Il nostro senso statico del basso e dell’alto, sottoposto alla forza di gravità, determina la nostra percezione del piano geometrico del suolo. Quando ci orientiamo simmetrizziamo gli stimoli dei vari sensi frontalmente preparandoci ad affrontare le situazioni. Ma quando molti sensi collaborano creiamo un’esperienza percettiva definita da Gibson ”haptic”, che comprende molte altre sensazioni (pressione, caldo, freddo, dolore, piacere, etc) creando un’interazione con l’ambiente fisico molto più ampia. I nostri sensi fondamentali e i sistemi di orientamento sviluppano uno schema di coordinate psicofisiche che costituiscono l’insieme delle nostre sensazioni.
L’antropologo Hartley Alexander ci chiarisce che semplicemente le coordinate destra/sinistra e davanti/dietro portarono alla formazione dei quattro punti cardinali mentre le tre zone verticali del corpo hanno contribuito alla determinazione mistica dei concetti di cielo, terra e inferno. Il “davanti” è orientato verso il movimento ed è sovraccaricato di significati positivi di forza e virtù, mentre il “retro”, il dorso, è svalutato. Anche il lato destro e il lato sinistro acquistano significato dalla capacità di controllo e dalla forza del corpo. Poiché in genere il lato destro è più forte viene associato al potere, alla destrezza e alla razionalità, il lato sinistro è tradizionalmente connesso all’ irrazionalità e alla debolezza. Se i limiti dell’ambiente esterno ci sono molto prossimi, come nel caso di un muro che ci sovrasti, ci sentiamo “ridotti”, se ci proiettiamo verso uno spazio aperto anche la sensazione del nostro corpo si espande. Riferendoci agli spazi della casa osserviamo che è concepita come un luogo di cui si possono occupare tutte le parti e il sentimento di possesso coinvolge tutti i sensi fondamentali in esperienze” haptic”. Ogni spazio decide il potenziale architettonico delle dimensioni e si presta all’espressione di esperienze personali. Le scelte direzionali implicite nella disposizione o nella articolazione degli ambienti si traducono in scelte comportamentali. Le scale per la cantina sono in genere nascoste, e i movimenti per andarci sono più cauti, mentre le scale per le stanze superiori sono enfatizzate; le camere da letto richiedono rapporti spaziali dettati dal bisogno di protezione e isolamento rispetto alle attività concentrate nelle stanze comuni. Le variazioni nei materiali dei pavimenti possono accelerare o rallentare l’andatura, etc.
Consapevolmente o no i nostri corpi e i nostri movimenti dialogano costantemente con gli edifici che costruiamo e nei quali viviamo e i nostri modi di muoverci nei diversi spazi è intimamente connesso con le forme dell’architettura. Ogni movimento umano traccia complesse configurazioni spaziali. I ballerini, in particolare, “sentono” lo spazio, non lo considerano un vuoto tra gli oggetti solidi, lo spazio è per i danzatori qualcosa di reale in cui muoversi, in un’articolata consapevole interazione.
Tutta l’architettura è un appello al movimento e ogni costruzione fornisce lo scenario alle complesse interazioni di molti corpi. E tutti gli edifici stimolano coreograficamente i rapporti dinamici tra le persone che li vivono, un esempio per tutti le scale dell’atrio della Filarmonica di Berlino.
Tutte le foto sono dell’autrice