Di ritorno da un bellissimo viaggio questa estate, ero veramente appagata, tranquilla e ben disposta ad iniziare con ottimismo un nuovo anno lavorativo. Purtroppo questo stato è durato poco perché le notizie arrivate il 7 ottobre, hanno scatenato sentimenti di angoscia e di preoccupazione che, devo dire, sempre più prendono vigore e si rafforzano. Non che non ci fossero prima motivi per non essere sereni, ma questo avvenimento nella modalità e negli intenti di esecuzione è stato veramente devastante. Ricordo che ho pensato ed ora…cosa succederà? Succederà quello che è successo…e questo si porta dietro un’ulteriore domanda, se ho pensato io che non sono un’esperta né di politica né di interventi militari, che la popolazione avrebbe pagato un prezzo altissimo per questo misfatto cosa ha voluto dimostrare questa leadership che sapeva esattamente cosa voleva provocare e quale sarebbe stata la risposta.
Ha agito con consapevolezza in assoluto disprezzo di qualsiasi forma di valore anche il più misero e banale. Mi chiedo, quindi, come si fa a vivere e a far vivere i propri figli con una pistola puntata alla tempia per tutta la vita senza neanche avere la speranza di mutare la situazione. La risposta non è che questi sono terroristi e quindi non hanno il minimo rispetto per niente e nessuno ma che qualsiasi forma di leadership, che tiene per troppo tempo le persone in uno stato di paura, è libera di decidere e fare quello che normalmente non viene concesso. Si sarebbe potuto pensare che questa potesse divenire un’occasione per scrollarsi di dosso questo cancro, per voler reagire ad un’oppressione che dura ormai da troppo tempo e che non permette di essere liberi di decidere anche nelle piccole cose. Certo per noi è facile parlare dalle nostre case calde e accoglienti mentre nel mondo succedono cose impressionanti, un pensiero grato va alle donne iraniane che continuano a subire supplizi per non voler accettare di essere combattute ed emarginate con futili pretesti e motivazioni banali, che lottano per il diritto alla libertà che dovrebbe essere riconosciuto a tutta l’umanità.
Un augurio a tutti noi per il nuovo anno, non ci credo ma ci spero, auguriamoci che tutto questo orrore finisca ed auguriamoci di recuperare il senso vero delle cose, e di rinunciare al senso del ridicolo che ormai permea tutte le nostre attività.
Foto di apertura di Ulrike Mai da Pixabay