Fare il punto sulle problematiche energetiche dopo il vertice del G20 a Roma (30 – 31 ottobre) e la 26° Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite (COP26) presso lo Scottish Exhibition Centre di Glasgow (novembre 2021), i cui risultati, impregnati di compromessi, hanno profondamente deluso tutti coloro che si attendevano atti concreti e immediati in ordine ad un piano coordinato per affrontare la drammatica situazione climatica della terra, appare una necessità per non cedere allo scoramento.
La sfida per salvare l’ambiente, duramente compromesso sol se si considerano ad esempio i fenomeni estremi, cicloni e alluvioni, impensabili fino a qualche anno fa, che hanno colpito alcune province siciliane dopo due anni di terribile siccità e una estate 2021 con temperature altissime, mai prima registrate, esige un processo coordinato, profetico direi, che, però, al momento, è solo un libro dei sogni. Basti pensare alle dichiarazioni di Ram Nath Kovind, presidente della Repubblica Indiana, e di Xi Jinping, presidente della Repubblica Popolare Cinese, cioè dei due paesi leader nell’inquinamento del pianeta, i quali hanno detto sì alla messa al bando dei combustibili fossili, ma solo a partire dalle calende greche. Disarmante oltre che imbarazzante sentirli parlare di scadenze protratte al 2050 o, addirittura, al 2075.
In attesa di salutari ripensamenti, non sembra inutile qualche puntualizzazione proprio sul tema dell’energia, fonte vitale di benessere, espressione ampiamente condivisa nel Novecento e pure all’inizio del XXI secolo, allorché l’impatto sul clima dei combustibili fossili et similia non era neppure all’ordine del giorno.
D’altra parte, sarebbe inimmaginabile vivere, solo per fare qualche esempio, senza l’energia elettrica, senza la benzina per le nostre auto, senza il gas per la cucina e per il riscaldamento, senza le centrali elettriche e nucleari, senza le industrie che sono appunto tutte alimentate dall’energia, in particolare, per essere precisi, dalle energie non rinnovabili, cioè dai combustibili fossili, e, ai nostri giorni, solo in minima parte da quelle rinnovabili? Ecco, già questa elencazione ha il potere di far vacillare ogni certezza, ricordandoci che ogni problema, ogni argomento, ogni soggetto di discussione, ha una dimensione ambivalente, double face, si direbbe.
Fatalmente, questa duplice dimensione è intrinseca a ogni problematica concernente l’energia, estremamente necessaria e utile per lo sviluppo dell’economia umana, dunque fonte vitale di benessere, ma anche, sol se si considerano gli effetti negativi prodotti da certe sue forme ampiamente utilizzate a livello planetario, di malessere, anzi di grave malessere. Ci limitiamo per ora ad accennare soltanto all’inquinamento della terra, delle acque e dell’atmosfera e ai cambiamenti climatici per sottolineare come certe forme di energia di ampio utilizzo stiano mettendo a rischio addirittura la sopravvivenza dell’uomo e delle altre creature.
Ma andiamo con ordine elencando le più comuni fonti di energia, in modo da giustificare nel bene e nel male le nostre affermazioni a partire da dati di fatto difficilmente contestabili. La prima classificazione va fatta tra fonti di energia primaria e fonti di energia secondaria. Le prime sono quelle presenti in natura e direttamente utilizzabili: petrolio, carbone, gas, biomasse (cioè legna da ardere), combustibili fossili e nucleari, energia idroelettrica, eolica, geotermica e solare. Le fonti di energia secondaria, invece, non sono direttamente disponibili in natura essendo ricavate da processi di trasformazione delle primarie, come ad esempio l’energia elettrica e l’idrogeno.
Per ciò che riguarda la loro disponibilità, la distinzione va fatta, da un lato, tra fonti esauribili e non rinnovabili e, dall’altro, fonti non esauribili e rinnovabili. Tra le prime prevalgono i combustibili fossili – carbone, petrolio, gas naturale – e nucleari, come l’uranio. Tra le fonti non esauribili e rinnovabili, oltre alle biomasse, evidenziamo l’energia idroelettrica, eolica, geotermica e solare. I più importanti sforzi di sviluppo, a causa dei problemi causati dalle fonti non rinnovabili, che hanno apportato grossi benefici moltiplicando però i disastri di cui diremo più specificamente in seguito, sono attualmente concentrati sulla possibilità di sfruttare razionalmente e con costi sostenibili l’energia idroelettrica, eolica e soprattutto solare.
