Memorie…già memorie, ma devo tornare indietro di quasi cinquanta anni…
Frequentavo l’istituto di Diritto Internazionale e la biblioteca, in preparazione ad un esame, a Giurisprudenza, Università La Sapienza di Roma. Poteva essere la tarda primavera del 1976, avevo poco più di ventun’ anni. Trovai su una scrivania un depliant-invito per una conferenza presso la SIOI, (Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale), situata vicino Piazza Venezia, il cui argomento, che non ricordo più, mi poteva interessare per gli studi. Pertanto andai a questa conferenza ed entrando nel salone d’ingresso della sede trovai alcune ragazze e ragazzi, che distribuivano volantini e promuovevano un periodico.
Mi avvicinò un giovanotto, con un giornale in mano, si presentò con un sorriso e affabilmente: “Ciao, sono Claudio Leone” e mi presentò anche gli altri. Subito mi raccontarono del periodico, lo sfogliai, sembrava ancora fresco di stampa, lo comprai ovviamente…400 lire! E da quel giorno, ripensandoci oggi, la mia vita cambiò, sia perché scoprii una serie di interessi comuni, tematiche che mi erano care e che potevo condividere con altre persone della mia età, sia mi si apri la possibilità di essere coinvolto in prima persona. Conobbi, quindi, tramite loro, che ne erano membri e tra i fondatori alcune associazioni, quali l’ A.I.G.E. (Associazione Internazionale della Gioventù Europea), il CEGI, (Centro Giovanile per la Cooperazione Internazionale), il Comitato Italiano Giovani per l’Unicef. Ovviamente ne entrai a farne parte subito. All’epoca mi interessavo di giornalismo e già scrivevo per alcuni periodici, uno scritto interamente in latino, un altro di un sindacato della scuola, con l’obiettivo di ottenere la tessera di pubblicista.
Mi raccontarono che tutto era nato con la partecipazione di tante e tanti di loro, da tutta Italia alla “Conferenza nazionale della stampa studentesca” a Terrasini (Palermo) nel maggio del 1971, dove a maggioranza dei partecipanti nacque l’idea di creare un giornale giovanile di incontro e di confronto socio politico culturale fra i direttori e i redattori dei giornali studenteschi di tutte le regioni italiane. Poi, nel giugno 1972, a seguito di una Conferenza nazionale della stampa studentesca a Roma promossa dal Consiglio Italiano del Movimento Europeo, ben 48 gruppi redazionali di tutte le regioni italiane discussero e approvarono il progetto editoriale del giornale giovanile TUTTI, così a Novembre 1972 fu presentato al pubblico e alla stampa il primo numero datato Dicembre 1972, cinquant’anni fa.
Conobbi quasi subito gli altri componenti la redazione romana e anche qualche redattore delle sedi provinciali, 48 sedi regionali in Italia, sia in città che in piccole cittadine, in poco tempo mi venne proposto di entrare a far parte della redazione e poi successivamente divenni segretario di redazione del periodico TUTTI, contribuii a organizzare e partecipare a molti seminari e iniziative di approfondimento e divulgazione di quelle tematiche che a noi tutti erano care, quali l’Europa innanzitutto, l’ambiente, la cultura, il diritto e il lavoro, il “terzomondo”, come si diceva allora, le disuguaglianze, la situazione giovanile e la figura della donna, sia a Roma che in Italia.
Tra i ricordi più belli che ho: la nostra sede era in via Savoia, zona Nomentana, quartiere e palazzo signorili a dir poco. Una stanza, un piccolo ingresso ed un bagno, doveva essere stata l’abitazione del portiere, chissà quanti anni prima. Praticamente passavo buona parte del giorno per tenere aperta la sede, con un telefono con linea fissa, ovviamente allora non c’erano computer, non sapevamo nemmeno che cosa fossero, né tantomeno cellulari…Il bello era quando arrivavano gli articoli per posta dei nostri colleghi in Italia, ce li portava il postino o li trovavamo nella cassetta, li aprivi e qualche volta dovevo riscrivere alcune parti, ribattendo tutto a macchina, una vecchia Olivetti, dopo la supervisione dei capo redattori. Poi c’erano le riunioni di redazione che duravano fino a notte fonda, seduti intorno a un tavolo a discutere, talvolta animatamente, per i temi da trattare sul numero in preparazione, poi si preparava il menabò e si andava in tipografia, a “costruirlo”, tutto a piombo. Forse vale la pena raccontarlo alle nuove generazioni: si montavano le parole carattere per carattere e il carattere era un cubetto di una lega di piombo, antimonio e stagno, che recava in testa la rappresentazione in rilievo e a rovescio di una lettera, un numero o di un qualsiasi altro segno grafico (punteggiatura, ecc.). Il proto era il nostro deus ex machina, poi il profumo delle rotative, il primo numero che usciva, ancora caldo… Il piacere di averlo tra le mani non aveva prezzo.
Altro ricordo, anche per sorridere un po’: era fine estate del 1978 e la redazione locale, con il contributo di tutte le nostre redazioni sparse per l’Italia, organizzò a Salerno e Amalfi il “III Congresso Internazionale A.I.G.E.”, quindi con relatori importanti, provenienti da vari paesi europei. Io avevo comprato da un paio di anni una Fiat 500, che era più vecchia di me, partii dalla sede di Via Savoia stracarico di copie del periodico e depliant, carte, di tutto, da solo, compreso quello che poteva entrare nel cofano. Arrivai, non ricordo dopo quante ore a Salerno, comunque primo pomeriggio, dovevo raggiungere l’albergo dove si sarebbe tenuto il giorno dopo il congresso, una bella discesa che incrociava un largo viale…vado per frenare…frena…frena…ma che…mi stampai contro l’unico autobus di trasporto locale che c’era…Voi, cari lettori riderete, non potete immaginare, i cellulari non c’erano, rimasi praticamente in mezzo alla strada con il cofano e i passaruota accartocciati sulle gomme anteriori, per fortuna mi vennero in aiuto alcuni passanti, chiamarono un carroattrezzi e riuscii grazie a loro ad avvertire i colleghi che erano in albergo. Poi con la macchina di uno di loro trasportammo il nostro prezioso periodico dall’officina all’albergo.
Memorie di TUTTI….
E a distanza di quasi 50 anni, due anni fa, fui ricontattato, anche se non avevamo mai perso i contatti, da Claudio Leone per ritrovare tutti quei ragazzi di un tempo. All’epoca eravamo circa 420 giovani liceali e universitari sparsi in tutta Italia, impegnati in giornali studenteschi, con la voglia e la passione di provare a cambiare il mondo e tante idee e passioni.
Con tanta fatica, siamo riusciti a ritrovare circa 200 di quei pionieri del giornalismo studentesco e oggi siamo qui, ancora TUTTI, con la stessa voglia di impegnarci in quei temi che, allora come oggi, ci sono tanto cari ed essenziali.