Quando il telegiornale delle otto ha comunicato la morte della Regina, ho scoperto subito che mi mancava e tutt’ora mi manca.
Elisabetta II di Inghilterra manca ad un semplice piccolissimo cittadino italiano come me. Poi, vedendo la televisione, ho constatato a quanti cittadini inglesi e di tutto mondo mancherà questa grandissima donna, questa straordinaria Regina.
Vorrei evitare l’effluvio di retorica e banalità che necessariamente seguono la morte dei grandi personaggi. Solo poche cose mi sento di dire.
È stata fino ad oggi l’unica personalità politica e istituzionale del mondo ad aver deciso di sacrificare la sua vita di donna al suo paese, e non solo al suo paese. Lei non è stata la rappresentante dell’Inghilterra, lei è stata l’Inghilterra, quel paese che ha insegnato la democrazia al mondo.
Mio padre mi diceva spesso che il privilegio deve essere accompagnato dalla responsabilità, se non si vuole che diventi odioso e inutile. Lei, di questo rapporto responsabilità-privilegio è stata l’esempio più significativo negli anni del regno. Sappiamo che la sua famiglia le ha creato grandissimi problemi, il figlio l’erede, Diana la nuora, la sorella, i nipoti, e lo stesso Filippo, almeno negli anni della gioventù. Molti le hanno rimproverato l’atteggiamento che ha tenuto con Diana: ma per lei il comportamento dei membri della famiglia reale, della moglie del futuro Re, non faceva parte della sfera privata, ma di quella funzione pubblica di cui la Regina è stata l’incrollabile servitrice. Con la sorella Margaret sapeva benissimo il dolore che le avrebbe causato, impedendole di sposare l’uomo che amava, che era un divorziato. Ma anche in quel difficile momento ha fatto prevalere il ruolo della Corona, a prezzo dell’affetto che la legava alla sorella, e del suo dolore. Quante volte avrà subito le decisioni dei leader politici del suo paese, senza dire una parola, eppure lei era il capo di stato, e le sue opinioni avrebbero contato moltissimo. Invece Elisabetta II ha saputo dare l’incredibile esempio di rimanere soltanto la garante delle istituzioni. Ecco perché merita la meraviglia, il rispetto e l’affetto dei suoi sudditi, ma anche di milioni di cittadini di tutto il mondo, quelli delle grandi democrazie e molti altri, ricchi e poveri.
Viviamo in un’era di politici e leader populisti, che adattano i loro comportamenti a quello che dicono i social media, e non saprebbero mai rappresentare davvero le istituzioni, nella buona e nella cattiva sorte.
Elisabetta II, mancherai molto alle generazioni che hanno vissuto sotto il tuo regno, perché sappiamo che sei stata l’ultima capace di questo grande sacrificio.
Speriamo soltanto che le donne che sempre di più si affacciano sulla scena politica del mondo, si rispecchino in questa incredibile eredità di incondizionata responsabilità. Con lei giriamo una boa della storia: potrebbe addirittura sembrare che si sia allontanata da un mondo sempre più al buio. Non è vero, lei ci sarebbe sempre stata, se avesse potuto.
Mi manca e mi mancherà.
Foto di apertura: autore il nostro collega Filippo Romano