Daniele Poto lo conosciamo come giornalista sportivo con le sue interessanti inchieste sul mal affare del calcio, ma con questo libro lui ci offre una lettura diversa che ci allontana dagli stadi per catapultarci negli aneddoti della comune quotidianità. Il volume edito nel 2022 da Portoseguro si intitola “Veramente falso. The very best for a last book.”
Nel volume l’autore si è impegnato a raccogliere tante piccole storie, tanti piccoli affreschi rappresentativi di una vita intera e in una vita intera e che descrivono non solo sé stesso ma anche personaggi che appartengono alla nostra era e che portano il lettore ad un interessante coinvolgimento. Attraverso questi racconti che sono dei quadretti monotematici si rivive una epoca, quella condivisibile da tutti noi. Il Poto ha avuto la grande abilità di raccogliere e collezionare tante piccole esperienze e metterle insieme, in questa sorta di album di scrittura, in cui emerge, come in un film, la nostra vita. Purtroppo se andiamo ad analizzare i singoli episodi e cerchiamo di estrarre una morale, proveremo una certa costernazione.
Come in ogni bel racconto un lettore vorrebbe ricevere un insegnamento e un messaggio rassicurante, attraverso la lettura di una storia si vorrebbero fare delle riflessioni positive per il nostro vivere, ma il libro di Poto fa emergere proprio un’altra realtà celebrativa.
Nei suoi racconti il lettore comprende l’assenza di una etica e di una morale di questa epoca in cui il materialismo e il conseguimento di obiettivi facili ha fatto disperdere gli insegnamenti dei nostri padri.
I personaggi che sono descritti o le emozioni raffigurate ci conducono verso un mondo che non ha più un particolare ideale, ma che vive alla giornata, quasi di espedienti.
Il titolo scelto da Poto è dirimente: “Veramente Falso” è tutto quello che ci circonda, in cui pervade una umanità mediocre in un paese che non ha più mordente; siamo infatti lontani da quell’epoca vissuta dai nostri padri, in cui si combatteva per la libertà. Qui i protagonisti, troppo spesso, si arrabattano in una esistenza non brillante, senza particolare lustro. Un libro che quindi ci offre uno spaccato di vita del nostro paese inaspettato, tante piccole storie che sembrerebbero leggere e poco impegnative, invece sono un dirimente strumento di una epoca piena di criticità, in cui la felicità è ben lontana all’orizzonte. Lo stesso Poto, quando spiritosamente si descrive, offre spunti di ilarità. E alla fine nel lettore pervade una certa incredulità, nessuno di noi aveva mai pensato di vivere in una barca senza timone, ci sentivamo di essere tutti in salvo in un Portoseguro, come è il nome dell’editore del volume. Invece siamo tutti alla deriva e camminiamo incerti e con una certa tristezza in una epoca di smarrimento collettivo.
Piacerebbe a tutti noi una sorte migliore e un approdo sicuro!