Il viaggio che abbiamo intrapreso dalla pandemia ad oggi, lungi dall’essere arrivato ad una meta finale, ci ha costretto a modificare e a trasformare alcuni comportamenti e ci ha insegnato ad essere coerenti con una nuova realtà. Primo fra tutti un diverso modo di lavorare. Il lavoro da remoto ha preso il sopravvento rispetto al lavoro in presenza e anche se molti osservatori oggi, tra cui l’Osservatorio del Politecnico di Milano, ci fanno notare che c’è una tendenza al ritorno verso vecchi modelli, è indiscusso il fatto che, comunque ci stiamo orientando verso una forma ibrida di alternanza lavoro in remoto/presenza.
Ci muoviamo prevalentemente su una tipologia di lavoro più flessibile che possa coniugare al meglio i vantaggi dell’una e dell’altra tipologia. Sappiamo tutti che, anche se qualcuno vorrebbe rimettere indietro le lancette del tempo, ormai il processo è inserito, bisognerà mettere a punto alcune norme e attivare alcune regole fondamentali per far diventare il lavoro da casa, un reale smart working e procedere senza tornare indietro.
Ma cosa rende così difficile il cambiamento? Il passaggio dal controllo alla fiducia, dal compito all’obiettivo, tenendo presente che la cosa importante è il risultato e non il tempo passato in ufficio. Il nuovo Leader deve mettere un grande focus sulla relazione, mettersi costantemente in ascolto e capire i bisogni e le necessità delle persone. È importante far rimanere le persone motivate, comunicando in modo efficace e ricordando spesso lo scopo che ci spinge ad agire al meglio delle nostre possibilità. È utile mettere in campo anche le difficoltà per riuscire a trovare insieme una strada comune. Bisogna agire per priorità e dare costantemente dei feedback e incentivare l’uso del feedback collettivo mettendo in pratica una delega utile ed efficace.
Sulla nuova strada prendono vigore parole come innovazione e cura. Il nuovo Leader ha la possibilità di interpretare un nuovo ruolo dando una svolta culturale e radicale alle organizzazioni. Mettere le persone al centro del business richiede preparazione, coraggio e supporto da parte dei vertici aziendali e formazione costante.
Il nuovo Leader si prende cura dei propri collaboratori ed in questa affermazione c’è il superamento del concetto di Leadership maschile o femminile per far posto al concetto di Leadership Gentile, di cui tanto si parla oggi e che è trasversale rispetto a questa tematica. La Leadership Gentile accomuna tutti questi nuovi comportamenti e ci indica l’orientamento futuro.
Abbiamo imparato, infatti, dalla Giornata Mondiale della Gentilezza che si è svolta il 13 novembre scorso, che la gentilezza oltre a farci bene e a ridurre lo stress, ci fa raggiungere risultati migliori, maggiore produttività e maggiore impegno e motivazione.
E voi siete gentili?