Come scienziati, economisti, politici e studiosi dello sviluppo a misura d’uomo raccomandano, la scelta delle fonti energetiche non può non considerare la prospettiva storica nel 2021: disponibilità, costi, impatto sull’ambiente.
Si comprende allora perché dopo i disastri del passato e del presente, dopo per esempio, per entrare nella triste attualità, il concentrato di nubifragi, inondazioni ed eventi distruttivi estremi che si sono verificati in molte parti del globo oltre che in molte regioni della nostra Italia, l’attenzione di ogni persona dotata almeno di senso comune si sia rivolta verso le energie alternative e rinnovabili, in grado di assicurare energia pulita nel rispetto dell’ambiente.
Di che cosa stiamo parlando? È presto detto. Cominciamo intanto ad elencare, in riferimento alle energie rinnovabili, in ordine di importanza, l’energia solare, l’energia idroelettrica, l’energia eolica e l’energia geotermica. Si tratta di forme di energia pulita che si contrappongono soprattutto, ma non solo, alle fonti fossili che, a causa delle emissioni di quantità smisurate di gas serra e di altre emissioni nocive e spesso letali, hanno provocato inquinamento insostenibile del suolo, delle acque e dell’atmosfera, contribuendo in maniera decisiva a determinare quei cambiamenti climatici, che stanno devastando la nostra stupenda e unica oasi terrestre.
Un Eden perduto! Il problema rischia di assumere l’aspetto di un incubo se riflettiamo sul fatto che non è possibile sottrarre all’atmosfera l’anidride carbonica di cui l’abbiamo “arricchita”, ma possiamo soltanto evitare di immetterne altra. Non per nulla, il recente Rapporto del 9 agosto 2021 del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici dell’Ipcc (International Panel on Climate Change), che fa capo all’Onu, ha dichiarato irreversibili i cambiamenti climatici, mentre Guterres, segretario generale Onu, non ha esitato a parlare di allerta rossa per l’umanità, aggiungendo che l’unica alternativa al disastro è la riduzione immediata, rapida e su scala globale delle emissioni di gas serra, di cui sono responsabili i combustibili fossili. Guterres è stato ancora più chiaro, e perciò catastrofico, nei suoi interventi in relazione al suddetto G20 e alla 26° Conferenza sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite (COP26), tenutasi a Glasgow. Hanno avuto qualche effetto le sue parole e i dati inconfutabili da lui citati nell’atten
uare la sordità di Cina, India ed altri paesi iper-inquinatori? Lo auspichiamo.
Tuttavia, se questa è la realtà reale, il surriscaldamento globale, effetto diretto delle emissioni di cui sopra, che è all’origine dello sconvolgimento delle stagioni, della tropicalizzazione del clima, dei ricorrenti nubifragi, dello scioglimento dei ghiacciai polari, dell’innalzamento del livello dei mari, moltiplicherà i suoi effetti disastrosi. Ha ragione Romina Gobbo, direttore scientifico di Greenaccord, nel sostenere che i 46 gradi registrati in questa estate in Nord America e, aggiungiamo noi, in tutta la Sicilia, ove si sono spesso superati i 50 gradi (sia chiaro che siamo ben oltre i 48,8 gradi ufficialmente registrati a Floridia in provincia di Siracusa il 12 agosto), indicano mutamenti da incubo per l’ambiente.
Uragani, tornado, diluvi, trombe d’aria talmente cariche di energia nociva da maciullare e radere al suolo tutto ciò che incontrano sul loro cammino e, last but not least, siccità impenitente e incendi giganteschi e indomabili (vedi, ad esempio, Australia, California e quasi tutta l’Italia meridionale), che stanno divorando molti chilometri quadrati di suolo, un tempo produttivo, ampliando paurosamente le zone desertiche, sono il segno di uno squilibrio planetario indotto da uno sviluppo selvaggio, che si è fatto beffe dell’imperativo del bene comune. Insensato è stato lo sfruttamento intensivo dei combustibili fossili e il conseguente avvelenamento del suolo, dell’aria e delle acque da parte delle industrie, che di essi hanno fatto e continuano a fare largo uso. Non suggeriscono nulla, per fare qualche esempio, Taranto, Priolo, Augusta, Gela, Porto Marghera ecc.?
