La guerra di Putin all’Ucraina ha sconvolto gli equilibri politici internazionali e sta influendo sulla vita di noi europei e di molti altri popoli del mondo.
Questa guerra non si limita a combattere gli eserciti e le attrezzature militari: è diventata una guerra di terrore, che vorrebbe sottomettere un popolo togliendogli l’acqua, la luce, il riscaldamento. Vengono indiscriminatamente colpiti i civili, le donne, i vecchi e i bambini.
Ho conosciuto bene l’Ucraina perché ci ho lavorato per tre anni, nel primo grande progetto di sviluppo delle imprese gestito da Mondimpresa sotto la direzione di Claudio Leone.
Qualche anno dopo l’università Parthenope di Napoli ha lanciato un progetto di collaborazione con la Kiev National Economic University, e ho conosciuto Iryna Medved, che è stata la mia assistente durante tutto il progetto. Quando è scoppiata la guerra ho pensato di chiamarla per sapere come stava lei e la sua famiglia, quando l’ho conosciuta era una ragazza, oggi è una mamma con due bellissime bambine, Anna e Maja. Molti giornali e molti media scrivono incessantemente di questa guerra, ma noi, “TUTTI europa ventitrenta”, abbiamo pensato di far parlare, di raccogliere le voci di uomini e donne come noi, che avevano una vita normale e che oggi non sanno se troveranno ancora l’ospedale dove lavorano o i loro figli, quando vanno a prenderli a scuola. Ringrazio moltissimo Iryna, suo padre e gli altri amici che hanno voluto condividere con noi l’ingiustificabile tragedia che stanno vivendo.
Con Iryna ci siamo fatti una promessa: quando un giorno questa guerra finirà andremo a trovarla a Kiev e visiteremo insieme la più grande chiesa del bellissimo monastero con le cupole d’oro e, nella tradizione ortodossa, accenderemo insieme due candele, una per coloro che sono ancora con noi e una per coloro che non ci sono più.
Foto di apertura di Ganna Aibetova su Unsplash