Nel clima politico attuale caratterizzato da sensazionalismo e populismo, la denatalità e l’impatto della intelligenza artificiale (AI) sul mercato del lavoro sono diventati argomenti perfetti per narrazioni che alimentano nell’opinione pubblica paura ed incertezza. Frasi ad effetto come “sostituzione etnica” o il presunto pericolo della perdita di milioni di posti di lavoro a causa dell’intelligenza artificiale (IA) sono parte integrante del repertorio dei politici. Invece di alimentare la paura andrebbero analizzati i fatti disponibili e prendere in considerazione le opportunità che tali sfide presentano.

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Secondo uno studio ISTAT entro il 2030, l’81% dei comuni subirà un calo demografico a causa della bassa fecondità e dei livelli migratori sfavorevoli. Le zone rurali saranno particolarmente colpite, con una riduzione della popolazione del 6% a livello nazionale e dell’8,9% nel Mezzogiorno. Le aree interne del paese, caratterizzate da una distanza fisica dall’offerta di servizi essenziali, saranno ancora più colpite, con il 95% dei comuni che subiranno una riduzione della popolazione del 9,6% (10,4% nel Mezzogiorno). Nel periodo 2020-2029, si prevede che 13,1 milioni di cittadini si trasferiscano, il 24% dei trasferimenti sarà a carattere interregionale. Le città e le zone densamente popolate del Centro-nord beneficeranno di saldi migratori positivi, mentre le aree del Mezzogiorno subiranno perdite di popolazione. Da qui al 2070 si stima che circa 6,9 milioni di italiani emigreranno all’estero e che la popolazione residente scenda, tenendo conto dei previsti flussi immigratori, a circa 47,6 milioni. Si stima vi possano essere sino a sette milioni di lavoratori in meno nel 2070 con conseguenze negative sull’economia, sul sistema sanitario e pensionistico.

Lo scenario non è ottimale se non si intraprendono azioni di contrasto.

L’aumento dell’immigrazione è una delle risposte al declino demografico, ma presenta sfide complesse legate all’integrazione culturale. È difficile prevedere quanto gli italiani siano pronti ad accogliere un alto numero di stranieri, in particolare da culture con tradizioni e valori diversi. Le conquiste sociali, i diritti delle donne, la non discriminazione di genere e molto altro potrebbero essere messi in discussione. L’intelligenza artificiale offre un potenziale enorme per compensare la riduzione della forza lavoro attraverso l’automazione e l’aumento della produttività. La chiave sarà la riqualificazione dei lavoratori, nel rispetto dei loro diritti, alle nuove tecnologie e la riformulazione delle competenze.

Le nuove occupazioni, grazie alla maggiore produttività pro-capite, dovrebbero godere di condizioni economiche migliorative. Le proposte dei nostri politici, dei sindacati, delle associazioni di categoria sembrano indietro rispetto ai tempi e mi fanno ritornare alla mente: “è il nuovo che arretra o il vecchio che avanza?” Lo scenario per l’innovazione in Italia non è dei migliori. Temo che la politica risponda alla sfida demografica adottando politiche strutturali di contrasto solo in presenza di situazioni emergenziali. Per molto tempo l’iniziativa privata sarà la sola forza a condurre le trasformazioni in modo caotico e non necessariamente equo. I fenomeni economici difficilmente sono equi se non c’è un intervento strategico di gestione chiamato politica.

l’IA sta già rivoluzionando i tre settori base agricolo, manifatturiero e servizi.

Paesaggio generato con IA Dell-E

Ad esempio, l’IA sta migliorando la produttività in agricoltura attraverso l’uso di droni, sensori e robot. Nel settore manifatturiero, l’IA offre soluzioni personalizzate a problemi specifici di produzione, aumentando la produttività e riducendo gli sprechi e la necessità di manodopera. Nel settore dei servizi, gli assistenti virtuali AI migliorano l’efficienza e la qualità dell’esperienza del cliente. In alcuni casi le intelligenze artificiali offrono già prestazioni mediche medie superiori a quelle umane

Per sfruttare equamente il potenziale dell’IA, sarà necessario adottare un quadro normativo adeguato ed investire in formazione e riqualificazione dei lavoratori. Dovremo considerare misure come:

  • riforma del sistema sanitario e dei servizi sociali con investimenti in tecnologie sanitarie innovative per rispondere al previsto aumento della domanda di servizi sanitari e assistenziali per gli anziani. Andranno implementati i servizi di assistenza domiciliare, comunitaria e alle malattie croniche,
  • creare un mercato del lavoro per le persone anziane in forme adatte alla terza età per mitigare l’impatto dell’invecchiamento della popolazione sulla forza lavoro. Andrebbero evitate penalizzazioni sulle pensioni per chi opta di restare nel mondo del lavoro,
  • promuovere il lavoro part-time ed in remoto per includere quella parte di popolazione che non desidera un lavoro a tempo pieno o nelle modalità tradizionali di svolgimento,
  • incentivi per aumentare la natalità: lo Stato dovrebbe impegnarsi in politiche di lungo periodo (la classe politica ha spesso cercato facile consenso dando bonus una tantum su tutto). L’oggetto di queste politiche dovrà comprendere almeno:
  1. investire in servizi di assistenza all’infanzia a basso o nullo costo e disponibili in orario consono alle esigenze lavorative (ad es. dalle 7 alle 19)
  2. formazione scolastica gratuita per la scuola dell’obbligo e non (salvo inserire barriere per evitare di finanziare chi non studia)
  3. politiche efficaci di congedo parentale retribuito
  4. servizi per le famiglie con figli
  5. aiuto all’acquisto di abitazioni a prezzo calmierato per famiglie in base alle fasce di reddito
  6. Integrazione immigratoria: programmare gli ingressi in funzione del potenziale d’integrazione degli immigrati e della loro capacità di contribuire alla forza lavoro ed alla crescita del sistema
  7. investimenti in ricerca e sviluppo: sostegno alla ricerca e sviluppo AI, attirando talenti internazionali e promuovendo la collaborazione tra università, industria e governo. Il governo Conte aveva annunciato lo sviluppo di un polo AI a Torino, rimasto lettera morta, poiché il governo si limitò all’annuncio e nessun governo successivo vi ha fatto seguito
  8. definizione di un quadro normativo ad hoc, meglio se su base UE, affinché i benefici siano equamente distribuiti e che i diritti e bisogni di cittadini e lavoratori siano rispettati.

L’IA non è una soluzione miracolosa e nell’adottare le nuove tecnologie vanno valorizzate le competenze umane, garantendo salari adeguati e condizioni di lavoro socialmente accettabili. La sfida demografica può essere affrontata e si può costruire un futuro sostenibile soprattutto se i paesi EU definiranno una politica europea.

 

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