Da tanti anni in America e poi anche da noi il diritto di decidere di abortire una nascita era garantito fin quando ultimamente non lo è stato più. Ma c’è una logica in tutto questo? Io credo di sì.
Andiamo a scavare. Dagli anni Settanta ad oggi un’infinità di cose sono cambiate alcune importanti. Fino agli anni Settanta i contraccettivi non c’erano affatto e subito poi, per un certo periodo, male o poco usati soprattutto dalle donne ormai già adulte per ignoranza in merito.
All’epoca tutto cambiava, le donne conquistavano un’indipendenza mai immaginata prima, chiedevano a gran voce di essere liberate moralmente, culturalmente e sessualmente. Le famiglie erano fortemente numerose, in molte di loro si potevano contare 5/6 figli e di più. Le mamme dell’epoca erano costrette in casa per anni ed anni visti i doveri di pluri-madre e tutto ciò che ne conseguiva. Erano tempi in cui un figlio abbandonato era un trovatello con poche speranze di avere un’esistenza decente; era per giunta un’onta, da cui la fatidica frase: «Ecco, sembri un figlio di nessuno!» Per tutte queste ragioni ed altre ancora il diritto all’aborto, che fino ad allora era considerato e punito come un crimine, è stata una conquista anelata e sacrosanta. Ed era per giunta un’arma da legittima difesa. Negli anni seguenti i contraccettivi si sono evoluti e grazie sia alla prevenzione che all’aborto la realtà delle donne è totalmente cambiata e con essa anche la realtà delle famiglie. Molto amaramente, oggi si può dire che l’istituzione della famiglia è degradata; nidi vuoti e coppie non sposate sono la maggioranza. L’anomalia è divenuta normalità. Triste, negativa normalità.
Ma ciò che peggiora questa tristezza è il dover riconoscere che pur avendo a disposizione tutti i mezzi necessari a prevenire una maternità indesiderata, troppo spesso il ricorso all’aborto viene utilizzato con leggerezza per porre rimedio alla propria cialtroneria. Quindi, avendo da una parte il degrado demografico al quale la società cerca di porre rimedio mettendo in essere innumerevoli misure di aiuti alle famiglie ed ai genitori di figli minori, dall’altra il problema etico di dover metter fine a vite indesiderate pur avendo i mezzi adeguati per evitarlo e dall’altra ancora una società in preoccupante involuzione, ecco che una marcia indietro non è poi una sorpresa così shoccante. La vita cerca di difendere la vita!
Tutti gli abusi e le esagerazioni portano le società all’obbligo di dover prendere provvedimenti in merito anche se le nuove normative sono difficili da accettare ed appaiono a molti come una privazione di libertà. A causa delle esagerazioni di molti, pagano tutti. È lapalissianamente paragonabile ai costrittivi limiti di velocità che diventano un atroce vincolo a causa di quelli che fregandosene di tutto e tutti corrono a 200 km all’ora causando danni e uccidendo persone ed animali innocenti. Ancora più costrittivi perché limitano il nostro libero arbitrio.
Ed ecco che nasce anche La Tutela Giuridica Del Nascituro, cosa impensabile cinquant’anni fa. Se lo sapessero mia nonna o mia madre si guarderebbero in volto con la stessa espressione meravigliata che si potrebbe mostrare vedendo davvero qualcuno scendere dalle stelle. Che l’aborto in sé sia un atto contrario all’etica è un fatto indiscutibile anche per chi, come la sottoscritta, ha difeso a gran voce la sua entrata in vigore. Ma all’epoca la sua necessità era indiscutibile nel quadro dell’emergente cambiamento sociale viste tutte le limitazioni di cui abbiamo parlato qui sopra. Ora, visto che queste limitazioni si sono da tempo più che risolte con la prevenzione, l’etica, ohimè, urla vendetta. Su quali basi si potrebbe mai contestare? Si può facilmente giustificare un assassinio per legittima difesa ma mai e poi mai per altre ragioni e meno ancora per egoismo. Abortire non è più “legittima difesa” sotto nessuno dei suoi aspetti. Ed è davvero un assassinio. Chi avrebbe mai il coraggio lucido di negarlo?
Non è più giustificabile neanche nei casi più difficili. Oggi anche i bimbi abbandonati dalle sfortunate ragazze madri non sono più quelli di un tempo. Gli orfanotrofi dell’epoca delle privazioni non esistono più. Oggi ci sono adozioni, case famiglia ed ogni altra possibilità di scelta per coloro che non sono pronte ad essere madri loro malgrado.
Anche la condizione di ‘single mother’ è diventata oggetto di ammirazione nella società moderna che, al contrario del passato, viene considerata come un fiore all’occhiello di chi la porta e che oltre tutto suscita un certo rispetto ed addirittura dà precedenze al contrario dell’emarginazioni di allora.
Insomma, pensandoci bene e con tutta onestà, forse condannare gli anti abortisti non appare poi più giusto che l’astenersene visto che prendere una posizione ferma in merito diventa impossibile se non si vuole ledere la libertà di nessuno.
Però c’è anche da dire che una marcia indietro sulla libertà di decidere di abortire obbliga chi non vi ha mai pensato ad assumere piena coscienza delle responsabilità che competono come conseguenza dell’operato ed al saper prendere la posizione migliore nel caso in cui ci si trovi investiti dall’imprevisto che per di più coinvolge innocenti indifesi.
Ne consegue che ciò che oggi appare costrittivo è invece un passo avanti verso la responsabilizzazione.
In fondo non è poi così male, visto che per un certo verso siamo scivolati senza accorgercene in un eccesso di leggerezza. Forse siamo stati per un paio di generazioni dei veri e propri scapestrati! Con ciò si va ben lungi dal pensare di partecipare a campagne abrogative di un diritto acquisito, ma anche il riconoscere che le dinamiche cambiano e che non necessariamente quello che era giusto e sacrosanto un tempo lo sia attualmente è un fattore che non si deve trascurare.
Nell’ottica di oggi far campagna per la difesa del diritto incontestabile all’aborto è francamente obsoleto. Le società evolvono e noi con esse. La vera democrazia è quella che permette i cambiamenti, qualunque essi siano purché ottemperino alle esigenze correnti e che non sia cristallizzata su fattori in disuso.
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