Istintivamente, per chiunque, una macchina elettrica è molto più pulita: non ci sono tubi di scappamento, non inquina l’aria.
Ma siamo proprio sicuri?
Per il 2035, come è noto, l’Unione Europea ha deciso di rendere obbligatori i motori elettrici per le automobili: non potranno più essere venduti motori termici. Il problema è molto controverso: sicuramente a noi non conviene, perché siamo, per nostra colpa, grandissima colpa, molto indietro nelle tecnologie elettriche. Le macchine elettriche hanno molte meno componenti e noi purtroppo siamo i maestri proprio della componentistica: sostanzialmente le macchine tedesche hanno una componentistica prevalentemente italiana. Queste sono argomentazioni contro l’obbligo della macchina elettrica che rischiano di avere un impatto sull’occupazione concreto, anche se ignorano gli aspetti ambientali.
Vediamo le argomentazioni ambientali.
La prima è più semplice obiezione è che l’elettricità, comunque, da qualche parte deve essere prodotta e, oggi come oggi, si produce prevalentemente con i carburanti fossili; ci sono problemi ad utilizzare le energie alternative che vedremo più avanti.
Ma non finisce qui: per poter fare una macchina elettrica servono le batterie di trazione che sono al litio.
Il litio è il metallo più leggero che esista ed è una terra rara quindi, per la definizione di “rara”, ce n’è poco su tutta la terra.
Oltre il litio servono altre terre rare che sono ancora più difficilmente reperibili.
Il litio è usato in moltissimi altri ambiti quali gli smartphone e addirittura alcuni farmaci molto diffusi.
Al momento attuale non abbiamo alcuna idea di dove trovare tutto il litio e le altre terre rare che saranno necessarie nel momento in cui ci saranno solo macchine elettriche: si incrociano le dita e si spera di trovarle in questi anni. Un grandissimo giacimento di litio è stato trovato in Serbia. Al di là del fatto che non mi diverte l’idea di dover dipendere dalla Serbia per una risorsa strategica, c’è un altro problema: questo giacimento si trova proprio nelle zone più fertili della Serbia e ambientalisti locali si sono opposti. No comment.
Ma non finisce qui, estrarre il litio è impattante ambientalmente: serve infatti molta acqua per estrarlo e in alcuni contesti estrattivi di acqua non ne serve molta: ne serve moltissima!
Queste automobili poi le dovremmo ricaricare, no?
Inutile dire che la ricarica di una macchina elettrica non ha niente a che vedere con il rifornimento di carburante, come siamo abituati a fare: andiamo alla pompa di benzina e nel giro di qualche minuto ripartiamo con il pieno. Esiste poi un problema di autonomia: oggi le macchine più care (che per le persone normali sono difficilmente avvicinabili) l’autonomia è intorno ai 400/500 km; il che significa che uno può arrivare da Roma con sufficiente tranquillità fino a Bologna. E poi?
Le tecnologie stanno migliorando, ma, oggi come oggi, nel migliore dei casi ci vuole mezz’ora per fare una ricarica decente.
Ma di routine, come faremo a ricaricare la nostra automobile?
Durante la notte, esattamente come facciamo col telefonino.
Ma c’è un piccolo problema: la notte non è disponibile la produzione elettrica attraverso centrali solari termiche o fotovoltaiche, la famosa energia che ci regala il sole.
Qualcuno potrebbe rispondere che basta immagazzinare l’elettricità dal giorno per renderla disponibile la notte. In realtà immagazzinare l’elettricità è una tecnologia sulla quale, a livello mondiale, siamo molto indietro: diciamo che, al giorno d’oggi, l’immagazzinamento dell’elettricità può essere fatto, e fatto male, con le batterie al litio: siamo da capo a dodici.
Una buona notizia per l’Italia: da noi il problema potrebbe forse essere risolto con l’energia idroelettrica, che di notte attualmente va sprecata: il problema è raggiungere tutte le aree del Paese.
Quindi:
- speriamo di trovare il litio e le altre terre rare necessarie
- dovremmo consumare moltissima acqua per estrarre il litio
- probabilmente avremo una diminuzione importante di posti di lavoro e di fatturato delle nostre aziende
- non potremo ricaricare le nostre automobili elettriche con energia solare, forse in parte dell’Italia potremmo usare quella Idroelettrica
- non affronto neanche il problema, in realtà essenziale, della quantità di energia elettrica che dovrà essere disponibile per le macchine elettriche
- molto probabilmente dovremo aumentare la produzione elettrica da combustibili fossili
Non è una questione di schierarsi dalla parte dell’Ambiente o no, né tantomeno da una parte politica: il problema è vedere le cose per come sono e non per come ci piacerebbe che fossero.
Piacerebbe a tutti un mondo più pulito, in cui non ci sono scarichi di macchine, in cui ci sono città pulite. Il problema è evitare di prendersi per i fondelli da soli e guardare la realtà in faccia, trovando delle soluzioni efficaci e soprattutto realistiche. Qualcuno potrebbe pensare che il tempo che manca al 2035 sia tutto sommato piuttosto lungo e quindi potremmo assestare, aggiustare, limare. Le cose non stanno così: i tempi dell’industria automobilistica sono tempi lunghissimi. La progettazione di una nuova macchina prende anni, la progettazione di impianti per costruire una nuova macchina prende anni, la produzione di impianti per costruire una nuova macchina prende anni, la formazione del personale e una marea di altri elementi prendono anni: cosa vuoi che siano 10 anni? Le imprese automobilistiche già oggi non investono più un centesimo nella manutenzione di impianti produttivi per motori che non siano elettrici, quindi in qualche modo il fenomeno è di per se stesso irreversibile.
Un eventuale “errore” nelle strategie della produzione automobilistica potrebbe avere effetti drammatici.
Al momento attuale dobbiamo affidarci ad un Intervento Divino.
Foto di apertura di markus roider da Pixabay