Vorrei fare una riflessione sulla nostra società che solleverà critiche ma è il frutto di parecchia vita all’estero e di pensieri maturati.
Chi ha la mia storia politica, la mia cultura laica e progressista, ha nel suo bagaglio culturale la difesa assoluta dello stato democratico, dell’europeismo, del welfare, della massima attenzione verso gli ultimi e le fasce più deboli. Detto ciò ho l’impressione che l’Europa e l’Italia in particolare vivano isolate dal resto del mondo, chiuse in un provincialismo assoluto e la politica è troppo intenta a guardare il dito perdendo di vista la luna.
Mi spiego meglio: la qualità dei servizi ai cittadini è scarsissima. Chiunque ha a che fare, e tutti dobbiamo farlo necessariamente, con i servizi via Internet non può non constatare che sono in realtà disservizi complicati. Faccio solo un esempio ma potrei farne moltissimi. Ho proceduto alla richiesta via Internet per ottenere la carta di identità elettronica.
Ho preso appuntamento, mi sono recato presso il Municipio, ho fatto la fila e mi sono presentato allo sportello. Il funzionario addetto, dopo aver controllato la documentazione ha stabilito che le mie due foto tessera non potevano essere accettate. Specifico che erano vecchie di 6 mesi. Non c’è stato nulla da fare. Sono andato da un fotografo, ho rifatto le foto e sono tornato in municipio ma mi è stato detto che avrei dovuto rifare la procedura telematica. Sono tornato a casa piuttosto sconcertato e pochi giorni dopo ho tentato di ripetere la procedura, nulla da fare. Il sistema mi diceva che io avevo già un appuntamento. Due giorni fa ho ritentato di nuovo e il primo appuntamento disponibile è per il 28 novembre. Tornerò in Municipio a fine novembre. Potrei raccontarvi molti altri episodi ma rischierei di tediarvi inutilmente. La convinzione che mi sono fatto paragonando la mia vita all’estero e quella in Italia è che il nostro paese è arretrato e inefficiente.
All’estero c’è attenzione ai servizi per i cittadini, rispetto per i cittadini stessi e efficienza al passo con i tempi. Voglio toccare un altro tema: il lavoro. La tutela del lavoratore è per noi sacra e lo è giustamente. In società che non hanno la nostra cultura questa tutela è assai minore e il lavoratore che sbaglia viene cacciato immediatamente ma, bisogna dire, la maggior parte delle volte trova un altro lavoro. Quale è la conseguenza di queste due diverse visioni? Che da noi l’impiegato pubblico è la maggior parte delle volte inefficiente, sgarbato, per nulla rispettoso del suo ruolo e del cittadino che ha di fronte. Che in una visione diversa l’impiegato che non svolge il suo ruolo come dovrebbe viene mandato via. Risultato: nel primo caso abbiamo una società inefficiente, nel secondo il contrario. Cioè una società che non premia la virtù e non sanziona l’inefficienza sarà una società che non funziona.
Noi siamo ineludibilmente attaccati ai principi di una antica democrazia ma, attenzione, solo noi Europei e Americani. Il resto del mondo non conosce la democrazia ma ci sono nazioni non democratiche, per come intendiamo noi la democrazia, dove però i cittadini hanno una qualità della vita nettamente superiore alla nostra. Parliamo e ascoltiamo tutti i giorni della situazione geopolitica e della guerra in Ucraina e delle sue conseguenze. Ma ci siamo accorti che nel frattempo si sta dando nuovo vigore al c.d. Brics, cioè una unione strategica tra Brasile, India, Argentina, Cina e ora Algeria? Rappresentano il 25% della popolazione mondiale e il 15% del pil universale. E noi cosa facciamo? Ci occupiamo delle alleanze per il prossimo appuntamento elettorale.
Cioè, in sintesi, ho l’impressione che Europa e Italia vivano in un limbo dorato, isolati dal mondo, camminando beatamente ma con lentezza, indifferenti alla qualità della vita dei cittadini e spettatori delle innovazioni mentre al di là dei nostri confini il mondo corre.