La manifestazione di ieri è stata ricca non solo di figure professionali di un certo spessore ma anche di racconti, testimonianze di chi è stato ristretto e soprattutto di chi vive questa realtà di riflesso per senso civico e morale! Tutti comunque uniti in una missione con un obiettivo ben preciso, fare del carcere non una discarica sociale ma un luogo di recupero che dia la possibilità al ristretto, di pagare il suo debito nei confronti della società nella maniera più costruttiva e dignitosa. Si parla di certezza della pena ma questa non deve riguardare gli anni che il reo deve scontare, per il reato commesso, bensì deve riguardare “la qualità” di come trascorre il tempo: progetti, corsi, lavoro; solo con la Rieducazione e reinserimento si può FARE e DARE giustizia! La recidiva si abbassa e a beneficiarne è soprattutto la società! È questa la vera e unica certezza che è utile all’ intera comunità! Il lato “punitivo” del carcere è la privazione della libertà, che non deve riguardare la negazione della dignità e dei diritti dell’ essere umano, sono due cose ben distinte e in una Nazione come la nostra dove si porta in alto la democrazia , dove elogiamo la costituzione, dove i Governi giurano su di essa , è inaccettabile che il carcere sia ciò che è : una DISCARICA SOCIALE, dove oltre a vivere in maniera disumana tra sovraffollamento, edifici fatiscenti, malasanità , ti privano addirittura degli affetti concedendoti il minimo anzi, “meno del minimo”! Una sola telefonata a settimana di 10 minuti per parlare con i propri cari. Perché così poche? che senso ha? Se non rendere il carcere un luogo più duro e punitivo possibile!
Accanirsi sugli affetti può distruggere non solo il recluso ma anche il familiare. Per chi non vive certe realtà non sa che una telefonata al giorno può rendere la giornata meno pesante dentro quelle mura, può addirittura salvare una vita! per tale motivo l’associazione Sbarre di zucchero chiede al Ministro Nordio di aumentarle, in tutti gli istituti penitenziari, concedendo ai ristretti una telefonata al giorno verso i propri cari. Troppi suicidi e tentati suicidi che ormai avvengono quasi all’ordine del giorno, dimostrano come il sistema carcerario è un fallimento sociale.
Non si può, non si deve, morire di Carcere!
Per non parlare della carenza di organico, agenti penitenziari in sovraccarico di lavoro, pochi direttori, medici, educatori, psicologi, assistenti sociali! È scandaloso. Dinanzi a ciò qual è la soluzione per chi ci Governa? Più pene, più carceri (cosa difficile oltretutto da realizzare).
Le soluzioni per migliorare la vivibilità e per diminuire il sovraffollamento ci sono, e sono soluzioni veloci ed efficaci! Esempio le misure alternative, contenute nel nostro ordinamento penitenziario, perché non vengono “incentivate”? Basta solo volontà politica.
Ma realtà, a mio avviso, è che siamo uno Stato ipocrita che si lava la bocca parlando d’inclusione sociale ma che non investe abbastanza e non s’impegna affinché ciò avvenga! Ecco questa è l’idea che mi sono fatta in questi anni dopo aver ascoltato varie testimonianze e soprattutto dopo aver ascoltato gli interventi di ieri durante la manifestazione. Ringrazio l’associazione Sbarre di zucchero e tutte le figure che sono intervenute, perché mi hanno arricchita! Sbarre di zucchero nel giro di poco tempo sta realizzando vari progetti a sostegno delle persone ristrette soprattutto verso le donne ristrette, le loro famiglie, chi ha bisogno di aiuto, cercando di non lasciare nessuno indietro! Fa il possibile per portare in alto la loro voce con i fatti.
Vi lascio con le parole di un famoso psichiatra Vittorino Andreoli, parole che condivido. “E credo che il carcere debba essere un luogo di rieducazione e avere, dunque, le caratteristiche delle istituzioni educative, attente a tirar fuori dallo studente ogni elemento che gli permetta di diventare più utile alla società. Il carcere come camicia di forza, come immobilità per non far del male è pura follia, è antieducativo. Non appena viene tolto il gesso, c’è subito una voglia di correre e di correre contro la legge. Senza considerare l’assurdo di un luogo dove si accumula la criminalità, che ha un potere endemico maggiore di un virus influenzale!”
Tutte le foto sono di Sbarre di Zucchero