Favorita dalla pandemia, dalle passeggiate, spesso insensate, magari per portare a spasso pretestuosamente il cane (vedi lockdown), in Italia è scoppiata la moda del camminare, di un walking che se impostato a velocità ragguardevole può anche far dimagrire.
Su questa tendenza 2020-2021, si è sviluppata la moltiplicazione su scala esagerata dei Cammini, vaghe imitazioni del Cammino di Santiago, traccia su cui si sono buttate a pesce le solo teoricamente disciolte Province, i Comuni, le Regioni, le aziende di soggiorno, le aziende di promozione turistica. Ma Santiago rimane un exemplum unico e inimitabile. Per il prestigio acquisito nel corso dei decenni, per la perfetta rete organizzativa, consistente in ostelli a prezzo popolare, benefit per il trasporto dei bagagli, perfetta segnalazione del percorso, possibilità di spezzare il percorso attraverso varie tratte.
In Italia la fotografia dell’esistente riflette una moda allo specchio con una moltiplicazione su scala persino esagerata delle proposte. Ce ne siamo accorti quando aderendo a una fortunata iniziativa editoriale abbiamo iniziato ad accumulare intensi volumi monografici sulle proposte di Cammini in Italia. Forse non immaginate quanti testi abbiamo accumulato in capo a una serie quasi infernale che non finiva mai. Beh, il piano dell’opera si è fermato a quota 30 per uno sviluppo complessivo di 4.300 pagine e una spesa complessiva di circa 300 euro.
Ci vorrebbe più di una vita per percorrere questi Cammini che spesso si intersecano e si fanno una rivalità indotta a seconda della regione di provenienza. Se vi portate davanti alla Chiesa di Santa Vittoria a Monteleone Sabino – ed è solo un esempio – dovreste scegliere se percorrere il Cammino di San Benedetto o quello di Santa Chiara, santi eponimi locali.
Alzi la mano chi può essere sicuro che San Francesco abbia realmente percorso il Cammino che gli viene attribuito. Contano le leggende, le seduzioni, gli accostamenti e anche la qualità turistica dei luoghi attraversati. Ma le tappe spesso riservano amare sorprese. Perché non ci sono ostelli ma costosi alberghi. Non ci sono mense ma ristoranti generalisti. E a volte le indicazioni dei percorsi e la relativa pulizia degli stessi sono insufficienti.
Il popolo dei camminatori però risponde con entusiasmo anche se sarebbe ovviamente possibile provvedere in proprio, fuori dalle rotte canoniche. Ma c’è una sorta di collezionismo dei passaporti che attestano l’attraversamento del Cammino e l’effetto emulativo dei peripatetici è garantito. Però l’infingimento e l’artificialità delle operazioni è spesso svelato nello stesso nome delle proposte. Vi invitiamo a esercitare il vostro spirito critico scorrendo alcuni nomi di questa prolifica nomenclatura: il Cammino della solidarietà, il Cammino minerario di Santa Barbara, la Via degli dei, il Cammino materano, la Francigena delle montagne. Pianificazione a tavolino che vorrebbero muovere il Pil e l’interesse ma avrebbero quasi bisogno di una certificazione storico/scientifica di assoluto rigore.
Foto di apertura libera da Pixabay