La prescrittività sembra il marchio di fabbrica dei nostri tempi. E sotto questa insegna possono essere tranquillamente arruolate le giornate dedicate, data per data, settimana per settimana, mese per mese. Badate bene, più che un calendario è una jungla in cui si sgomita per un posto al sole, un riconoscimento, né più né meno di quanto avviene per l’inclusione nei “Borghi più belli d’Italia. Buffo è che questo mood va a sommarsi a una congerie indiscriminata e confusa di imprescindibili doveri con gli anniversari dei personaggi famosi. Celebrazione dell’anno di nascita, del giorno della morte, persino della data di uscita dell’opera più famosa. Una mesta processione in cui per un attimo i personaggi in questione vengono fatti uscire metaforicamente dalla tomba per essere immediatamente risepolti con la data di scadenza anche se, per i tempi burocratici propri dell’Italia, qualcuno sfora (mostre, contributi, appalti) e dunque si insegue l’anno successivo. C’è sempre tempo per uscire dall’oblio per poi immediatamente rientrarci. Solo Internet con il suo google non perdona. Tanto per svicolare saremo curiosi di sapere quanti, in questo preciso momento, stiano leggendo un libro di Alberto Moravia, famosissimo autore degli anni ’70-’80, molto mainstream al suo tempo e oggi ampiamente, non so se ingiustamente, dimenticato.
Manzoni, Calvino, Marconi: per tutti c’è un omaggio, una conferenza, uno spettacolo teatrale, una fiction televisiva. Magari non li abbiamo apprezzati al loro tempo ma ora ci uniamo al carosello gioioso dell’edificazione di un valore. Ma in questi mesi nessuno batte Matteotti in quanto a ricordi e a manifestazione di sincero e commosso affetto. Crediamo che a questo empito collettivo molto contribuisca il clima emotivo destato dell’attuale Governo. Per la Meloni Matteotti è stato vittima del fascismo ma non direttamente di un’esecuzione decretata biecamente da Mussolini come dimostrato dalla storia. Certe parole non escono dalla sua bocca, non c’è nulla da fare. Comunque torniamo all’ampio calendario delle giornate dedicate. C’è un calendario nazionale, uno internazionale e uno mondiale che bada bene di non scontrarsi con le festività religiose. Conquistare un posto al sole, magari in subappalto, in duplex con un altro competitivo cliente, muove fatturati, prestigio e motivazioni. Fabio Brocceri sul suo sito si è generosamente speso per riassumere in calendario delle scadenze che valgono titoli di giornali, post, strilli di stampa. L’anno si inaugura con il 1° gennaio, giornata della pace, termine quanto mai poco gettonato nell’attualità di tutti giorni. Il 15 gennaio per definizione è il giorno più triste dell’anno: prendere nota. Il 17 gennaio è la giornata mondiale della pizza, bene immateriale sotto l’egida dell’Unesco. Lo sanno gli australiani? Ma la vivacità non manca in questo strambo e quasi surreale calendario di riconoscimenti. Il 2 febbraio è la giornata internazionale dei calzini spaiati, attenzione dunque a cosa tirate fuori dalla lavatrice. Alcune date sono figlie dei tempi. Così il 7 febbraio è la giornata internazionale contro il bullismo e il cyber bullismo. Ma in questo festival interculturale, a tratti bizzarro, si ricorda anche il gelato, il gatto, il pi greco, gli sprechi alimentari, la visibilità trasgender, l’ostetricia, la danza, la bicicletta in una sarabanda a tratti delirante di soggetti e oggetti. Tra il serio e il faceto nell’elenco passa la storia del mondo. Con la sua serietà e la sua eclettica stravaganza. Con il peso della commerciabilità perché c’è anche la Nutella con il suo vilipeso olio di palma.