Un passo avanti da stabilizzare. Il Piano italiano energia e clima-Pniec- è stato rifatto e inviato alla Commissione europea. Ha richiesto un anno e mezzo di lavoro dopo che la Commissione stessa aveva respinto un precedente testo. Il passo avanti compiuto riguarda scelte più definite sul nucleare, sul biometano, su altre fonti rinnovabili. Sull’idrogeno, per citare il caso più controverso, gli industriali hanno criticato la timidezza del governo sugli investimenti. Sul nucleare, invece, so è aperta una porta importante. Il Piano nella sua articolazione deve assicurare all’Italia un percorso di sostenibilità per i prossimi anni con il concorso di tutti. Almeno si spera. Non ci sono steccati da alzare e la condivisione dovrebbe essere il timone che guida la navigazione del Piano che sarà un pezzo del new Green deal. La questione italiana si intreccia, tuttavia, con la nuova leadership dell’Ue. Il Green deal è destinato ad essere cambiato in alcuni punti essenziali. Vedremo cosa saranno capaci di fare gli eletti. Ciò che tutti dovrebbero accettare è che le politiche ambientali, energetiche, per il clima, per produrre risultati devono convergere nei modi e nei tempi. Gli Stati che pensano o lavorano per tenersi fuori dagli obiettivi comunitari danneggiano la visione generale della lotta ai cambiamenti climatici.

Le fonti energetiche restano alla base di ogni discorso e il passaggio verso il fatidico tutto rinnovabile va scandito in decenni. Chiediamoci:la fase della transizione in anni predefiniti- 2030,2050- è sempre credibile ? Il Gren deal firmato Ursula von der Leyen li ha predeterminati ma non stanno reggendo agli eventi collaterali – pandemia, guerre, povertà in crescita, nazionalismi- laddove le élite politiche sono sempre più divise. La nuova Commissione Ue sarà all’altezza di ricomporre un quadro oggi molto scomposto che ha per sfondo circa 700 miliardi di euro di investimenti verdi ? Industria, agricoltura, mobilità trainano tutto con Pil specifici per ogni paese. Ma la sfida ai cambiamenti climatici scopre le identità di organizzazioni e leaders. La storia è anche bizzarra e ci offre figure comiche o patetiche rispetto a scelte epocali. Non sono, ovviamente, rassicuranti polemiche e attacchi da destra o da sinistra, esposte più per dare pace a sé stessi che ai cittadini. Finché questi non si ribellano: vedere alla voce non votanti.