Lo scorso 29 settembre è stata una data importante in Europa per il diritto internazionale dell’ambiente. Infatti, l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha approvato una proposta di protocollo addizionale alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo avente ad oggetto il riconoscimento del diritto ad un ambiente sano e pulito.
La proposta, approvata con la raccomandazione n. 2211 (2021), andrà adesso all’esame del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, organo composto dai ministri degli Affari Esteri di tutti gli Stati membri e deputato ad adottare i testi normativi.
Se approvato, il nuovo protocollo sarà poi aperto alla firma degli Stati parti della Convenzione. Entrerà in vigore, ai sensi dell’articolo 11 della proposta stessa, quando il testo sarà stato ratificato da almeno cinque Stati parti della Convenzione.
La strada dunque è ancora lunga, ma merita percorrerla perché, quando entrerà in vigore, il Protocollo sarà vincolante (per gli Stati che lo avranno ratificato) esattamente come la Convenzione stessa.
Ma vediamo cosa dice la proposta.
Il “diritto a un ambiente sicuro, pulito, salubre e sostenibile” è enunciato all’articolo 5, mentre l’articolo 6 individua alcuni diritti procedurali, quali quello di accesso a tutte le informazioni in materia ambientale in possesso delle pubbliche autorità, quello ad essere consultati in occasione dell’adozione di decisioni rilevanti per la tutela dell’ambiente, il diritto di accesso alla giustizia in materia ambientale e il diritto a un ricorso effettivo.
La garanzia di questo nuovo diritto, dice sempre la proposta, avverrà nell’ambito del rispetto di alcuni principi guida, ormai riconosciuti dal diritto internazionale dell’ambiente e dettagliati agli articoli 2, 3 e 4 della medesima proposta, tra i quali spicca l’affermazione della responsabilità verso le generazioni future in materia di tutela ambientale tanto cara al movimento dei Fridays for Future di Greta Thunberg.
Insomma, gli Stati parti hanno l’occasione di aggiornare la Convenzione agli sviluppi più recenti in tema di sviluppo sostenibile.
Speriamo davvero che non se la lascino sfuggire, come già accadde nel 2009 con una precedente proposta in materia.