Il Movimento di Cooperazione Educativa festeggia 70 anni di impegno nella ricerca didattica e nella formazione dei docenti per una scuola democratica e cooperativa
Il MCE nasce a Fano nel 1951, sulla scia del pensiero pedagogico e sociale di Célestin ed Elise Freinet, ad opera di alcuni maestri fautori dell’educazione attiva (Giuseppe Tamagnini, Margherita Zoebeli, Aldo Pettini, tra gli altri) che unirono insegnanti, pedagogisti, educatori attorno ad un progetto di pedagogia popolare per l’innovazione educativa, il diritto all’istruzione e la professionalità docente. La dimensione internazionale del Movimento si realizza nel collegamento alla Féderation Internationale des Mouvements d’École Moderne, che opera a livello mondiale per la piena attuazione dei diritti dell’infanzia e dei giovani e promuove scambi internazionali tra insegnanti, educatori e scuole e che unisce le scuole che si rifanno all’attivismo pedagogico e alla pedagogia popolare. Hanno fatto parte del Movimento di Cooperazione Educativa docenti, educatori, studiosi come Bruno Ciari, Mario Lodi, Raffaele Laporta, Albino Bernardini, Alberto Manzi e tanti altri.
Da allora molte cose sono cambiate nella scuola e nella politica italiana. Per affrontare l’emergenza educativa, fortemente aggravata dalla pandemia, occorrono approcci nuovi, nuovi sguardi, nuove idee per rispondere alle domande e ai bisogni del nostro tempo. Come accertato dall’Invalsi, la DaD ha aumentato le disuguaglianze e l’insuccesso scolastico soprattutto nelle fasce più deboli e nelle aree più emarginate del Paese, con particolare riguardo al Mezzogiorno.
C’è bisogno, quindi, di un rinnovato impegno per contrastare la povertà educativa e il rischio di esclusione sociale che incombe sul futuro dei giovani e riportare la scuola al centro del processo di modernizzazione. In occasione delle celebrazioni del 70esimo, il Comitato promotore del MCE ha programmato diversi appuntamenti a dimensione nazionale e locale che attraverseranno la penisola con l’intento di “ tessere il futuro lungo i fili della pedagogia popolare.”
La presentazione dell’iniziativa si è tenuta a Fano nel maggio scorso. Il primo appuntamento è per il prossimo 25 settembre a Napoli dove, nella sala del Convento San Domenico Maggiore, ci si confronterà su “Ecosistemi formativi e lotta alla dispersione scolastica e all’abbandono”. Saranno presenti esponenti della politica e della più avanzata cultura pedagogica e sociale. Nel mese di ottobre l’Associazione si ritroverà prima a Palermo per discutere di intercultura e accoglienza e poi a Firenze, per un incontro sulla storia della rivista Cooperazione Educativa e sul contributo di Scuola Città Pestalozzi all’attivismo pedagogico e alla rinascita della scuola nel dopoguerra.
Gli eventi proseguiranno nel mese di novembre a Torino con un focus su Fiorenzo Alfieri, amministratore visionario oltre che insegnante, protagonista per un cinquantennio della qualificazione della vita culturale della città. A dicembre il MCE si ritroverà poi a Venezia, per ripercorrere la storia della cooperazione in Italia e del suo ruolo nella costruzione di una scuola aperta a tutti e sempre più inclusiva.
A gennaio ’22 l’Associazione sarà a Roma per uno sguardo sul futuro della scuola che riparte, con il contrasto a ingiustizie e diseguaglianze, anche grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Le celebrazioni si concluderanno al Centro Educativo Italo Svizzero di Rimini che ha visto crescere il Movimento e che rappresenta un’esperienza storica di confronto pedagogico e di cooperazione internazionale di alto livello.
A Rimini il Movimento di Cooperazione Educativa traccerà i suoi impegni per il futuro, senza trascurare il contrasto alle nuove povertà, impiegando le nuove tecnologie in pratiche ecologiche e solidali, per rendere la scuola veramente inclusiva.
Si celebra cosi un anniversario che per i promotori vuole essere “ plurale, policentrico, in grado di restituire una memoria, ma soprattutto capace di stare nel presente, di interrogarlo e, alla luce di un cammino lungo 70 anni, provare a tracciare prospettive future, su vecchi e nuovi temi.” Come sottolinea la Segretaria nazionale Anna D’Auria: “Per il Movimento di oggi i punti fermi sono chiari: contrastare ingiustizie e diseguaglianze , orientare la ricerca pedagogico-didattica, costruire una diversa relazione genere umano/ambiente, fare dell’educazione interculturale un orizzonte intenzionale”.
Il Movimento di Cooperazione Educativa, nato grazie ai grandi Maestri che hanno cambiato la scuola italiana nel dopoguerra, continua a farsi sentire. Forte della sua storia e della presenza dei gruppi territoriali da Sud a Nord del Paese, con il ‘70esimo compleanno, il MCE raccoglie una nuova sfida: rimediare ai danni provocati dalla pandemia. Con questi Maestri è difficile non condividere nuovi progetti di cambiamento della scuola. Per questo facciamo loro tanti auguri e li esortiamo nel continuare ad impegnarsi con la formazione, la ricerca e l’innovazione didattica per il futuro rinnovamento civile e democratico della nostra scuola .