“Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi.
E quando un cieco guida un altro cieco,
tutti e due cadranno in un fosso!”
Matteo 15,14
A sentire Francesco nessuno dei due candidati americani è per la vita.
Ma vi è un ma e siccome il papa non parla ex cathedra qualche appunto, anche da parte cattolica, si può fare.
A me pare azzardato un parallelo tra il controllo del fenomeno migratorio e l’aborto.
Inoltre, sul primo punto va aggiunto che la costruzione del muro con il Messico è stata iniziata da Bill Clinton e continuata in perfetto accordo bipartisan da tutti i presidenti successivi.
Le guerre degli Stati Uniti, dal 1945 in poi, sono state promosse da tutti i presidenti americani, l’unico che cercava di disimpegnare il mondo dal rischio di guerra (e ci è riuscito) è stato ucciso e l’ultimo che non ha promosso guerre durante i 4 anni di presidenza (Trump) viene dipinto come un folle. E la Harris ha incassato l’endorsement di Dick Cheney, vicepresidente di George Bush jr e artefice dell’invasione dell’Iraq.
Un po’ originale Trump lo sarà pure ma in realtà la follia oggi ha scelto degli strani percorsi, si potrebbe dire che abbraccia molta parte dei governi mondiali, diretti a precipizio e a occhi chiusi verso un conflitto che razionalmente appare certo. E l’informazione fa il resto per convincerci che questo evento è ineluttabile.
Arriva poi Bill Gates, consapevole previsore di sciagure, che preannuncia una guerra mondiale (ahimé, difficile smentirlo se le cose continueranno così), oppure una nuova pandemia nei prossimi 25 anni (e questo come lo sa?), cioè a dire: guardate che non riuscirete a cavarvela … senza di me.
Come abbiamo appena visto con quest’ultimo esempio, sul vuoto della politica rischiano di affermarsi da una parte lo strapotere dell’economia, dall’altra l’onnipotenza della scienza e della tecnologia, viste come il modo per dominare completamente la natura e risolvere ogni sfida, dall’estensione della vita all’eliminazione delle malattie fino al controllo totale dell’ambiente.
L’umanità rischierà quindi di entrare – insegnano Martin Heidegger o Jacques Ellul – in un corto circuito con una tecnologia fuori controllo, la perdita di empatia e solidarietà sociale, la rinuncia al pensiero critico e quindi l’incapacità di comprendere i limiti del progresso.
Come il famoso funambolo a New York, siamo tutti sospesi sul precipizio tra due ignoranze, quella che proprio non sa e quella che, pur sapendo, crede di saperne una più del diavolo.
Attenzione a giocare con quella corda …
Immagine di apertura: Funambolo in rue Saint-Denis a Montréal , Wikimedia Commons