Chantilly… una bella città nel dipartimento dell’Oise, in Piccardia, a Nord Ovest di Parigi.
Camminando dalla stazione verso il magnifico castello si percorre un lungo viale alberato, che si apre poi verso l’ippodromo, inaugurato nel 1834! Concorsi ippici famosissimi si svolgono qui. Il premio di Diana è la ricercata vetrina di tante signore per esibire cappelli eleganti e originali.
A pochi metri ci sono le imponenti Ecuries, splendide scuderie volute da Louis-Henri de Bourbon, settimo Principe di Condé, persuaso che si sarebbe reincarnato in un cavallo! Prossimo alla morte si fece portare qui nelle scuderie per essere riscaldato dai cavalli.
Davanti ad uno degli ingressi si trova la statua di Henri d’Aumale, figlio del Re Luigi Filippo e Maria Amelia di Borbone Sicilia. Nel 1830 ereditò dal padrino Louis VI de Condé quello che rimaneva del prestigioso castello di Chantilly, grandi foreste ed altri importanti beni, divenendo così il bambino più ricco d’Europa.
Pochi metri più lontano appare il suggestivo bellissimo castello, in parte ricostruito da Enrico di Orleans tra il 1876 e il 1882, circondato da magnifici giardini disegnati dal grande paesaggista André Le Notre che pochi anni più tardi venne chiamato dal Re Sole per i giardini di Versailles. A Chantilly André Le Notre immaginò splendidi specchi d’acqua, ed un lungo canale.
Il nuovo edificio voluto dal Duca di Aumale fu concepito per ricevere invitati prestigiosi ai quali era felice di far ammirare i capolavori delle sue collezioni di pittura e manoscritti rari. Il Duca denominava i suoi tesori (tra cui tre dipinti di Raffaello) Museo Condé in onore ai suoi illustri predecessori. Oggi è il secondo museo di pittura antica dopo il Louvre.
Nel 1886 il Duca, vedovo di Maria Carolina di Borbone Sicilia, e non avendo più figli viventi, legò il castello all’Istituto di Francia che ancora oggi lo gestisce.
Il castello ospita anche un buon ristorante nelle antiche cucine, e qui si può concludere golosamente la visita degustando la deliziosa crema Chantilly, forse nata qui.
(Foto dell’autore)