Tutto ciò per non citare le gravi conseguenze sul versante della salute. L’aumento esponenziale delle malattie respiratorie, dei tumori e di altri morbi mortali denuncia come l’energia ricavata da fonti fossili, considerata fino a poco tempo fa necessaria per lo sviluppo economico, rischi ai nostri giorni di sferrare un colpo mortale alla vita sul pianeta Terra. È patetico ricordare che ai tempi della prima e seconda rivoluzione industriale, si parlava di smog, sintesi di smoke (fumo) e fog (nebbia), come del necessario pedaggio da pagare allo sviluppo e al progresso. Non c’erano alla moda fino a poco tempo fa perfino gli abiti color “fumo di Londra”?
I mali di cui abbiamo detto, uniti al citato inesorabile scioglimento dei ghiacciai del circolo polare artico ed antartico, senza bisogno di andare avanti nella descrizione di altri disastri causati dai combustibili fossili e dai loro rifiuti tossici, reclamano da parte nostra, un’azione coerente per una presa di coscienza collettiva di essi non come fonti vitali di benessere, ma come causa principale dei malesseri che mettono in forse la sopravvivenza della vita sulla terra. La natura, sfregiata e stuprata, reagisce e si rivolta contro l’uomo, a cui molti ecologisti affibbiano ormai il terribile epiteto di “nocivo” per sé e per le altre creature che popolano la terra.
Ciò posto come dato di fatto inoppugnabile, va chiarito come le forme di energia pulita non siano solo, loro sì, fonti vitali di benessere, ma punto di partenza in primo luogo per mettere un freno all’inquinamento planetario e, quindi, per favorire la rinascita del globo terrestre nei limiti del possibile. Energia solare, idroelettrica, eolica e geotermica assurgono dunque di diritto al rango, di possibilità provvidenziale di rigenerazione graduale del pianeta e delle sue creature, intese, letteralmente, in senso francescano.
I nuovi benefattori dell’umanità saranno, per conseguenza, coloro che, grazie alle loro scoperte, consentiranno nel breve termine di sostituire integralmente le energie non rinnovabili ed inquinanti con le energie pulite, in primo luogo con l’energia solare. È necessario fornire mezzi sufficienti agli scienziati ed operatori del settore per arrivare allo sfruttamento dell’energia solare a prezzi inferiori, ad esempio, a quelli della benzina.
A tale proposito, non si può non esprimere un plauso alla Commissione Europea, che ha proposto il 2035 come l’ultimo anno in cui si potranno vendere auto a benzina o diesel in Europa. Il cammino è dunque tracciato: tra pochi anni saranno in commercio solo auto elettriche. Tutto bene dunque? Sì, ma ad una condizione, che cioè l’energia elettrica non sia prodotta, come oggi avviene in massima parte, nelle centrali che utilizzano il nucleare o i combustibili fossili, ma esclusivamente nelle centrali solari, che esistono ma devono superare l’handicap degli alti prezzi di produzione dell’energia.
Molti ostacoli ha superato l’uomo; dunque, malgrado tutto, guardiamo al futuro con speranza e fiducia. Se pensiamo che l’energia solare che arriva per inerzia sulla terra è inesauribile, possiamo concludere che l’obiettivo da raggiungere al più presto è il suo massimo sfruttamento al minimo costo con la contestuale e radicale eliminazione dei combustibili fossili.
Pensiamo a una diffusione planetaria di centrali solari, di pannelli fotovoltaici, di energia idroelettrica anche di natura mareomotrice, di energia eolica ecc. Le energie pulite potranno salvare il mondo e divenire veramente fonti di sviluppo a misura d’uomo e di crescita materiale e spirituale. Ma non c’è tempo da perdere.