Faccio riferimento alle parole pronunciate da una stilista in questi giorni che ci spiegavano qual è il vero problema dell’occupazione femminile. Non riporto il pensiero perché ormai è noto ed ha riempito i social, generando, ovviamente, un coro di risentimento e disapprovazione.
Pur non essendo assolutamente d’accordo con le sue parole, penso che abbia avuto il “merito” di sollevare il velo dell’omertà e metterci di fronte ad una realtà sussurrata, nascosta e celata in molte organizzazioni. Si sa che un conto sono i proclami, un conto sono i fatti reali. Non ho sentito levare gli scudi da chi in questo paese ha la responsabilità di occuparsi del benessere dei cittadini, mentre qualche giornalista si è spinto ad affermare «le femministe odiano chi dice loro la verità». Vorrei osservare che in questo caso il femminismo non c’entra, invece entrano in prima posizione l’intelligenza, la ragione e la capacità di capire e comprendere il contesto, quella che viene definita intelligenza sociale, una skill importante per la leadership che si può comunemente allenare e migliorare.
La maternità non viene più considerata come un buco nero nella vita professionale di una donna, anzi recenti studi dimostrano che aiuta a implementare abilità di relazione, decisione e organizzazione, per fare solo pochi esempi, utili a migliori performance in Azienda. Si tratta di contrastare una tematica che non è più utile né alla organizzazione che la mette in pratica né al paese intero.
Per tutto questo dobbiamo ringraziare una carenza legislativa in tema di famiglia che dura da decenni, alcuni pregiudizi sapientemente tramandati ed un potere direttivo che non è capace di rispondere al cambiamento in essere. Un grazie anche al noto individualismo italico che, se da un lato porta ad eccellenze incredibili, dall’altro non ci fa ancora essere nazione.
Una buona notizia e un buon inizio prende il via proprio a maggio 2022, ed è la certificazione UNI della parità di genere per le Aziende secondo il PNRR. In questa prassi sono contenuti degli indicatori variabili a seconda delle dimensioni dell’azienda, che porteranno alla certificazione e che faranno accedere a sconti fiscali e premialità. Serve urgentemente una cura che non sia come al solito assistenzialista ma che sia attiva, messa in moto da una leadership che non è potere e interesse personale ma servizio e collaborazione nell’interesse collettivo.
Vorrei chiudere con le parole di Papa Francesco: «Non vedere il problema della denatalità è un atteggiamento miope, è rinunciare a guardare avanti… è girarsi dall’altra parte e arrendersi…», a cui fa eco il Presidente Mattarella che ci rimanda all’art. 31 della Costituzione Italiana.
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