Il 15 novembre 2022, il giorno di un altro attacco missilistico terroristico da parte della Federazione Russa a Kyiv, nella sala dell’edificio principale dell’Accademia statale delle arti applicate e decorative e del design di Kyiv, la comunità artistica ha solennemente aperto il progetto “Muro della memoria di Mykhailo Boychuk”. Esso è dedicato a Mykhilo Boychuk, uno dei massimi rappresentanti del Rinascimento fucilato: artista monumentale, fondatore, a Kyiv, dell’originale scuola d’arte ucraina “Mykhailo Lvovich Boychuk”.
Questo progetto artistico, articolato in 33 componenti in ceramica per un unico modulo, è stato sviluppato unendo tecniche originali di pittura e scultura, a forma di croce sul più grande muro all’interno della hall dell’Accademia. Vi hanno lavorato insieme per un anno, ceramisti ucraini professionisti e studenti specializzati in “ceramica d’arte” (in totale 22 artisti).
Il progetto, particolarmente importante e sofisticato, si è dimostrato anche di un contenuto profondamente attuale, non solo perché è stato dedicato al 140° anniversario della nascita di Mykhailo Boychuk. L’artista si è formato nella tradizione della cultura europea, che ha assimilato all’inizio del XX secolo in tre accademie d’arte a Vienna, Cracovia e Monaco. Egli ha unito giovani artisti in un gruppo chiamato “Renovation Byzantium”, con il quale ha esposto con successo al famoso Salon des indepéndents di Parigi. Ed è anche diventato uno dei fondatori dell’Accademia ucraina delle arti, aperta a Kyiv nel 1917.
Il progetto è anche di enorme importanza per la profonda consapevolezza della fortissima connessione tra la tragica era in cui l’artista visse, creò e morì, e quella attuale, cioè il drammatico presente, quando la Russia organizza un altro genocidio del popolo ucraino e del suo patrimonio culturale, quando il presidente russo-Lucifero non si vergogna di ripetere, come un mantra, che gli ucraini sono un “sotto-popolo”, una “sotto-nazione”, e che il nostro paese sarebbe artificiale e fittizio.
Avevo scritto queste poche righe – nel novembre 2022 che sembra già così lontano – quando, ho preso parte all’inaugurazione, insieme all’autore e organizzatori del progetto. Oggi, dopo aver appreso della morte della giovane scrittrice e poetessa di talento, Victoria Amelina, ho dovuto prendere ancor maggiore coscienza della realtà delle cose, in questo tragico momento del nostro paese.
La 37enne Victoria, vincitrice di numerosi premi letterari, è stata ferita mortalmente durante l’ennesimo attacco missilistico russo alla città di Kramatorsk, dove si trovava con una delegazione di scrittori e giornalisti colombiani. Sin dall’inizio dell’invasione, Victoria Amelina era impegnata nella documentazione di crimini di guerra, ed è stata lei ad aver riportato alla luce il diario del suo collega scrittore Volodymyr Vakulenko, torturato e ucciso dagli invasori russi. Volodymyr Vakulenko era uno scrittore per bambini, poeta, vincitore di numerosi premi letterari e autore di 13 libri.
Pochi giorni prima della tragedia di Kramatorsk all‘Arsenale del libro a Kyiv avevamo presentato questo diario in forma di libro “Mi sto trasformando… Diario dell’occupazione. Poesie selezionate” (il manoscritto originale è conservato nel Museo letterario di Kharkiv). Nella prefazione al libro Victoria aveva scritto che quando ha ricevuto il diario, si era sentita riportata indietro all’epoca del “Rinascimento fucilato”.
Lei è morta proprio il 1° luglio, il giorno del compleanno di Volodymyr Vakulenko: una terribile coincidenza. Ora lei stessa è considerata parte di questo “nuovo” “Rinascimento fucilato”.
Victoria è diventata la tredicesima vittima dell’attacco missilistico a Kramatorsk.
Il 13 luglio 1937, a Kyiv fu ucciso l’artista-innovatore dell’era sovietica del “Rinascimento fucilato”, Mykhailo Boychuk insieme ai suoi studenti.
Perché le autorità sovietiche hanno ucciso Mykhailo Boychuk e i suoi talentuosi studenti-discepoli? Perché l’arte dei boychukisti, che si basava sulle tradizioni europee, sulla rinascita dell’arte bizantina sul suolo ucraino, era un potente mezzo di espressione dell’identità nazionale. E poi il governo sovietico, così come i vertici criminali del Cremlino oggi, miravano all’esatto contrario: la completa assimilazione degli ucraini e l’eliminazione dell’identità ucraina.
Allo stesso tempo, le opere dei boychukisti erano “carne della carne” dell’arte profondamente nazionale e in tal modo facevano rinascere e riaffermavano la coscienza del nostro popolo, questo naturalmente era contrario ai mostruosi piani del governo sovietico, che voleva creare una società internazionale, di origini vaghe, distruggendo ogni segno di appartenenza etnica e mirando alla russificazione e alla formazione del “mondo russo” nella concezione sovietica.
Va notato che lo stile dell’NKVD dell’era sovietica e quello dei crimini delle autorità FSB del Cremlino, che mentono all’infinito sul fascismo e sul nazismo nella moderna Ucraina, sono assolutamente identici. Mykhailo Boychuk e i suoi studenti furono arrestati nel 1936 e accusati di aver creato un’organizzazione terroristica nazional-fascista inesistente, e furono per questo giustiziati (proprio come vengono giustiziati oggi, dai soldati russi, migliaia di nostri cittadini nei territori temporaneamente occupati per la loro “ucrainità”).
Però, nonostante lo sterminio fisico, le repressioni, il lungo tacitamento, l’arte monumentale dell’Ucraina nella persona di Mykhailo Boychuk e la sua scuola, si è fatta conoscere come un grande patrimonio del XX secolo.
Nel suo diario egli scrisse: “Ho sempre affrontato e continuo ad affrontare i problemi dell’arte che sono talmente difficili e rilevanti, che potrei non avere la fortuna di risolverli io da solo, o coloro che hanno imparato da me: ma forse lo faranno le nuove generazioni di artisti”. Il Maestro evidentemente parla, attraverso i decenni, a quegli artisti, le cui opere sono state ricreate all’interno dell’Accademia, in ceramica, un ricordo dell’impareggiabile scuola d’arte di Boychuk. E sappiamo che fino a quando sopravvive la memoria di una persona, essa continua a vivere, tramandata nel patrimonio nazionale culturale lasciato ai posteri.
Puoi uccidere una persona, ma non puoi cancellare la sua memoria. Puoi uccidere molte persone, ma è impossibile distruggere una nazione: essa rinascerà comunque. Così come è impossibile uccidere l’arte, la cultura, la creatività, esse vivranno molto più a lungo di qualsiasi regime politico e dittatore che lo governa.
Foto di apertura: Dettaglio di un murale di Mykhailo Boichuk