Di Sandro Gozi si può sicuramente dire che sia uno dei politici italiani più europei e più europeisti, la cui carriera si è sviluppata tra Roma, Parigi e Bruxelles.
Emiliano romagnolo di nascita (nato a Sogliano al Rubicone nel 1968) è stato membro del gabinetto Prodi, allora Presidente della Commissione europea dal 2000 al 2004 ed è poi diventato parlamentare nelle liste del PD e successivamente sottosegretario agli Affari Europei nel governo Renzi e nel governo Gentiloni.
Ma il suo peculiare percorso prosegue poi oltralpe come consulente per gli Affari Europei dal governo francese guidato da Édouard Philippe e poi come candidato in Francia nelle liste di Renaissance, il movimento promosso da En Marche del presidente francese Emmanuel Macron e dove viene eletto, dall’elettorato francese conviene ricordarlo, al Parlamento europeo in cui si è unito al gruppo Renew Europe.
Dal 2021 Gozi è anche segretario generale del Partito Democratico Europeo, il partito europeo di cui fanno parte tra gli altri il Mouvement démocrate francese e il partito Italia Viva.
A Gozi chiediamo quindi un commento sulla rielezione del Presidente Macron in Francia e quale impatto possa avere sul futuro dell’Europa in generale e sulla Conferenza sul Futuro dell’Europa che lui stesso ha molto voluto.
«È chiaro che la leadership europea di Macron esce rafforzata da questa rielezione – dice Gozi – con una prospettiva certa di cinque anni e con l’uscita di scena della Merkel se Kissinger dovesse chiedere oggi qual è il numero di telefono dell’Unione europea, gli darebbero sicuramente il numero di telefono di Macron».
«Per noi europeisti convinti questa è in effetti una gran bella notizia soprattutto se si pensa alla lettera che Macron scrisse proprio agli europei nel marzo del 2019 proponendo di lanciare questa Conferenza sul Futuro dell’Europa che pur essendo stata inaugurata con grande scetticismo e confusione ha registrato la partecipazione di molti cittadini – prosegue Gozi – e le cui conclusioni sono molto avanzate per far diventare l’Europa più efficiente».
Le conclusioni della Conferenza chiedono che si voti a maggioranza e non più all’unanimità in materia di politica estera e di difesa e per questo, spiega Gozi, la Conferenza fa parte della risposta all’attuale guerra in Ucraina.
«Credo che il conflitto durerà a lungo – prosegue Gozi – e anche se si fa fatica a fare previsioni sulla guerra vera e propria in ogni caso penso che il problema durerà a lungo».
Per questo l’Europa deve proseguire ed anche aumentare le sanzioni, includendo sia le sanzioni per il gas che per il petrolio, come chiede il gruppo Renew Europe. «Questo non è alternativo alla diplomazia – prosegue – ma al contrario ne è una condizione necessaria».
Ma l’Europa deve anche arrivare ad una solidarietà energetica ed economica «una sorta di piano di solidarietà economica ed energetica sulla falsa riga del recovery fund – spiega Gozi – ma anche di quello che si fece post Brexit per sostenere i territori e gli ambiti economici più colpiti dall’uscita della Gran Bretagna, e per fare questo abbiamo già sia i modelli che i precedenti e anche le risorse».
A livello personale il mio impegno è soprattutto politico, spiega Gozi, in partenza per Kracovia per incontrare gli esponenti di Polska 2050, il nuovo movimento polacco il cui leader è arrivato terzo alle ultime elezioni presidenziali. «Vado a Kracovia per far sentire la nostra vicinanza e lo faccio ancora di più perché nel 2014 il governo polacco non mostrò la stessa solidarietà nei nostri confronti e voglio invece mostrare quanto in certi momenti sia importante la solidarietà europea».
A livello del lavoro al Parlamento europeo Gozi si sta invece impegnando per il rafforzamento del mercato unico dell’energia, come si discute in questi giorni a Strasburgo. «Un mercato unico dell’energia richiede qualche anno e non qualche settimana – spiega Gozi – basta pensare che i gassificatori che ci sono in Spagna sono slegati dal resto dell’Europa perché non ci sono le infrastrutture, i tubi, che li collegano con la Francia. Allo stesso tempo bisogna promuovere un mix di approvvigionamenti e investimenti che in questo contesto includano il carbone, l’allungamento dei tempi di chiusura delle centrali nucleari in Germania e l’accelerazione degli accordi con gli USA».
Non potevamo concludere questa intervista senza una domanda sulle liste transnazionali per le elezioni europee, recentemente approvate dal Parlamento europeo. «Sono naturalmente molto soddisfatto perché da tempo cerco di incarnare questo tipo di politica transnazionale. Le liste transnazionali raddoppiano il potere di scelta dei cittadini che possono in questo modo scegliere veramente su visioni alternative dell’Europa».
Ma l’aumento del potere di scelta dei cittadini riguarda anche finalmente la scelta della Presidenza della Commissione europea. «Questa volta non facciamo finta sulla scelta della presidenza della commissione europea – conclude Gozi- perché ritengo che non sia possibile avere una democrazia compiuta a livello europea senza avere dei partiti europei e un vero dibattito politico a livello europeo».
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