Quale l’evento sportivo più sopravvalutato organizzato in Italia nel 2023? Se siete attenti la risposta è facile: un potente lavoro di lobby ci fa quasi convincere che i destini dell’ex Belpaese muteranno con lo svolgimento della Ryder Cup in programma dal 29 settembre al 1° ottobre prossimi sui campi del Golf Club Marco Simone di Guidonia Montecelio alle Porte di Roma.
Poco importa ai 25.000 pendolari che ogni giorno penosamente e ritualmente transumano nella capitale da quel luogo con un viaggio periglioso per corrispondere al proprio impegno lavorativo, evidentemente immemori che l’iscrizione a un semplice Golf Club (citiamo quello sito in via Due Ponti) costi qualcosa come 4.000 l’euro l’anno. E pure dimentichi che 50.000 spettatori ogni giorno assisteranno all’evento golfistico, meno di quanti ne contenga lo Stadio Olimpico per una qualunque partita della Roma. Ne va per ora del mio sdegno di abbonato Sky che ha appreso da poche ore che il canale sportivo 206, per ora contenitore selettivo di eventi come basket, judo, sport vari, sarà unicamente destinato al golf, noto sport di massa, tranciando in un colpo solo le aspettative di centinaia di migliaia di teleutenti.
Golf Uber alles dunque con pagine e pagine di pubblicità redazionale, comprese quelle sul più diffuso quotidiano sportivo con interrogativi che distillano angosce assortite tipo “Chi sarà il capitano della squadra europea?”. O “Ci sarà Tiger Woods?” o “Il vecchio continente ce la farà a sopraffare la squadra americana?”
Così a pochi chilometri da una città stremata, tra scioperi degli autobus, buche insolute, dibattiti sul termovalorizzatore, ci sarà da mandare in buca una manifestazione che certo non smuoverà all’iscrizione centinaia di appassionati che non siano ex calciatori con congruo conto in banca in cerca di un passatempo di buon prestigio e di acclarata vetrina.
L’Italia che organizzativamente ha rinunciato a concorrere per l’Olimpiade del 2024, che vive una tribolata vigilia per gli Europei di atletica del prossimo anno dato che nulla finora è stato predisposto se non frizioni, dimissioni e contrasti istituzionali, dovrebbe palpitare per un evento a squadre per il quale sono stati investiti 77 milioni di denaro pubblico. La cifra dovrebbe servire a migliorare le infrastrutture locali ma tutte in funzione di un circolo, battezzato dalla Federazione, che rimane a tutti gli effetti, un club privato di difficile accesso.
Magna pars della grancassa è direttore generale del progetto Montali, strappato a calcio e pallavolo, per gli interessi di uno sport minore ma con interessi in ballo enormi. E come fare a valutare la sua dichiarazione che rimane iscritta nell’empireo del wishful thinking? «La Ryder Cup porterà un indotto economico dai 500 milioni al miliardo di euro». La stessa vaghezza della forbice economica indicata offre un’idea della labilità dei ritorni di un evento che sarà soprattutto mediatico e d’immagine, facendo definitivamente entrare la Federgolf di Chimenti, ben appoggiato dal presidente del Coni Malagò e dallo stesso ministro dello Sport Abodi, nel salotto buono dello sport mondiale. In particolare il ministro non è volato basso: «La ricchezza della Ryder Cup cambierà la vita di un milione e mezzo di persone». Ce le presenta una ad una? Leggermente più pacato Chimenti: «Sarà una svolta epocale per il nostro sport». Ma poi se non fosse convocato un solo italiano per chi tifare? Per noi quel 29 settembre di quest’anno rimarrà marcato per l’hit dell’Equipe 84 più che per la data d’inizio della Ryder Cup.
Foto di apertura libera da Pixabay