dello IAI, Istituto Affari Internazionali, e diplomatico di carriera dal 1972 al 2013, Ferdinando Nelli Feroci è stato rappresentante permanente d’Italia presso l’Unione europea a Bruxelles dal 2008 al 2013 e capo di gabinetto (2006-2008) e direttore generale per l’integrazione europea (2004-2006) presso il ministero degli Esteri.
Esperto quindi di affari europei sia per titoli che per esperienza è oggi docente alla LUISS ed è stato docente all’Istituto Universitario Orientale di Napoli e fellow presso il Center for International Affairs, dell’Università di Harvard e nel giugno 2014 è stato anche per diversi mesi Commissario europeo all’Industria nella Commissione presieduta da Manuel Barroso.
Ed è sulla base di queste competenze che l’ambasciatore può oggi consigliare il governo sulla sua partecipazione alla Conferenza sul futuro dell’Europa che, secondo Nelli Feroci «ha un meccanismo di governance molto complesso, definito attraverso un accordo interistituzionale che non è stato facile raggiungere».
«Il grado di entusiasmo sembra per ora ridotto e non c’è ancora una grande mobilitazione quindi per ora si tratta di una scommessa che risulterà vincente nel momento in cui si riuscirà a coinvolgere un numero significativo di non addetti ai lavori per rispondere al quesito cosa vi aspettate dall’Europa, dall’Unione europea. È una strada in salita ma potrebbe essere una opportunità straordinaria se ben gestita».
«Quello che bisogna assolutamente cercare di evitare – ammonisce Nelli Feroci – è che se mal gestita produca effetti o conseguenze non desiderabili perché non ci vuol nulla a trasformare una occasione di questo tipo in uno sfiatatoio di sentimenti antieuropei». Per questo l’ambasciatore sostiene la necessità di una campagna di informazione e di una organizzazione seria dei panel di discussione nazionali previsti dalla Conferenza.
Ed è anche per questo che l’ambasciatore apprezza molto l’iniziativa dell’associazione “TUTTI europa ventitrenta” di partecipare attivamente al dibattito che si sta sviluppando sulla piattaforma digitale della Conferenza (vedi articolo precedente) e considera «molto buone e condivisibili» le attuali sette proposte che l’associazione ha introdotto nella piattaforma digitale «alcune più sensibili e delicate ma in generale delle ottime proposte».
In particolare la proposta di unificare il ruolo di presidente della Commissione UE con quello della presidenza del Consiglio è «una riforma auspicabile – secondo Nelli Feroci – e sicuramente da perseguire, una riforma di buon senso per superare i problemi di rappresentanza esterna dell’Unione come voi avete evidenziato con l’esempio del “sofagate” (quando il presidente turco Erdogan ha lasciato in piedi la presidente della Commissione UE Von der Leyen mentre il presidente del Consiglio UE Charles Michel se ne stava comodamente seduto n.d.r.) e a volte è ridicolo che i due presidenti vadano in giro insieme con ruoli non sempre perfettamente chiari. Ma anche se è vero che si potrebbe fare senza modificare i trattati questa riforma andrebbe ad alterare un delicato equilibro tra istituzioni che hanno prerogative diverse».
Anche le due proposte di “TUTTI” relative al bilancio dell’Unione europea piacciono a Nelli Feroci che ricorda che la proposta di rendere permanente il meccanismo previsto per il finanziamento del programma SURE era stata già una proposta dell’Italia ai tempi del ministro Padoan ma che questo «meccanismo di sostegno europeo contro la disoccupazione si potrebbe attuare se si avesse un bilancio che dispone di risorse consistenti».
Per questo Nelli Feroci condivide anche l’altra proposta dell’associazione “TUTTI” di mettere mano alla parte entrate del bilancio comunitario e «stiamo aspettando delle proposte concrete da parte della Commissione in questo senso ma – aggiunge – l’aspetto molto importante è che l’aumento del tetto delle risorse proprie è già stato approvato da tutti i parlamenti nazionali e questo non era per niente scontato».
Secondo Nelli Feroci si tratta di due proposte «politicamente molto significative» e alla domanda sulla loro possibilità di successo risponde con un incoraggiante «non siamo nel mondo della fantascienza».
Concorda sui principi anche della proposta di una Carta delle donne europee della Cultura perché sul dilemma delle migrazioni e sull’Unione europea della salute «un’area di policy non molto esplorata e in cui i limiti di queste competenze dell’Unione sono emerse con questa crisi» commenta Nelli Feroci, «la lezione del Covid non può passare senza che ci sia una presa di coscienza e qualche decisione perché per adesso abbiamo potuto fare solo del bricolage con delle basi giuridiche debolissime, pur rispettando la sussidiarietà. Ma c’è da fare sotto molti profili, sotto l’aspetto dei meccanismi di prevenzione dei meccanismi di allerta, degli scambi di informazioni, dei programmi comuni per lo sviluppo di terapie, insomma c’è da sbizzarrirsi anche senza immaginare riforme dei Trattati».
Un solo appunto alla proposta di rendere obbligatorio il programma Erasmus per gli studenti universitari «l’obbligatorietà scatena sempre molte obiezioni – commenta Nelli Feroci – basta vedere cosa sta succedendo sui vaccini, ma sicuramente è necessario aumentare la dotazione finanziaria di questo programma per renderlo più ampio e più utilizzabile possibile».
«Comunque quando si fanno queste proposte bisogna essere ambiziosi e anche provocatori» conclude Nelli Feroci nel complimentarsi con queste proposte e incoraggiando non solo l’associazione “TUTTI” a prendere parte attivamente alla Conferenza sul futuro dell’Europa nella speranza che altri singoli o altri gruppi di cittadini vogliano dare il loro contributo e partecipare.