E ormai sono otto mesi di guerra, ce la raccontano in tutti i momenti, dalla televisione e dai giornali arrivano solo echi di bombe e devastazioni. E noi lì a guardare…questa della Ucraina…e tutte le altre?
E allora ascoltiamo e riflettiamo su alcuni brani di storiche canzoni anti militariste e pacifiste, scritte e cantate da cinquanta anni ad oggi:
Ancora una volta ci teniamo in disparte
e guardiamo le famiglie crocifisse
vediamo una ragazza madre dagli occhi assenti
mentre guarda il suo debole bambino
Giro il canale e un altro telegiornale che racconta, così semplicemente, come se non ci riguardasse
Mille madri desolate, piangevano figli scomparsi
l’amore aveva occhi sbarrati di una ragazza bruna.
Anche le colombe erano diventate falchi, gli alberi d’ulivo trasformati in croci.
Sembra, ma lo è, un bollettino quasi statistico, volgare, nessuna partecipazione al dramma
Li han contati a migliaia donne, uomini e bambini
la cultura e la miseria cancellate dalla terra.
Anche gli uomini di Dio non han visto né sentito, hanno perso il coraggio di un messaggio di pietà.
Alziamo la voce, il popolo, noi, la gente, perché i politici neanche si incontrano, i grandi del mondo parlano, vengono intervistati, noi ascoltiamo gli “esperti”, ma così sarà troppo tardi
E quando i soldati bruceranno le loro uniformi in ogni paese,
e le trincee ai confini saranno lasciate sguarnite –
Generale, quando vieni per la rivista le truppe ti avran dimenticato,
e uomini e donne della terra dovranno riposare.
Credo sarebbe più che giusto! Perché andando avanti così, senza prendere coscienza e alzare la voce, noi i popoli della terra lo dobbiamo per noi, per i nostri figli e parenti, oggi nel frattempo se restiamo inerti
Mentre il cannone lancia lampi nel cielo
rullano tamburi, incalzano zampogne
insieme nella polvere, sangue e sudore
e cadono sull’erba mille bravi contadini
Questo è quello che vediamo, dentro uno schermo, scritto su un foglio, ma allora ci riguarda di meno? Se continua così
Vedremo soltanto una sfera di fuoco,
più grande del sole, più vasta del mondo;
nemmeno un grido risuonerà…
Il telegiornale apre con riprese aeree, certo ci sono dei piloti, dei soldati lassù, ma io credo che ognuno di loro
Fuori nel mondo chissà dove o su nel cielo fra gli eterni eroi,
ma nel fondo di un profondo eterno vive un uomo, vive il suo inferno.
La sua bocca più non parla, le sue notti non le dorme più
sta nascosto dietro il suo pensiero, muore un uomo, muore senza il vero.
Certo, ognuno di loro è come uno di noi, solo che noi siamo seduti in poltrona
Ma chi muore nella guerra è solo gente come me, da tutte le parti
è sempre gente che non sa e tu che la sai lunga sulle cose della vita
come un arbitro in panchina tu non giochi la partita e la decidi tu.
Dobbiamo urlare che vogliamo la pace, in Ucraina e dovunque nel mondo, perché siamo
come questi fiori alla tua porta, e note scarabocchiate sulla guerra.
Diciamo solo che c’è poco tempo e c’è un lavoro da fare.
Guardando indietro nel tempo, noi che siamo nati dopo una guerra mondiale, purtroppo e con dolore ci siamo resi conto che
No, io non credo che l’uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare e che il vento mai si poserà.
Ancora tuona il cannone, ancora non è contenta
di sangue la belva umana e ancora ci porta il vento.
Ancora tuona il cannone, ancora non è contento,
saremo sempre a milioni in polvere qui nel vento.
Il passato non ci ha insegnato nulla e c’è il rischio che
Ora il sole è finito all’inferno E la luna è sorta in alto
Lasciatemi dare un addio Ognuno deve morire
E ciò è scritto al di là delle stelle Ed in ogni linea della vostra mano
Siamo stolti a fare la guerra Ai nostri fratelli in armi
No! non deve essere così!
Sono molti mondi differenti E milioni di soli differenti
Ma abbiamo un solo mondo… Perché vivere divisi?
Noi tutti ci dobbiamo impegnare in prima persona
Perché il giudizio universale non passa per le case
le case dove noi ci nascondiamo
bisogna ritornare nella strada
nella strada per conoscere chi siamo
Questo i “grandi” della terra si dovrebbero chiedere
Se non faremo attenzione al popolo ragionevole ed ai loro ammonimenti
per i giorni che verranno
Tutti saremo inceneriti Guerrieri del Sole.
E allora forza, alziamo la voce, urliamo a queste persone
Immagina non esista proprietà è meraviglioso se puoi
non più povertà, avidità, fame
una fratellanza d’uomini che unisca tutto il mondo
Facile, giusto, ma andiamolo a raccontare a quelle macerie che magari erano una scuola, dove studiavano e correvano bambini, tra i banchi dove
In quei disegni senza più serenità
niente aquiloni, solo amare realtà,
niente più azzurri che colorano il cielo
solo pastelli che sporcan tutto nero.
E intanto gocciola il tempo e sembra privo di senso
ma giù dal cielo una bomba cadrà sulla terra evaporerà
il riso dei bimbi, il verde dei prati i sogni d’amore mai giocati.
Non lo vediamo, ma forse su un quaderno, su un foglio di disegno c’era
Sopra, sopra un palloncino rosso
scrivi, scrivi a più non posso.
Lascialo volare nel cielo blu,
io la guerra non la voglio più.
Voglio la pace non più la guerra
Un girotondo intorno alla terra
Voi Putin, Biden, Orban, Erdoğan, lo stesso Zelens’kyj sappiate che
se non hai morale e se non hai passione se nessun dubbio ti assale
perché la sola ragione che ti interessa avere è una ragione sociale
soprattutto se hai qualche dannata guerra da fare
non farla nel mio nome non farla nel mio nome
che non hai mai domandato la mia autorizzazione
se ti difenderai non farlo nel mio nome
che non hai mai domandato la mia opinione
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