Vi sono alcuni personaggi del passato che, noti a tutti nella città dove hanno operato, lo sono assai meno altrove. Un esempio è Aldo Capitini, figura singolare e assai importante della Perugia del Novecento, ispiratore e promotore nel 1961 della prima Marcia della Pace PerugiAssisi. Questa iniziativa avrà nei decenni successivi ben 24 altre edizioni, con sensibile crescita non solo della partecipazione numerica ma anche del significato e della risonanza internazionale.
Aldo Capitini nacque a Perugia nel 1899, figlio del custode della torre campanaria del municipio. Il piccolo locale attiguo alle stesse campane, con ampia vista sulla campagna umbra e in giornate limpide fino ad Assisi, avrà un ruolo importante nella sua vita di intellettuale, educatore e filosofo della non violenza.
Dopo aver conseguito la licenza tecnica, Capitini studiò da autodidatta classici latini e greci, filosofia e letteratura contemporanea, accostandosi fin da allora all’opera di due figure che saranno di riferimento nella sua vita: san Francesco e Gandhi. Presentatosi da privatista alla licenza liceale e vinta una borsa di studio per la Scuola Normale di Pisa, fu successivamente assunto come segretario nello stesso prestigioso istituto, ottenendo così una posizione e un salario stabile. Nella sua biografia riveste un certo rilievo l’esplicito invito ad iscriversi al partito fascista che Capitini ricevette nel 1931 dall’allora Rettore della Scuola Normale, Giovanni Gentile. L’invito non fu accolto e si narra che Gentile, facendo intendere che di conseguenza Capitini non avrebbe potuto mantenere il suo impiego, augurò al giovane perugino che la vita potesse indurlo a rivedere le sue posizioni. Capitini replicò che ricambiava per il suo illustre interlocutore lo stesso identico augurio.
Capitini rientrò dunque a Perugia, nel suo alloggio del campanile comunale, mantendosi con lezioni private, e sia in esse che in diversi viaggi in altre città d’Italia riferendosi agli ambienti antifascisti. Un incontro con Benedetto Croce a Firenze gli consentì di pubblicare nel 1936 gli Elementi per un’esperienza religiosa. Arrestato due volte durante gli anni della guerra, dopo la liberazione riprese l’attività didattica, politica e di pensiero, anche con l’insegnamento nelle Università di Pisa, Cagliari e Perugia. È di questi anni la promozione dei Centri di Orientamento Sociali in varie città d’Italia, intesi alla ricerca di forme di democrazia diretta con la costituzione di consigli di quartiere e centri sociali, nonché del Centro di Orientamento Religioso a Perugia, per favorire la conoscenza e il confronto tra religioni diverse.
Il suo pensiero consolidatosi con gli studi e con le attività del dopo guerra, nel quadro internazionale della guerra fredda e del timore di una minaccia nucleare, portarono Capitini a ideare la prima Marcia della Pace PerugiAssisi. Essa ebbe luogo il 24 settembre 1961, a poche settimane dalla costruzione del muro di Berlino, e in questa occasione sventolò per la prima volta la ormai comune bandiera arcobaleno della pace. Come in tutte le successive marce, si partì dai Giardini del Frontone, adiacenti alla chiesa di san Pietro di Perugia, per arrivare alla Rocca di Assisi, con un percorso di circa 24 chilometri. A maturare l’iniziativa del 1961 contribuì anche il successo del raduno antinucleare di pacifisti anglosassoni tenuto a Andermaston nel 1958, e guidato dal filosofo Bertrand Russel.
La stima numerica per ognuna delle varie edizioni della Marcia PerugiAssisi si colloca tra le decine e le centinaia di migliaia di partecipanti. Tra le personalità che fisicamente presero parte alla prima edizione o ad alcune delle successive si possono menzionare Norberto Bobbio, Italo Calvino, Guido Piovene, Ferruccio Parri, Giorgio Napolitano, Luciano Lama, Marco Pannella, Dario Fo, Gino Strada, don Luigi Ciotti, cui si possono aggiungere non pochi e ben noti cantanti e personaggi dello spettacolo, che hanno contribuito al carattere sempre festoso delle manifestazioni.
Capitini morì nel 1968 e la marcia del 1961 fu l’unica cui poté partecipare. L’iniziativa della Marcia PerugiAssisi continuò nei decenni successivi, con cadenza non regolare e in qualche misura spontanea, con intervalli tra l’una e l’altra talvolta di diversi anni e a volte solo di pochi mesi. Il susseguirsi delle guerre nel mondo portarono a tutte le edizioni partecipanti dei paesi coinvolti nei conflitti: ex Jugoslavia, Medio Oriente, Irak, Iran, Afghanistan, Sudan, Libia, Somalia, Ghana, Nigeria, … rendendo ogni marcia espressione della speranza dei popoli e dialogo di diverse culture nel segno della pace.
A maggio 2020 una catena umana distanziata e con i partecipanti uniti da un nastro colorato ha coperto i 24 chilometri, tenendo viva la Marcia Perugia-Assisi durante la prima fase della pandemia. L’ultima edizione, il 10 ottobre 2021, sarà invece nella tradizionale modalità, a 60 anni dalla prima marcia ideata da Aldo Capitini. I messaggi di Papa Francesco, del Presidente Mattarella e del Presidente del Parlamento Europeo Sassoli hanno accompagnato la recente ultima edizione. Significativa la partecipazione di Cecilia Strada e di Zakia Seddiki, moglie dell’ambasciatore Luca Attanasio, anche in ricordo dei loro familiari recentemente scomparsi, e storici partecipanti della marcia. Un recente bel programma di RaiStoria, in occasione dei 60 anni dalla prima marcia, ha presentato la figura di Aldo Capitini e ripercorso le 24 edizioni della sua iniziativa. Interessante anche la raccolta di fotografie e di testimonianze presenti nel sito dell’organizzazione.
Secondo il progetto Atlante delle guerre e dei conflitti nel mondo vi sono attualmente nel nostro pianeta trentaquattro guerre e quindici situazioni di conflitto. L’Africa è il continente dove se ne contano di più, seguito da Asia, Europa e America. Vi sono paesi, come l’Afghanistan, dove intere generazioni non hanno conosciuto la pace, e conflitti come quello in Myanmar o tra Israele e Palestina che risalgono alla fine degli anni quaranta del novecento. L’ultimo rapporto del giugno scorso dell’Alto Commissariato ONU per i rifugiati riferisce che, nonostante la pandemia, nel 2020 il numero di persone che fuggono da guerre, violenze, persecuzioni e violazioni dei diritti umani è salito a più di 82 milioni.
È in corso la campagna, mediante raccolta di firme, per il riconoscimento della Marcia PerugiAssisi come Patrimonio Mondiale dell’Umanità.