Li piangiamo, ma facciamo anche finta di non vederli. L’ipocrisia verso i migranti che lavorano, e muoiono, nelle campagne italiane è giunta a livelli insopportabili. Le loro vite ci appartengono fino a quando sono funzionali a soddisfare la vendita di prodotti di cui non possiamo fare a meno. Lavorano per noi tutti. Al momento in cui scrivo l’ultimo morto è un indiano. Riposi in pace nel paese della disfatta umanitaria.
Li piangiamo- i migranti morti- nelle cerimonie religiose, nelle sedi della politica, sui giornali e nei talk show mentre un poliziotto-notaio aggiorna il numero dei decessi. Che paese è questo ? Le loro vite hanno sempre più le sembianze di un fantasma che proietta la propria ombra su tutta l’Italia. Chi si impegna per squarciare quell’ombra minacciosa e turpe ? Ma sul serio. I ministri, i leader politici, gli industriali e gli agricoltori delle filiere, la Grande distribuzione ? Pochi giorni fa i carabinieri hanno controllato centinaia di aziende agricole da Nord a Sud, chiudendone 145 per sfruttamento illegale di manodopera e caporalato. Capite ? Erano le piaghe dell’Italia del dopoguerra, delle battaglie dei cafoni del Sud e oggi, produttori a volte green, premiati nelle fiere e riconosciuti leader agricoli, non si fanno scrupolo di sfruttare, truffare, delinquere. Si escluda da sé chi è fuori dalla lista.
È esagerato se dico che quella manodopera scoperta dai carabinieri è tutta a rischio morte per incidenti, condizioni di lavoro disumane, orari, eventi meteorologici ? L’odiosa ipocrisia da cui siamo circondati sfocia nel politically correct allorché i poteri – politico, industriale, finanziario – declamano il “mai più”dopo l’ennesima assurda morte. I sacerdoti laici della pietas non fanno distinzione tra un italiano vittima di incidente sul lavoro e un immigrato. Li ascoltiamo e fanno bene a non distinguere. Trovino, però, la forza e la volontà di scardinare tutto il sistema che conta, purtroppo, molti e insospettabili attori. Beninteso, non solo in agricoltura. La politica, questo è chiaro, non riesce a governare l’utilizzo della manodopera clandestina nei settori più diversi dell’economia. L’agricoltura sostenibile di cui narriamo successi, si diffonde anche grazie al sacrificio dei migranti i aivo da ogni parte, in spregio a ogni principio sociale. Nord e Sud del paese in gran parte si equivalgono e non è affatto una virtù. “Siamo una Nazione che ha conosciuto i drammi e le sofferenze degli emigranti e avvertiamo il dovere di rifiutare di riviverli al contrario” ha detto Sergio Mattarella il 1 maggio scorso. Inascoltato Presidente.