Antonio Bincoletto, Garante dei diritti delle persone private o limitate nella libertà personale, a Padova, in occasione del 18 aprile, giornata di sensibilizzazione sul problema delle carceri italiane, ha rilasciato un comunicato stampa in cui presenta la situazione delle carceri italiane che, negli ultimi mesi, è in evidente peggioramento. “Dall’inizio del 2024”, scrive Bincoletto, “fra i reclusi, vi sono stati più di 30 suicidi accertati oltre a diverse morti per altre cause, da accertare. Il tasso dei suicidi fra le persone detenute è ormai 20 volte superiore rispetto a quello delle persone libere. Anche tra il personale della polizia penitenziaria, il tasso suicidiario è molto più alto rispetto a quello di altre categorie di lavoratori (4 casi finora nel 2024). Nell’intero 2023, il numero di morti autoinflitte nel carcere era stato di 65 fra i detenuti; nel 2024, dopo tre mesi abbiamo raggiunto quasi la metà di quella cifra e se il fenomeno procedesse a tale ritmo, si rischierebbe di raddoppiare il numero di suicidi, rispetto all’anno precedente.” Bincoletto si chiede se questa situazione sia un fatto endemico e inevitabile, alla luce di istituti penitenziari italiani sempre più affollati: “abbiamo superato”, spiega Bincoletto, “di oltre il 20% la capienza regolare e ci stiamo avvicinando alla situazione che, nel 2013, portò la Corte Europea dei Diritti Umani, a condannare il nostro paese per le condizioni detentive riservate alle persone recluse. Inoltre, il personale è sotto organico: ciò vuol dire che agenti, amministratori, educatori, psicologi, mediatori, operatori sanitari, magistrati di sorveglianza, cancellieri si trovano in affanno nel gestire la quotidianità e in difficoltà nel realizzare percorsi trattamentali virtuosi e di recupero, attraverso lo studio, il lavoro e altre attività”. La popolazione carceraria, per un 30%, si compone di persone con dipendenze da sostanze; per un altro 30%, di nazionalità straniera; e in molti casi, con problemi sanitari e psichiatrici. ”Il carcere come “discarica sociale” per sopperire a carenze di politiche assistenziali preventive ed efficaci nel territorio?”, si chiede Bincoletto. Se nel periodo Covid si era registrata un’apertura alle telefonate quotidiane e alle videochiamate, ora si è tornati al regime precedente: non più di 10 minuti la settimana; inoltre, molte sezioni che prima erano state “aperte” con possibilità di spostarsi dalle celle, nei corridoi, ora si sono richiuse e chi non svolge attività, si trova in buona parte della giornata, isolato nella propria cella. In questa situazione, è facile capire come e perché una persona possa giungere alla scelta estrema: lasciata in condizione di inerzia, con la prospettiva di ritrovarsi al punto di partenza, senza supporti adeguati, non trova altra via di uscita. Ecco allora la necessità di denunciare questa situazione e richiedere un’energica azione che affronti l’emergenza: la Conferenza Nazionale dei Garanti Territoriali ha indetto una giornata di sensibilizzazione, il 18 aprile, nella quale affrontate le problematiche e alle 12, leggere i nomi delle persone che hanno posto fine alla loro esistenza in carcere.