Sapevo che sarebbe stata una giornata difficile, il dolore dei familiari poteva diventare rabbia per tutto ciò che era accaduto a loro, ma sapevo anche che bisognava dar voce a chi si teneva questo dolore dentro. Speravo anche che le varie associazioni sarebbero state di supporto per realizzare al meglio l’evento. Come invece immaginavo la mancata partecipazione della stampa e dei familiari dei detenuti, ma questa è cosa nota, di cui non me ne faccio una ragione. Ma solo quando si è investiti del problema ci si ricorda che ci sono persone che ogni santo giorno si dedicano a questo problema, allora chiedono aiuto. Ma come sempre non scordo il mio passato, e non posso perdermi d’animo ed inizio l’evento, ricordando com’è nata Sbarre di zucchero, proprio da un dolore, la morte di Donatella. Mentre aspettiamo l’onorevole Ilaria Cucchi, che per motivi istituzionali portava un leggero ritardo, abbiamo voluto iniziare con una donna che ogni giorno si impegna per far conoscere il dramma delle carceri. Poi iniziano a parlare i familiari delle persone che sono morte in carcere. Il dolore si è sentito, è arrivato dritto al cuore, ogni parola detta era un macigno che arrivava, alcune parole sono state misurate, altre più dure, ma la perdita di un figlio, di un fratello, o di un padre, non si può descrivere con le parole, la vivi quotidianamente con la sua assenza, e noi non possiamo che stare in silenzio ad ascoltare. Arriva l’onorevole Ilaria Cucchi che vorrei ringraziare veramente di cuore, perché nonostante tutto è sempre molto vicina a Sbarre di zucchero e alle sue iniziative, lei che in prima persona si è combattuta per suo fratello Stefano, per la verità e giustizia. Le sue parole erano sentite, si percepiva ancora la sofferenza per quello che ha vissuto, e per noi uno stimolo per non mollare, il suo abbraccio è stato emozionante. Arriviamo alla fine della manifestazione, una mamma di un familiare morto in carcere è rimasta sempre fuori, non si è mai avvicinata alla manifestazione, voleva protestare davanti al Ministero, ma ho dovuto dirgli che non autorizzavano lì davanti, allora ha preferito rimanere fuori dai giardini. Ho rispettato la sua decisione, alla fine ho dedicato un minuto di silenzio per suo figlio e per tutte le vittime di morte in carcere. Quando stavamo andando via si è avvicinata abbracciandomi e dicendomi grazie, una lacrima iniziava a solcare il mio volto, è stato il regalo più bello della giornata.