Vacanze intelligenti è uno squisito ossimoro che deve essere stato antropologicamente inventato nell’Italia del post-boom, quando fioccavano linee dritte su un’ininterrotta linea di progresso. Insomma, tutto ben prima del terrorismo, dello spettro del cambiamento climatico, della stessa inimmaginabile Meloni. L’intelligenza, difatti, è negata per definizione alla programmazione di una vacanza in agosto, mese che riassume nel peggio l’anti-genio italico. Nonostante ingenui tentativi di cambiamento, infatti, gli italiani, nonostante la definizione coerente di Paese post-industriale, continuano imperterriti ad andare in vacanza ad agosto. Sfidando maggiorazioni da codice penale, code in autostrada, aeroporti che sono bivacchi, stazioni ferroviarie dove il tabellone non documenta treni in orario e ora anche un clima asfittico da 38-40 gradi che non incoraggerebbe grandi spostamenti. È un meccanismo a catena che fa sì che, neanche fossero operai della Fiat, avvocati, notai, idraulici, meccanici, geometri, carpentieri, più o meno tutto quello che può servirti in estate, complottino contro di te e si mettano in ferie dal 9 al 25, rigorosamente ad agosto. Le presunte vacanze intelligenti fanno rima e coppia con le cosiddette partenze intelligenti. Dunque, a che ora parto? Direi, per prevenire code, alle 4 di notte, l’ora dei banditi che in quel momento potrebbero tentare di svaligiare la tua casa con i nuovi metodi georgiani. Già, perché nel mese in cui gli anziani non dovrebbero uscire di casa dalle 11 alle 18 per il gran caldo, aumentano furti, femminicidi, malori. Non parliamo poi di Roncobilaccio e di Villa San Giovanni e di sconvolgenti maggiorazioni all’ombrellone. Lo slogan delle vacanze intelligenti disegna in realtà, per spietata contraddizione, la visione di una vacanza fantozziana che ti invita ad espatriare, a riparare nella ben più ospitale Grecia, dove, se occupi una sdraio in uno stabilimento a ragguardevole distanza dal vicino, non sei neanche sicuro che passerà un incaricato a chiederti il pagamento per l’occupazione della stessa. Intelligente è un eufemismo che circola bene nelle canzoni di Cochi e Renato, non nell’abbinamento con le vacanze. Tra l’altro, circola un’ariaccia che fa sì che, nonostante tutti partano ad agosto, le città non si vuotino mai completamente come succedeva una volta. Perché le vacanze, per la crisi della classe media, sono sempre più brevi. Provate a chiedere il prezzo d’affitto di una casa a Fregene ad agosto per scoprire che potete permettervi solo una settimana in una pensioncina due stelle e mezzo. Perché gli italiani non praticano delle vacanze intelligenti per l’impossibilità fattuale delle stesse (ormai tema solo di dimenticati inserti delle riviste Panorama o Espresso) anche perché la contropartita sono connazionali voraci e poco comprensivi che, nelle vesti di commercianti, provano a spremere dal mese buona parte delle proprie risorse annue. Queste nostre considerazioni sono senz’altro condizionate dall’età. Ma ormai la pensiamo come Vittorio Feltri: come è bello il 15 agosto senza muoversi da casa, in una città deserta, beninteso provvisti di aria condizionata! E trovate un tema di stagione più attuale di questo.