Sito Internet: https://www.hotel-olmi.it/it/ristorante-a-villetta-barrea.html
Indirizzo: Via del Fossato 33 – Villetta Barrea (AQ)
Telefono: 0864/89159
Pranzo alla carta quattro portate di media € 56 oltre bevande
Una delle critiche più ricorrenti alle recensioni di ristoranti è quella che, quasi sempre, si sperticano in lodi: tutto buonissimo tutto favoloso. Il motivo è piuttosto semplice: recensire negativamente tutto sommato è abbastanza inutile. E poi sarebbe un lavoro sterminato.
Il Gambero Rosso prima maniera (Stefano Bonilli) lo ha fatto per un po’; più che altro ha raccattato un po’ di lettere di avvocati (in effetti talvolta le critiche erano feroci). Poi ha smesso. Ci sono però dei casi in cui una valutazione di luci e ombre risulta necessaria. Come questo ristorante.
Il ristorante dell’Hotel degli Olmi ha sicuramente aspirazioni gourmet: basta vedere la ottima presentazione dei piatti e la loro articolazione complessa espressa nel menù.
In effetti una buona presentazione è spesso predittiva di un ristorante di buon livello. Ma NON sempre. Non bisogna farsi ingannare dalle apparenze.
La sala è la classica bella grande sala moderna del ristorante di un buon albergo.
Il pane fatto da loro all’acqua di pomodoro sarebbe stato molto buono, se solo fosse ancora caldo. Il menù ci dice che questo pane è stato fatto con una farina meravigliosa e con olio DOCG (sic) abruzzese: abruzzese va più che bene, ma la DOCG è assegnata solo ed esclusivamente ai vini. Cominciamo male.
Carta dei vini non enorme, ma tutt’altro che scontata, con etichette classiche e qualche chicca: cosa buona e giusta.
Il Pecorino DOC metodo charmat (frizzante) sembrerebbe a tutta prima una chicca. Sembrerebbe, perché in realtà è poco più che acqua fresca frizzante. Lodevole la buona offerta di calici di Passiti.
Peccato che, come vedremo, quasi tutti i dolci non siano per nulla adatti ai Passiti.
Le polpette fritte di carne cotta, pomodoro ed Orapi non sono entusiasmanti e per di più, chissà perché, servite in scomodissime profonde ciotole.
“Tortelli al cinghiale con salsa ai mirtilli e brodo ai funghi affumicato”: letto sul menù ci si aspetta un piatto pieno di sapore, la presentazione, poi, è veramente stupenda. Peccato che l’assaggio sia molto poco convincente: testura durissima, sapore assente, brodo inconsistente e la salsa al mirtillo conferisce una nota dolce che si appoggia sul nulla.
Il cacio e pepe, limone e olive ha un sapore improbabile che ci fa ripiombare ad alcune pessime esperienze degli anni 80, alludendo, con gli improbabili accostamenti con kiwi, fragole e, appunto, limone ad una discutibile, ma molto diffusa in quegli anni, interpretazione della Nouvelle Cousine.
Ci salviamo sul Capocollo alle erbe, purè all’arancia e gel alle mele: saporito, ben cotto e con salsine dolci ben equilibrate.
Sui dolci veramente ghiottissima la Sfoglia caramellata e mele, mou e gelato alla vaniglia.
La bellissima presentazione del “Cheesecake” robiola di capra, croccante e gel al lampone, stavolta non tradisce il sapore.
Il servizio è stato impeccabile, con il giusto grado di cordialità.
Il ristorante dell’Hotel degli Olmi si presenta quindi con l’aspirazione di offrire una cucina gourmet: in alcuni piatti, soprattutto i dolci, ci riesce, in altri meno.
Oltretutto il prezzo, almeno per la zona, è piuttosto elevato.
Il rischio è quello di alimentare i più biechi luoghi comuni sull’Alta Ristorazione: piccole porzioni, poco sapore e prezzi alti.
Sinceramente non tornerò, anche se ammetto le potenzialità ci sarebbero. Forse si potrebbero esprimere meglio fuori di un contesto alberghiero.
PUNTEGGIO CUCINA 65
INDICE DI GRADEVOLEZZA | 0 |
Locale curato, accogliente e suggestivo | + 5 |
Cortesia | + 5 |
Rapporto qualità prezzo | – 10 |
Digeribilità | 0 |
Foto di apertura: Villetta Barrea, di Ziegler175 – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org