Ero iscritto al terzo anno di Giurisprudenza, alla Università La Sapienza di Roma, poteva essere la tarda primavera del 1976, avevo poco più di ventun’ anni. Frequentavo l’istituto di Diritto Internazionale e la biblioteca, in preparazione ad un esame. Scoprii su un tavolo un invito ad una conferenza presso la SIOI, (Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale) vicino Piazza Venezia, il cui tema, che non ricordo più, mi interessava. Pertanto andai a questa conferenza ed entrando nel salone d’ingresso della sede trovai 6, 7 tra ragazze e ragazzi, che distribuivano volantini e promuovevano un periodico.
Incuriosito, chiesi informazioni ed è lì che conobbi Claudio Leone, e tanti altri, che mi presentò il periodico, ancora fresco di stampa. Lo comprai ovviamente…400 lire! E da quel giorno, ripensandoci oggi, la mia vita cambiò, sia perché scoprii una serie di interessi comuni, tematiche che mi erano care e che potevo condividere con altre persone della mia età, sia mi si apri la possibilità di essere coinvolto in prima persona. Conobbi, quindi, e mi associai all’ A.I.G.E. (Associazione Internazionale della Gioventù Europea), il CEGI, (Centro Giovanile per la Cooperazione Internazionale), il Comitato Italiano Giovani per l’Unicef. All’epoca mi interessavo di giornalismo e già scrivevo per alcuni periodici, uno scritto interamente in latino, un altro di un sindacato della scuola, con l’obiettivo di ottenere la tessera di pubblicista.
Fu così che poi divenni segretario di redazione del periodico TUTTI, contribuii a organizzare e partecipare a molti seminari e iniziative di approfondimento e divulgazione di quelle tematiche che a noi tutti erano care, quali l’Europa innanzitutto, l’ambiente, la cultura, il diritto e il lavoro, il terzomondo, come si diceva allora, le disuguaglianze, la situazione giovanile e la figura della donna.
Ebbi il privilegio di partecipare e organizzammo, grazie al Consiglio Italiano del Movimento Europeo, un pullman da Roma, che raccolse quasi sessanta di quelle ragazze e ragazzi di tutta Italia, un giorno di viaggio, non si arrivava mai, per visitare Strasburgo ed essere presenti il 17 Luglio 1979, insieme a migliaia di federalisti europei, all’Assemblea plenaria del primo Parlamento Europeo eletto a suffragio universale, con il passaggio della Presidenza fra l’uscente Presidente del Parlamento Europeo, Emilio Colombo e il primo Presidente del PE eletto a suffragio universale, Simone Veil.
Tra i ricordi più belli che ho: la nostra sede era in via Savoia, zona Nomentana, quartiere e palazzo signorili a dir poco. Una stanza, un piccolo ingresso ed un bagno, doveva essere stata l’abitazione del portiere, chissà quanti anni prima. Praticamente passavo buona parte del giorno per tenere aperta la sede, con un telefono con linea fissa, ovviamente allora non c’erano computer, non sapevamo nemmeno che cosa fossero, né tantomeno cellulari…Il bello era quando arrivavano gli articoli, ce li portava il postino, li aprivi e quasi sicuramente dovevi riscrivere alcune parti, ribattendo tutto a macchina, una vecchia Olivetti.
Poi c’erano le riunioni di redazione che duravano fino a notte fonda, seduti intorno a un tavolo a discutere, talvolta animatamente, per i temi da trattare sul numero in preparazione, poi si preparava il menabò e si andava in tipografia, a “costruirlo”, tutto a piombo. Forse vale la pena raccontarlo alle nuove generazioni: si montavano le parole carattere per carattere e il carattere era un cubetto di una lega di piombo, antimonio e stagno, che recava in testa la rappresentazione in rilievo e a rovescio di una lettera, un numero o di un qualsiasi altro segno grafico (punteggiatura, ecc.). Il proto era il nostro deus ex machina, poi il profumo delle rotative, il primo numero che usciva, ancora caldo… Il piacere di averlo tra le mani non aveva prezzo.
E a distanza di quasi 50 anni, due anni fa, fui ricontattato, anche se non avevamo mai perso i contatti, da Claudio Leone per ritrovare tutti quei ragazzi di un tempo. All’epoca eravamo circa 420 giovani liceali e universitari sparsi in tutta Italia, impegnati in giornali studenteschi, con la voglia e la passione di provare a cambiare il mondo e tante “certezze”, che per noi non lo erano.
Con tanta fatica, siamo riusciti a ritrovare circa 200 di quei pionieri del giornalismo studentesco, passatemi il termine. E oggi siamo qui, ancora TUTTI, con la stessa voglia di impegnarci in quei temi che, allora come oggi, ci sono tanto cari ed essenziali.
Foto di apertura copertina del TUTTI di Marzo 1979