La parola LIBERAZIONE, nella mia esperienza personale e nello studio della storia, ha varie emozioni positive: dalla contentezza, alla felicità; dalla rinascita, alla fiducia; dalla prosperità, alla libertà.
Per questo penso che ha molteplici sfumature, e si può associare ad un evento mondiale, come la Liberazione di un paese oppresso da un altro, che vuole dominare prepotentemente. Oppure vuole esportare le proprie best practice in un altro Paese non considerando la cultura della popolazione originaria. Così come si può associare ad evento micro, ad esempio la liberazione di blocchi energetici o il seguire il proprio scopo di vita.
Una parola così preponderante ha degli aspetti soggettivi e oggettivi, quindi partiamo dalla definizione che è stata data dalla Treccani sulla LIBERAZIONE:
- “L’atto, il fatto di liberare, di liberarsi o di essere liberato (da una soggezione, da un male, da un vincolo, da un controllo, ecc.)”;
- “Nel linguaggio scientifico e tecnico:
- In chimica, il separarsi di un elemento o di un composto da un altro corpo, o anche il formarsi allo stato libero di una molecola, di un atomo, ecc. a seguito di reazioni chimiche”;
- “In fisica, liberazione di un’energia, processo mediante il quale si rende disponibile una certa energia”.
Uno dei più grossi mali, sono le Guerre, come la liberazione dell’India dalla dominazione inglese. Ovviamente, non voglio entrare nel merito dell’intenzione di un popolo rispetto all’altro che comunque porta anche dei cambiamenti positivi. Infatti in India, tale evento storico, ha portato al nascere della filosofia della Non Violenza diffuso da Gandhi. Questo è un esempio della sopraffazione di un popolo che pretende di sentirsi migliore dell’altro ed impone le proprie regole, senza un confronto e/o una crescita attinente alla popolazione. Come non evidenziare la liberazione dalla schiavitù, grazie alla quale però sono state realizzate opere meravigliose, come la costruzione delle piramidi, o nell’epoca moderna lo stadio e tutti gli apparati di supporto per i Mondiali 2022 in Qatar (“Revealed: 6,500 migrant workers have died in Qatar since World Cup awarded”- titolo dell’articolo uscito il 23 febbraio 2021 su The Guardian), ma quante di queste persone credendo di trovare un lavoro ben retribuito, hanno poi perso la vita per questo progetto?
Così come trovare un nuovo lavoro dove vieni valorizzato, non è forse una forma di liberazione, se il tuo ex capo ti promette un lavoro, ma ti tiene in nero? O ritiene opportuno pagarti quando decide lui? O che vieni pagata di meno e devi lavorare il doppio se sei una donna?
Un’altra delle mille sfumature è la liberazione di un ostaggio dal rapimento subito, ma a che prezzo?
Mi vengono in mente i casi di due giovani con esiti completamente diversi, come ad esempio Giulio Regeni (2016), si può definire liberato nel portare avanti le sue idee di ricerca per la curiosità e la passione del suo progetto universitario, o piuttosto sarebbe stato più liberatorio rimanere vivo senza alcuna passione? Oppure è più appropriato parlare di liberazione nel caso di Silvia Romano (2020)? La ragazza che dopo la liberazione ha annunciato il suo nuovo percorso religioso, che non rientra tra le religioni predominanti nel suo paese d’origine. Chissà come ciascuno di noi reagirebbe ad un figlio rapito, che ritorna a casa: sarebbe più liberatorio accettare la nuova identità religiosa o invece avremmo preferito non rivederlo più? All’interno della coppia non è una liberazione quando si entra in un centro antiviolenza o si decide di reagire, piuttosto che farsi picchiare e/o massacrare fisicamente o psicologicamente da un compagno/a – marito/moglie che ti tratta come una nullità? Anche in questo caso non ha una valenza tanto importante quanto un Paese sottomesso? E allora perché si arriva al femminicidio, piuttosto che educare fin da bambini al rispetto dell’essere umano? La liberazione dalle dipendenze affettive o da sostanze tossiche, non è altrettanto difficile? Anche in questo caso, così come nei casi precedenti, è proprio grazie ad una rete multidisciplinare (sanitaria, sociale e psicologica) che si raggiunge il risultato di nuove abitudini costruttive. A volte è un traguardo importante anche la liberazione personale di essere sé stessi, nonostante si deludono le aspettative dell’altro, quando ciò vuol dire affermare le proprie idee che non rispecchiano la maggioranza, oppure modificare alcuni aspetti del proprio corpo, per trovare un nuovo equilibrio.
Riferendoci ad un’esperienza che conosciamo tutti, che consiste nel cambio delle stagioni: il clima freddo di questi giorni non ci fa sperare che tra poco verremo liberati da questi mesi gelati, per poterci riavvicinare al calore della primavera-estate e allo schiudersi dei fiori e frutti con le loro colorazioni infinite? In questi ultimi anni, non vorremmo forse la liberazione totale dal virus del Covid e la liberazione della Guerra Russia- Ucraina che oltre a uccidere innocenti, ha anche delle ricadute negative a livello economico, sociale, psicologico e paesaggistico. E che dire della liberazione dell’energia che garantisce luce, elettricità e tutte quelle comodità che ci permetto di essere puliti e profumati, con una fatica minore rispetto al passato. Per non parlare di tutte quelle forme di energia alternativa come i pannelli solari, le pale eoliche che ci garantiscono una vita migliore.
Per concludere, Un Augurio a te caro lettore, per questo 25 Aprile, famoso per la sua Liberazione d’Italia (dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista), affinché tu possa scegliere una delle mille sfumature della Liberazione, a te particolarmente cara, e iniziare da oggi a compiere il primo passo verso questo sentiero.
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