Manca poco all’alba,
piccole formiche vanno affannate
fra scaglie di fango e foglie riarse;
la carezza del vento le ostacola,
senza turbare il silenzio profondo
di cui si nutrono fili d’erba e alberi.
L’azzurro compare finalmente
ed impallidisce le stelle;
in pochi minuti invade
tutto l’orizzonte. Il cangiante mosaico
di colori dimenticati riappare e
disvela le perle preziose di rugiada.
Un profumato alito vitale si espande:
armonia senza note e senza spessore.
Un’ultima brezza sibila piano
e poi si riposa fra i rami più fitti,
ma non è mattino ancora;
diafana persiste la traccia della luna.