L’ingresso dell’Italia nei paesi dell’Euro è descritto in modo amabile e accattivante dalla penna dell’Ambasciatore Mauro Battocchi in questo volume intitolato “La partita dell’Euro” editore Bocconi. Quella infatti fu una partita in cui le istituzioni giocarono come fossero parte di una immaginaria ma eccellente squadra negli anni 1996-1998. Gli uomini di Via XX Settembre all’epoca il Ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi, il Segretario particolare Francesco Alfonso e il Direttore Mario Draghi erano perfettamente allineati con il Capo del Governo Romano Prodi e giocavano in simbiosi con la squadra dell’Ambasciata italiana “posizionata” a Bonn e capitanata dall’Ambasciatore Enzo Perlot e in questa squadra era arruolato un giovane diplomatico al suo primo incarico all’estero, ovvero l’autore del volume, Mauro Battocchi.
Battocchi descrive con precisone non solo i fatti politici ed economici ma anche le emozioni, le tensioni e le gioie di questi protagonisti della storia che hanno con il loro impegno e il loro zelo reso credibile l’Italia fino a farla rientrare nei paesi dell’Euro.
Nel libro non manca nulla: dal sentimento di sfiducia che la Germania, da poco riunificata, ha nei confronti dell’Italia agli articoli della stampa estera che non aiutano il nostro Paese in questo percorso verso la riconquista della stabilità economica, cui si aggiungono gli interventi degli economisti e dei professori universitari come Modigliani, Giarda e Onofri che con le loro dimostrazioni e le loro previsioni suscitano un contradditorio.
Battocchi è il testimone di questa partita. Lui in prima linea cerca contatti e organizza missioni in Germania alla ricerca di sostegno e di ascolto. Nel libro si descrive quindi anche l’arte della vera diplomazia, quella di mettere in contatto e di creare le condizioni di dialogo tra le varie istituzioni e i relativi rappresentanti. Alla fine la partita viene vinta da questa squadra affiatata e l’Italia conquista “l’Euro”.
I ragazzi di oggi, che hanno conosciuto solo questa moneta e non sanno che cosa è stata l’egemonia del Marco e la svalutazione della Lira – che fecero cadere il paese in una crisi economica profonda, non sono a conoscenza di come fu duro conseguire questo successo. L’Italia di quel periodo riuscì a reagire e trovò in Prodi e Ciampi, due grandi negoziatori e artefici di decisioni politiche ed economiche determinanti per non perdere la partita e cogliere quell’attimo che ci fece entrare nell’Eurozona.
Infatti il progetto dell’Euro, che era nato per volontà italiana nonché tedesca, rischiava di ritorcersi contro il nostro Paese trovandoci impreparati e con i conti non in ordine nel rispetto dei parametri fissati nel trattato di Maastricht del 1992. Il governo si mise all’opera con pesanti manovre e fondamentali riforme per risanare l’economia, nonché controllare e ridurre la spesa.
Si trattava di una opportunità unica che permise all’Italia nel lungo periodo di non andare in bancarotta e di sostenere negli anni a seguire diverse crisi finanziarie fino ad arrivare ai giorni d’oggi con una Italia che, sfiancata dalla pandemia, è riuscita comunque a offrire cure gratuite ai suoi cittadini e a sostenere la conseguente recessione.
Rimane il fatto che nonostante l’Euro, l’Italia di oggi è cresciuta poco e che solo alcuni settori, quali quello manifatturiero e agricolo siano trainanti. Siamo di fronte ancora ad una nazione di pochi eroi che conducono il gioco per portare il Paese alla vittoria, il Piano nazionale di ripresa e resilienza è la nuova partita da giocare.