Non c’è da meravigliarsi di quello che sta succedendo nel Parlamento Europeo.
La corruzione è un male endemico nella politica e in tutte le istituzioni umane.
Non c’è da meravigliarsi che con il denaro, o altre forme di corruzione, siano spesso stati ottenuti risultati leciti o illeciti. Abramo Lincoln vi fece ricorso per ottenere l’approvazione della legge sull’abolizione della schiavitù nel 1863. L’obbiettivo non giustifica i mezzi, anche se qualche volta è così importante da passare alla storia.
Neppure è un caso che la corruzione non distingua fra ricchezza e povertà, colore della pelle, credo religiosi.
Che le persone siano corruttibili è una realtà con la quale dovremo sempre fare i conti. Il problema sono le istituzioni e la loro capacità di prevenzione e di reazione.
Tutte le istituzioni devono essere in grado di esercitare un’attenta sorveglianza sul comportamento dei loro funzionari e dei loro membri. Non credo nella creazione di albi dei lobbisti, non perché non siano utili, ma perché è impensabile controllare le conversazioni al ristorante, al bar o sulla panchina di un parco pubblico. Occorre separare le responsabilità individuali dal funzionamento di ogni apparato, dalle istituzioni politiche alle imprese ed associazioni private. Per quanto riguarda i politici e gli amministratori pubblici essi dovrebbero essere soggetti ad un controllo costante, non solo sui patrimoni, ma anche e soprattutto sulle attività politiche. Prima di candidare Aboubakar Soumahoro il partito dovrebbe sapere tutto su di lui e anche sulle persone a lui vicine o che collaborano con lui. Dovrebbe essere il candidato stesso a fornire tutte le informazioni rilevanti. Se la vicepresidente del Parlamento Europeo interviene affermando palesi menzogne sulla situazione dei diritti umani in Qatar, questo dovrebbe essere un campanello d’allarme e forse lo è stato. Se Matteo Renzi fa conferenze molto ben pagate in Arabia Saudita, nulla quaestio, ma se poi si attivasse per promuovere interessi economici e politici di un paese dove si violano i diritti umani e si uccidono gli oppositori in una propria ambasciata, allora questo diventa un problema politico.
La prima difesa contro la corruzione è una politica governata dall’etica, che non aspetta i magistrati per emarginare ed estromettere i comportamenti strani e devianti.
È vergognoso che membri del Parlamento Europeo e alti Funzionari che godono di altissimi stipendi e di molti privilegi, si comportino come governanti di paesi in via di sviluppo conservando a casa propria sacchi di banconote. La responsabilità politica e morale è diversa dal rispetto della legge. L’organizzazione non governativa radicale, No Peace Without Justice, fondata da Emma Bonino, condivideva la sua sede con l’Associazione Fight Impunity, fondata dal parlamentare Antonio Panzeri, che nascondeva a casa sua sacchi di banconote. Non so, e non mi interessa sapere, perché il segretario dell’associazione radicale Niccolò Figà Talamanca sia coinvolto nell’indagine della magistratura belga. Ma quando una rinomata struttura radicale decide di condividere la sua sede con un’altra, dovrebbe sapere con quali persone condividerà le scrivanie e la pausa caffè. Gli obiettivi di No Peace Without Justice sono così importanti che occorre difenderli con una fortissima attenzione che riguarda ogni aspetto, ogni opportunità, ben oltre il rispetto della legge.
L’arroganza e la stupidità di queste persone deve metterci in allarme: quanti altri dittatori come Putin sapranno utilizzare metodi più sofisticati ed efficaci per corrompere? Per corrompere bastano consulenze dorate a ex politici o grandi manager. Molte grandi imprese multinazionali mettono a disposizione di tutti le cosiddette linee telefoniche o mail chiamate whistleblowing, che possono essere utilizzate per denunciare comportamenti scorretti o illeciti perché essi non riguardano le singole persone ma compromettono l’efficienza e l’immagine delle imprese. Denunciare i corrotti non è fare la spia, ma difendere la democrazia, il più grande risultato della nostra Europa.
C’è però una nota positiva: se qualcuno corrompe un parlamentare europeo vuol dire che il Parlamento Europeo, che non ha poteri decisionali, ha acquisito una grande forza di immagine ed esempio per il mondo intero. Occorre difenderla con tutti i mezzi, sapendo che a volte una repressione forte e chiara avrà un significato importantissimo. Molti euroscettici in Italia e in Europa, non dovranno mai poter pensare che in fondo anche le istituzioni europee sono come tutte le altre, soltanto apparati burocratici, che non rappresentano neppure il modello di quell’Europa delle democrazie che costituisce la grande alternativa alle dittature che opprimono tantissimi popoli nel mondo.
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