Secondo Aristotele le città dovevano porsi un limite: potevano crescere finchè tutti i suoi cittadini si fossero potuti conoscere, almeno di vista. Questo sicuramente non sarà l’obiettivo del Mukaab, che il arabo significa “il Cubo”, pensato per diventare il più grande edificio al mondo, una struttura di 400 metri per lato che sorgerà al centro di Riyadh secondo gli annunci del Fondo per gli investimenti pubblici del Regno Saudita. Svelato nel suo piano futuristico il 16 febbraio 2023 dal principe ereditario Mohammed bin Salman allo scopo riqualificare la capitale, è considerato in realtà la principale strategia per sviluppare le fonti di reddito non petrolifere dell’Arabia Saudita.
Dovrebbe essere inaugurato nel 2030 dallo stesso Principe ereditario, e si allinea al grandioso Progetto Saudi Vision 2030, quadro strategico che punta a ridurre la dipendenza dell’Arabia Saudita dal petrolio. La sua progettazione tende anche a favorire la candidatura all’Expo mondiale del 2030, per la quale concorre insieme a Corea del Sud, Ucraina e Italia. La cartella stampa della New Murabba Development Company informa che il progetto insisterà su un’area di 19 chilometri quadrati e avrà una superficie di oltre 25 milioni di metri quadrati. ll “nuovo volto di Riyadh” sarà ispirato allo stile della moderna architettura Najdi, caratterizzato nelle facciate esterne da motivi geometrici delicatamente scolpiti in omaggio alla ricca storia islamica del Regno. All’interno ospiterà una serie di situazioni esperienziali immersive uniche al mondo, con eccezionali innovazioni create dalla tecnologia digitale e virtuale e fantastici effetti ottenuti con le più recenti implementazioni dell’olografia. Nel centro sorgerà una massiccia torre a spirale, una struttura che ospiterà due milioni di mq di sontuosa ospitalità, con schermi video ovunque dal pavimento al soffitto.
Arab News riporta dati impressionanti: 104.000 unità abitative, 9.000 camere d’albergo, 980.000 mq di spazi commerciali, 1,4 milioni di mq di uffici, 620.000 di mq dedicati al tempo libero e alle attività ricreative e 1,8 milioni di mq di strutture per la comunità. In più sarà attivo un Museo multimediale con annessa un’Università di Tecnologia e Design, naturalmente con aree verdi e percorsi pedonali e ciclabili, il tutto realizzato con “i più moderni concetti di sostenibilità”. La miglior definizione del Mukaab è “la porta d’accesso a un altro mondo”, ad una “nuova realtà”.
Fantastico futuro, ma c’è comunque da chiedersi se l’eccesso di stimoli all’estremo alto, forte e veloce, dello spettro dell’esistenza, e la probabile mancanza di stimoli all’estremo basso, silenzioso e lento, non potrebbe privare l’uomo della varietà equilibrata di stimoli di cui ha veramente bisogno. Il sommarsi veloce e ripetuto di eventi individualmente e collettivamente emozionanti alla lunga potrebbe svuotarli di interesse. E la sensibilità umana non potrebbe risultare gravemente menomata dal fatto di abitare esclusivamente in ambienti di confort fisico regolato da ritmi precisi e programmati? Sappiamo che le nostre migliori facoltà si acutizzano e conservano la piena efficienza quando le esercitiamo con qualche sforzo. Gli strumenti stessi che l’uomo ha creato per acquisire un maggior potere dinamico, in termini di mobilità totale e di comunicazione istantanea potrebbero distruggere i nostri equilibri psico-fisici?
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